SETTEMBRE 2022 PAG. 50 - Porti Adsp Mar Sicilia Orientale La loro rilevanza regionale
I numeri parlano chiaro, i porti di Augusta e Catania occupano un posto di tutto rispetto nello scacchiere regionale
Il trasporto marittimo, fondamentale per il commercio nazionale ed internazionale in quanto modalità più economica e sostenibile per movimentare grandi volumi di beni essenziali e prodotti finiti su grandi distanze, ha subito gli effetti della pandemia in misura relativamente inferiore rispetto ad altre modalità di trasporto (aereo, su strada e su ferrovia).
L’unico comparto realmente messo in ginocchio è stato quello relativo al trasporto passeggeri. Ciononostante nel 2020, in Italia la diminuzione è stata inferiore alla media europea (-36,3%) e non ha compromesso il primo posto in Europa per quantità di passeggeri imbarcati e sbarcati (24% del totale Ue). I cinque principali porti italiani per traffico merci in rinfuse liquide, nel 2020 (Trieste, Porto Foxi, Augusta, Milazzo e Siracusa) hanno mantenuto e confermato i livelli di attività dell’anno precedente e, anzi, in alcuni casi hanno perfino aumentato la quantità di merce movimentata nel 2019.
Passando da un ambito nazionale ad un ambito regionale e provinciale, per ciò che attiene al Porto di Augusta, con riferimento agli anni 2019-2021, si rilevano delle consistenti percentuali di crescita nonostante le criticità connesse alla pandemia da COVID-19. In particolar modo ciò può dirsi sia per le rinfuse liquide, legate all’operatività del comparto petrolchimico (crude oil, prodotti raffinati del petrolio, gas liquefatto e gas naturale e prodotti chimici), che per quelle solide (carbone e lignite, minerali, cemento, calce gesso, prodotti metallurgici ed altri), dettate dall’imbarco/sbarco di merci presso il Porto Commerciale.
Beneficiando della ripresa del commercio mondiale, nel 2021 le esportazioni di merci siciliane sono aumentate del 38,8 per cento, più che compensando il calo del 2020. La crescita è stata trainata, per circa otto decimi, dal settore petrolifero, le cui vendite (in valore) si sono progressivamente riavvicinate ai livelli pre-pandemici, sostenute dall’incremento dei prezzi (le quantità esportate sono aumentate solo del 3,8 per cento). In questo scenario il porto di Augusta ha giocato un ruolo fondamentale, in quanto leader nelle esportazioni di rinfuse liquide.
Tuttavia, bisogna considerare che gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina ed il relativo piano di sanzioni ed embarghi che l’UE progressivamente sta mettendo in campo stanno colpendo e probabilmente ancor più colpiranno alcuni settori merceologici ed i relativi scambi import export. Il tal senso vanno letti i dati del primo semestre 2022.
DATI DI TRAFFICO - PORTO DI AUGUSTA
Indubbiamente, per quanto attiene almeno alle rinfuse solide, va tenuto conto dell’avvio di importanti lavori di potenziamento infrastrutturale che dovrebbero dare un impulso, nel medio termine, al rilancio dei traffici, sempre tenendo conto dei perduranti e nefasti effetti della guerra.
Per quanto riguarda invece il porto di Catania, dove negli anni 2020-2021, vista la natura dei traffici insistenti nello scalo, si è maggiormente risentito dell’impatto della pandemia da COVID-19, Il 2022 sembra invece segnare il ritorno ai livelli pre-pandemia. In particolare l’anno di maggiore sofferenza è stato il 2021, in cui il calo rispetto ai livelli di traffico del 2019 è più marcato che nel 2020.
DATI DI TRAFFICO - PORTO DI CATANIA
Anche per Catania, sia pure affrancata dagli effetti negativi che la guerra sta generando sui prodotti petroliferi, le conseguenze della guerra stanno interferendo sulla crescita dei traffici nel primo semestre 2022. Tuttavia, forti sono le aspettative sui dati finali dell’anno in corso, considerando che sono ancora da rappresentare i dati dell’estate 2022 legati all’incremento del comparto crocieristico (in ritorno verso i valori pre pandemici) e RO-RO.
Per capire chiaramente l’impatto dell’economia del mare sul PIL, riportato a livello provinciale, basti pensare che a Catania, nel 2021, essa pesava per l’11,47 per cento di tutta l’economia locale (0,78 per cento a livello di tutta l’economia del mare in Italia) e per il 9,99 per cento di tutti i settori economici nella provincia (1,60 per cento dell’intera economia del mare in Italia). Il mare nella sua complessità apporta un notevole contributo al prodotto interno lordo di questo paese in maniera diretta e soprattutto indiretta e anche un apporto sull’occupazione, soprattutto al Sud.
In questo quadro, la resilienza del porto di Augusta durante i primi anni di pandemia e la pronta ripresa dei traffici nel porto di Catania, hanno sicuramente rappresentato un importante volano per l’economia dell’indotto, delle industrie e delle imprese locali che gravitano intorno all’import/export di merci e al numero di crocieristi che dal porto di Catania partono per svariate mete in tutta la Sicilia Orientale. Non va infine trascurata la forte potenzialità di crescita, specie del porto di Augusta, dove sussistono margini di miglioramento importanti sui quali il mercato potrà fare affidamento nel futuro. È su queste aspettative che il Sistema Portuale della Sicilia orientale si candida a raggiungere ruoli leader nello scenario nazionale oltre che regionale.
Stefania Vergani