SETTEMBRE PAG. 38 - Logistics: l’evoluzione del settore e delle sue professioni
20 settembre 2021 - Il 7% del PIL nazionale: questo il valore della logistica in Italia, un settore chiave per lo sviluppo economico del Paese e che nell’ultimo anno ha registrato un’impennata nel suo trend di crescita già positivo.
In questo contesto di forte evoluzione e successivamente allo scoppio della pandemia, Gi Group in collaborazione con ODM Consulting, con il supporto di Assologistica e Damiano Frosi, Direttore Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, ha ritenuto importante aggiornare lo studio Gi Group Star Matrix – Logistics Sector relativa all’evoluzione dei ruoli e delle competenze del settore logistico, realizzata nella sua prima edizione tra il 2018 e il 2019.
Questi i dati principali dell'indagine sull’evoluzione dei ruoli e delle competenze del settore da qui ai prossimi 3/5 anni, realizzata con metodologia proprietaria e che ha visto il confronto con 25 aziende e oltre 40 Key Stakeholder del settore, rappresentanti di aziende e istituzioni di riferimento per l’industry.
- Per quanto riguarda il cluster 3PL e Distribuzione, sono stati mappati 101 ruoli, di cui il 39% registrerà un incremento in termini di importanza nel prossimo futuro, il 55% resterà stabile, mentre solo il 6% subirà un declino.
- I ruoli e le professioni che, sulla base dell’analisi condotta, cresceranno maggiormente riguardano le funzioni Communication (100%), Digital & Automation (79%), Customer Care (75%), seguiti dai ruoli connessi alle funzioni Operations, Process Engineering & Planning (69%) e Distribution & Home Delivery (69%).
- Per quanto riguarda il cluster del settore logistico Aeroportuale sono stati analizzati 106 ruoli: di questi il 23% sperimenterà una crescita in termini di importanza nei prossimi 3-5 anni, il 70% rimarrà stabile, mentre il 7% registrerà un declino, delineando un quadro di maggiore stabilità.
Le esigenze di mercato sono il principale driver della trasformazione in atto, seguite dal trend di forte investimento in innovazione tecnologica, inevitabile per le aziende del settore, alla ricerca di efficienza di processo e flessibilità operativa. Nello specifico, la digitalizzazione con l’integrazione della filiera in ottica di Logistics 4.0 (magazzini e trasporti) e l’automazione di sistemi di movimentazione e stoccaggio (robotizzazione) sono i fattori che maggiormente incidono sul futuro delle professioni e delle competenze.
A tal proposito è intervenuto Michele Savani, Division Manager Logistics Sector di Gi Group: “La transizione verso filiere logistiche e distributive sempre più digitalizzate e automatizzate sta abilitando nuovi modelli organizzativi, operativi e di business. Il settore logistico, caratterizzato dalla continua ricerca di efficienza operativa, sta accelerando il percorso di digitalizzazione della filiera e di riconfigurazione della propria organizzazione, per far fronte all’aumento del costo dei fattori produttivi (costo del lavoro, degli spazi di stoccaggio e quello generato da livelli di servizio e personalizzazione sempre più elevati). Il limite principale per la transizione digitale del settore è dato oggi più dalla carenza di skills specifiche che dalla mancanza di soluzioni tecnologiche o dalla capacità di investimento da parte delle aziende: la rivoluzione 4.0 si rivela essere legata alla capacità di governare le risorse umane prima ancora che le tecnologie. Sotto il profilo della ricerca di flessibilità operativa le funzioni Operations e Human Resources stanno ricercando soluzioni che consentano di dotare le proprie organizzazioni delle skills necessarie per competere sul mercato e di renderle sempre più elastiche, in grado ovvero di adattarsi rapidamente alle mutazioni del mercato tramite soluzioni di flessibilità sostenibile (Flexsecurity)”.
“Per rispondere alle sfide del contesto attuale e futuro, è richiesto un grande lavoro sui ruoli e sulle competenze in modo diffuso all’interno dei fornitori di servizi logistici e nelle funzioni di logistica delle aziende committenti. Ciò significa non solo inserire nuove figure professionali, ma in primis comprendere le evoluzioni dei diversi ruoli, ri-definire le organizzazioni logistiche in funzione di quanto emerso, rafforzare le competenze all’interno delle diverse aree funzionali - ha sottolineato Damiano Frosi, Direttore Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano - In un settore in forte evoluzione non è sufficiente focalizzarsi sulle tecnologie per rispondere alle sfide del mercato; la necessità di “mettere a terra” l’innovazione e di adattarsi a molteplici contesti applicativi porta a “investire” sulle persone e sullo sviluppo delle competenze. Il connubio tra tecnologia, organizzazione e sviluppo delle persone è, a nostro avviso, la base della logistica di domani”.
Inoltre, l'indagine rileva anche in questo comparto un aumento dell'attenzione alla sostenibilità in ottica ambientale, sociale ed economica e un peso sempre maggiore della comunicazione. “Il primo aspetto si traduce in un impegno per ridurre gli impatti sull'ambiente (tenendo in considerazione spazi, strumenti, servizi, fonti di energia) e in una rinnovata sensibilità verso etica e normativa (lavoro sostenibile): coerentemente, lo studio prospetta un trend di crescita delle figure di Environmental & Sustainability Manager e del Responsabile Sicurezza – ha spiegato Rossella Riccò, Responsabile Area Studi e Ricerche ODM Consulting - Parallelamente, cresce l'importanza del ruolo del Communication Manager: la comunicazione sia interna sia verso l'esterno è considerata strategica, un fattore di successo per brand image, talent acquisition, engagement e retention”.
I primi due decenni degli anni 2000 hanno visto la trasformazione profonda dei modelli di produzione, acquisto e distribuzione, alimentando una mutazione irreversibile negli stili di consumo e modificando le Supply Chain a livello globale. La logistica, intesa come l’ecosistema di attività connesse all’approvvigionamento di materie prime e alla distribuzione di prodotti finiti, ha fornito l’infrastruttura indispensabile per l’affermarsi del paradigma della personalizzazione di massa e ha subito a sua volta gli effetti di un mercato sempre più veloce, frammentato ed esigente. Tuttavia, è ancora scarsa la conoscenza del valore economico generato dalle attività logistiche e di quello aggiunto che queste attività apportano lungo la catena di trasformazione delle materie prime e fino ai consumatori finali.
“Di logistica poco si sapeva è vero, ma ancora adesso poco adeguata è l’informazione su un settore estremamente complesso e variegato, dalle implicazioni economico-sociali non indifferenti. Un mondo che da tempo sta vivendo una sorta di rivoluzione, per alcuni operatori (i più evoluti) rapida e inarrestabile, per altri ancora lenta, ma altrettanto inevitabile, pena l’essere spazzati via definitivamente dal mercato. Il settore logistico è chiamato a dare un contributo fondamentale nel supportare la ripresa del nostro Paese. Ma tutto ciò richiede un cambio di passo relativamente a formazione, competenza e digitalizzazione - ha commentato Jean Francois Daher, Segretario generale di Assologistica - Ci auguriamo che l’analisi possa svolgere una funzione importante anche in chiave “politica”, richiamando l’attenzione delle istituzioni, affinché si prenda atto della complessità del nostro settore, nonché della strategicità economico-sociale che riveste e si agisca di conseguenza: le nostre imprese non possono e non devono essere lasciate da sole”.