GIUGNO 2022 PAG. 14 - Hong Kong ancora laboratorio di “two system one country”
Tornare ad Hong Kong dopo due anni di assenza. E ritrovare un clima ancora vivace nonostante le difficoltà imposte dalla politica “zero contagi”. Riccardo Fuochi, presidente di Swiss Logistic Center, è da anni attivo nella promozione dei rapporti commerciali con l’ex colonia inglese, conoscendo perfettamente evoluzione, meccanismi, prospettive di quello ha rappresentato finora il ponte di collegamento tra la Cina e il mondo esterno.
Ha registrato cambiamenti importanti da due anni a questa parte?
È indubbio che la pandemia, con tutte le conseguenze imposte in termini di contenimento del rischio, stia pesando su parte dell’economia cittadina. Le restrizioni dovute alla scelta di combattere il virus azzerando di fatto i contagi non si sono tradotte in lockdown particolarmente duri, come avvenuto invece in altre parti del paese, poiché il territorio di Hong Kong, non particolarmente esteso, è più facilmente controllabile. Tuttavia l’ultima recrudescenza di infezioni, con conseguente limitazione di accesso alle aree e ai servizi pubblici ha allontanato un ritorno alla normalità. E alcuni settori ne risentono più di altri.
Quali principalmente?
Sebbene il core business costituito dalla parte finanziaria abbia proseguito senza eccessivi scossoni in questo due anni mancano all’appello i circa 35 milioni di visitatori l’anno. Le attività più propriamente turistiche, così come quelle legate all’effervescente mondo delle fiere e dei congressi, ha subito qui le maggiori conseguenze. Ciononostante l’atmosfera è quella di una città pronta a riprendere il ruolo strategico a livello internazionale che si è ritagliata in questi anni. La riduzione del periodo di quarantena da tre settimane a una ha restituito una certa fiducia.
Il tutto mentre è in atto un cambio ai vertici politici…
C’è curiosità rispetto a questo fattore. Il nuovo governatore John Lee Ka-chiu sarà chiamato a sciogliere una serie di nodi. Il problema di fondo è che la politica della quarantena mette in crisi la necessità di libera circolazione dei rappresentanti delle aziende. Camere di commercio e consolati di gran parte del mondo hanno lanciato appelli per trovare una soluzione che non metta in crisi i rapporti commerciali. Riassumendo: l’economia è pronta a ripartire ma servono da parte del governo segnali di apertura.
In generale quali sono le prospettive per l’ex colonia inglese?
Il ruolo di Hong Kong è in via di ridefinizione. L’ambizioso progetto di creazione della Greater Bay Area, incentrata sostanzialmente sullo sviluppo tecnologico, avrà una doppia valenza. Da un lato la città diventa più importante perché inserita in un contesto sempre più competitivo. Dall’altro, proprio per questo, la sua funzione ne potrebbe risultare alquanto diluita. Basti pensare che più a sud è in via di completamento il processo per la realizzazione della free zone di Hainan, una delle più importanti a livello mondiale, con particolari implicazioni a livello turistico. In ogni caso c’è spazio per la promozione del nostro “made in Italy”. Nella stessa Hong Kong è stato da poco attivato un piano per la concessione di agevolazioni e incentivi per attività di nuovo insediamento sul territorio.
Questo può favorire le nostre aziende?
Sebbene il costo del lavoro sia superiore rispetto al resto della Cina ci sono una serie di vantaggi indubitabili. I prodotti possono essere esportati beneficiando del CEPA – Closer Economic Partnership Arrangment, accordo bilaterale che prevede l’esenzione dai dazi interni. Così come gli accordi in ambito ASEAN permettono la libera circolazione nella maggior parte dei mercati asiatici.
Il principio “two system one country” che ha favorito finora Hong Kong è a rischio?
Personalmente non credo. Certo, Pechino ha tutto l’interesse a ribadire la sua sovranità su questo territorio ma, allo stesso tempo, difficilmente rinuncerà al ponte che la mette in collegamento con il resto del mondo. Si tratta pur sempre del luogo dove avvengono i maggiori scambi tra renmimbi e altre valute.
Giovanni Grande