AGOSTO 2022 PAG. 20 - La Babele dei prezziari edili caos nelle nuove costruzioni
Nel momento in cui il Governo aumenta il Fondo per l’avvio delle opere indifferibili del PNRR, il Paese rischia di pagare un conto altissimo all’incoerenza di fondo nella definizione dei prezzi delle costruzioni edili.
“Senza un sistema di aggiornamento omogeneo nei prezziari per le nuove costruzioni edili, si fa davvero poca strada e si rischia, in un’anarchia di valutazioni e di metodi di calcolo, di precipitare in una crisi globale l’intero settore edile”.
A denunciarlo è Emanuele Ferraloro, Vicepresidente di Federcostruzioni e Presidente di Ance Liguria. “Il tema dell’aggiornamento dei prezzi nelle costruzioni – afferma Ferraloro, facendo eco anche a un intervento della Presidente di Federcostruzioni, Paola Marone - è di fondamentale importanza, e quanto accaduto negli ultimi due anni ha evidenziato quanto il sistema fosse impreparato e non organizzato”.
“L’aggiornamento dei prezzi – sottolinea il presidente di Ance Liguria – continua a essere gestito in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Le voci e le declaratorie dei diversi prezzari sono profondamente differenti da regione in regione, così come lo sono i metodi di rilevazione e calcolo; gli esempi sono molteplici: in alcune zone è stato recepito l’aumento dei costi della manodopera, in altre no, il tasso di recepimento degli aumenti reali avvenuti in questi mesi non è stato omogeneo, in alcuni casi per scelte non statistiche ma di pressione politica da parte della Pubblica amministrazione”.
“In quella che si presenta sempre di più come una vera e propria Babele – prosegue Ferraloro - è difficile per le imprese e i fornitori del settore lavorare in modo corretto mentre sarebbe urgente e improrogabile l’istituzione di una regia centrale, che uniformi le voci, i modelli di calcolo, i tempi di aggiornamento, le modalità di rilievo. In ciò prevedendo un maggiore coinvolgimento delle Associazioni di categoria”.
“Come ha sottolineato la nostra Presidente di Federcostruzioni – conclude il numero uno di Ance Liguria – si rischia concretamente di vanificare gli effetti positivi sia della programmazione del MIMS, che non riguarda solo il PNRR, sia dei BONUS per l’edilizia che hanno permesso in questi ultimi di anni di riavviare un percorso virtuoso di rinnovamento del patrimonio infrastrutturale e immobiliare necessario per il rilancio sostenibile del nostro Paese”.
Mettere subito in sicurezza il bonus del 110%
“Pil e occupazione in crescita anche nel Mezzogiorno. Ma il merito va solo a un numero: 110. E questo Paese, ovvero alcune forze politiche pronte a confrontarsi nelle elezioni del 25 settembre, vogliono mettere in discussione l’unico strumento che ha funzionato per sostenere l’economia e l’equilibrio sociale del Paese: l’incentivo a operazioni di ristrutturazione edilizia, in grado in particolare di ottimizzare i consumi energetici del Paese”.
A denunciare “un’ondata di follia collettiva e ideologica” è ancora Emanuele Ferraloro, che, numeri alla mano, chiede a gran voce l’immediata “messa in sicurezza del Superbonus da stabilizzare con orizzonte temporale di lungo periodo, riconoscendone fra l’altro la funzione di intervento decisivo sul patrimonio immobiliare che produce le peggiori performance energetiche”.
A livello nazionale il Superbonus ha significato 4,5 miliardi di nuovi lavori, 3,2 dei quali ultimati e 25.000 cantieri in più a luglio. Nella sola Liguria 2669 interventi sono stati ammessi a detrazione per un totale di 488 milioni di investimenti di cui 309 milioni ammessi a detrazione (pari al 63,4% degli investimenti). L’investimento medio è ammontato a 462.000 euro in condomini, a 107.000 euro in edifici unifamiliari.
Messa in sicurezza che significa l’immediata messa a disposizione delle imprese dei crediti che sono prigionieri dei cassetti fiscali e ciò “alla velocità della luce”.
“Assistiamo a uno spettacolo surreale – afferma Ferraloro – le imprese rischiano di fallire, il Paese rischia di suicidarsi perché non è in grado di gestire l’unico strumento che ha funzionato e che oggi viene ricondotto con profonda disonestà intellettuale ad alcuni marginali casi di utilizzo fraudolento, a causa di norme che per prime le imprese edili sane e Ance avevano chiesto immediatamente di modificare”.