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OTTOBRE 2022 PAG. 15 - Musso, le attività di famiglia verso il mondo Benefit

 



«L’idea di trasformarsi in una Società Benefit nasce nel marzo 2020, nel pieno dell’emergenza sanitaria. È stato attraverso le periodiche riunioni da remoto che si è cominciato a discutere della questione, facendo partire un percorso di progressivo approfondimento che ci ha portato alla scelta di abbracciare questo particolare tipo di modello societario». Costanza Musso, Amministratore Delegato del Gruppo Grendi racconta, a margine degli appuntamenti del Green Logistic Expo di Padova, i primi passi che hanno traghettato le attività di famiglia verso il mondo Benefit Corporation; quello delle aziende che, secondo una definizione da manuale, “nell’esercizio di un business, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interesse”. 

Messo da parte il fraintendimento principale: «c’è ancora troppa confusione tra i concetti, differenti, di benefit e charity» il processo è stato portato a termine senza eccessivi scossoni. «La parte amministrativa si è occupata della modifica degli statuti, molte ore di formazione hanno contribuito a spiegare gli obiettivi da perseguire, riunioni periodiche hanno partorito i vari progetti da avviare». 

Oggi Grendi risponde a chi si affida al “green-washing” con iniziative concrete, «con attività volte a portare i giovani talenti a valorizzare le loro skill». «È un diverso modo di concepire la sostenibilità. I traguardi della squadra non si limitano solo al fatturato. La costruzione di un alveare in uno dei nostri magazzini e la realizzazione dei murales sotto il ponte Morandi, per fare un esempio, sono stati finanziati rinunciando ad un giorno di ferie». Si è trattato anche di un’occasione per riavvicinare la settima generazione familiare, quella più recalcitrante, al mondo della logistica: «la dimostrazione che anche in questo ambito si può lavorare tenendo da conto gli impatti ambientali e sociali delle attività economiche».  Un’apertura verso un futuro alternativo che vede il Gruppo impegnato su diversi fronti di business e particolarmente interessato alle risposte da dare nell’immediato alla difficile congiuntura che vive l’Europa. Messo momentaneamente da parte il progetto BRUCO, visionaria soluzione che prevede di collegare gli alti fondali del porto di Genova con gli spazi enormi della pianura Padana per farne il centro logistico del Mediterraneo, Antonio Musso, anch’egli Amministratore Delegato del Gruppo pone l’accento sull’importanza delle infrastrutture. 

«Purtroppo, scontiamo progetti tarati sul breve periodo. Abbassare le accise serve a poco se non si hanno a disposizione connessioni efficienti. Il tema non è tanto poter ospitare le mega-navi, cosa peraltro pienamente possibile, ma riuscire a movimentare senza eccessivi rallentamenti la grande mole di merci che vengono sbarcate a terra. Alla logistica servono collegamenti ferroviari, linee aeree, punti di snodo». 

Gli stessi su cui, nel breve-lungo periodo, cercherà di puntare il Gruppo, in particolare in quello che può essere considerato il suo territorio d’elezione: la Sardegna. È qui che le attività di Grendi esprimono il massimo dell’articolazione con una serie di servizi che ne fanno uno dei principali attori logistici del territorio. 

«A dieci anni dalla realizzazione del nostro magazzino da 10mila metri quadri di Cagliari abbiamo posto le fondamenta per un raddoppio della capacità» annuncia Costanza Musso, evidenziando come con la società MITO le attività hanno cominciato a guardare con interesse anche ai mercati internazionali. 

In questo l’avvio della ZES potrebbe rappresentare un boost per gli investimenti in mezzi che sono in via di programmazione. Come pure il ritorno ad una presenza diretta nel settore dell’autotrasporto.  

«La recente carenza di autisti degli ultimi tempi – sottolinea Antonio Musso – ci ha portato a ripensare il modello di terziarizzazione del servizio scelto una ventina d’anni fa. Lavoreremo anche in questa direzione».

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