LUGLIO 2021 PAG. 54 - Forte sviluppo della filiera del caffè in Campania
Secondo l’Istat e il Comitato italiano caffè, dal 2015 al 2020 la Regione Campania ha registrato il 38% in più di importazione di caffè verde, conquistando il 15% del mercato nazionale e Coffitalia, l’annuario del settore, registra una presenza sul territorio campano di 95 torrefazioni su 1003 censite in Italia. Un settore fatto di tanti attori protagonisti, dai torrefattori ai costruttori di macchine, dai produttori di cialde e capsule ai baristi e trader: un microcosmo sinergico che per Rosario Carafa, amministratore delegato de Il Polo del Caffè, azienda specializzata nella supply chain management del caffè crudo situata all’interno dell’Interporto Campano di Nola, quinto in Europa per grandezza ed infrastrutture, “è stato fondamentale, in Campania, per far registrare il trend positivo che ha permesso di passare da 58 milioni di kg di caffè importati a 80 milioni in cinque anni”.
Dell’oro verde dalla pianta alla tazzina si è parlato in una due giorni a luglio a Napoli nel corso di un convegno promosso dal Polo del Caffè, in collaborazione con l’Associazione Maestri dell’Espresso Napoletano, dove esperti e addetti ai lavori si sono alternati in un confronto tecnico scientifico analizzando la materia prima fondamentale che caratterizza tutte le culture del mondo, per mostrare quanto studio e quanta professionalità si nasconde dietro a una “semplice” tazzina di caffè e, soprattutto, per parlare di logistica, degli aspetti sanitari e doganali .
“L’evento ha voluto essere un chiaro messaggio di apertura verso l’intero comparto. L’intento è quello di supportare trader, torrefattori e ogni attore della filiera nello sviluppo di un polo sinergico di cui Il Polo del Caffè possa esserne punto di riferimento”, ha sottolineato Carafa.
Per Maurizio Zugna, presidente de Il Polo del Caffè, l’evento è la concretizzazione dell’ascesa di Napoli nel panorama del caffè italiano e la creazione di un sistema sostenibile in cui tutte le parti hanno uguale importanza ed è remunerata in maniera equa”. Un tema ripreso da Mario Cerutti, presidente del Comitato italiano del caffè, che ha rilevato come il consumo di questa bevanda sia costellato sempre più di “consumatori sempre più consapevoli verso una qualità maggiore con una predilezione del consumo in ambienti sicuri e confortevoli”.
Secondo la fotografia scattata dalle associazioni di categoria prima della pandemia da Covid-19, il consumo del caffè mostrava un trend positivo. Che cos’è accaduto dopo? Secondo alcuni operatori la pandemia da Coronavirus ha causato una riduzione del consumo di caffè in città pari al 30-35%. In provincia di Napoli il calo è stato invece più contenuto, registrando il 25% dei consumi. Sia in città che nelle altre province della regione, la causa è da ricercare nella diffusione dello smartworking che, se ha costretto gran parte dei dipendenti pubblici e privati a lavorare da casa, ha messo in difficoltà alcuni bar ad abbassare la serranda per sempre perché l’afflusso degli avventori era notevolmente diminuito. L’indagine ha evidenziato anche altre tendenze significative: il 72% degli italiani si dichiara pronto a consumare il caffè al bar in presenza di una maggiore sicurezza, il 68%, invece, è disposto a farlo solo per una qualità migliore del caffè. Forte anche l’online, con un incremento del 170%.
La realizzazione del Polo del Caffè all’interno dell’Interporto di Nola è la risposta concreta alle richieste ed alle esigenze della logistica delle aziende del settore, dal verde al torrefatto fino alla consegna del cliente finale, venendo incontro alle loro aspettative soprattutto nella riduzione dei costi della logistica stessa.
Eduardo Cagnazzi