SETTEMBRE PAG. 30 - Global Gateway la risposta europea alla BRI
“Siamo bravi a finanziare la costruzione di strade. Ma non ha senso per l’Europa costruire una strada perfetta tra una miniera di rame di proprietà cinese e un porto di proprietà cinese”. Ursula von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo ha sintetizzato così la necessità per l’Ue di ripensare il suo modello di connessione mondiale.
Di fronte alle recenti sfide geopolitiche – dal ritiro americano in Afghanistan alla formalizzazione dell’Aukus – che chiamano il vecchio continente a prendere in mano il proprio destino, il presidente della Commissione non si è limitato solo a rilanciare il tema della “costruzione di partenariati forti e affidabili”. La von der Leyen ha infatti annunciato la presentazione nel breve periodo di una nuova strategia in materia di connettività , denominata Global Gateway, che pur nella sinteticità dell’esposizione, appare, per impostazione ed obiettivi, come una risposta organica alla BRI cinese.
“Stiamo entrando in una nuova era caratterizzata dall’ipercompetitività , un’epoca in cui c’è chi non si ferma davanti a nulla pur di aumentare la propria influenza, dalle promesse sui vaccini ai prestiti a tasso elevato fino ai missili e alla disinformazione” ha sottolineato. “È un’epoca di rivalità regionali in cui le grandi potenze stanno concentrando di nuovo l’attenzione l’una sull’altra”.
Partendo da queste premesse Global Gateway è stato presentato come il marchio del nuovo impegno europeo, improntato su una idea del “rispetto dei diritti umani” che, nemmeno tanto velatamente, suona come elemento critico rispetto al regime di Pechino.
“L’attività imprenditoriale nel mondo, il commercio globale, tutto questo è giusto e necessario. Ma non deve andare mai a scapito della dignità e della libertà delle persone”.
Sul piano più strettamente operativo l’iniziativa punterà su “gli investimenti in infrastrutture di qualità , che colleghino beni, persone e servizi in tutto il mondo. Seguiremo un’impostazione basata sui valori, che offra ai nostri partner trasparenza e buona governance. Vogliamo creare legami, non dipendenze”.
Tra gli interventi prioritari la necessità di continuare a giocare un ruolo da protagonista in nicchie strategiche come le connessioni sottomarine (“da quest’estate un nuovo cavo sottomarino a fibre ottiche collega il Brasile al Portogallo”) e il recupero del terreno perduto in Africa, dove sono previsti investimenti “per creare un mercato dell’idrogeno verde che colleghi le due sponde del Mediterraneo”. Per centrare l’obiettivo l’Ue favorirà il collegamento tra le istituzioni e gli investimenti, le banche e la comunità imprenditoriale: “faremo in modo che questo diventi una priorità dei vertici regionali, a cominciare dal prossimo vertice UE-Africa di febbraio”.
Direttamente legato ai rapporti con l’Asia, invece, la questione della “sovranità tecnologica” da cui scaturisce la proposta di una nuova legislazione unionale sui semiconduttori.
“Mentre la domanda mondiale è esplosa, la quota europea dell’intera catena del valore, dalla progettazione alla capacità di produzione, si è assottigliata. Ora dipendiamo dai chip di ultima generazione fabbricati in Asia”.
Gli sforzi dovranno essere concentrati sul “mettere insieme le nostre capacità di ricerca, progettazione e sperimentazione di livello mondiale”. “Dobbiamo coordinare gli investimenti dell’UE e nazionali lungo la catena del valore. Lo scopo è creare insieme un ecosistema europeo dei chip che sia all'avanguardia, inclusa la produzione. Così ci garantiremo la sicurezza dell'approvvigionamento e svilupperemo nuovi mercati per una tecnologia europea innovativa”.
Un occhio di riguardo, infine, all’area dei Balcani dove, non a caso, la penetrazione cinese, per il tramite dei progetti BRI, è enormemente cresciuta negli ultimi anni. Entro la fine del mese sarà condotta una missione ufficiale nell’area.
“Stiamo incrementando il nostro sostegno tramite il nuovo piano economico e di investimento, che vale circa un terzo del PIL della regione. E continueremo anche a investire nei partenariati nel nostro vicinato, attuando la nuova agenda per il Mediterraneo e continuando a lavorare sui diversi aspetti della nostra relazione con la Turchia”.
Stefania Vergani