LUGLIO 2021 PAG. 36 - Forges: una rete comune per la portualità e gli interporti
Giunto al quinto mandato alla guida di Assospena, l’Associazione degli Spedizionieri Doganali operanti nell’area geografica corrispondente a quello che una volta era il compartimento doganale di Napoli: Campania e Calabria, Augusto Forges Davanzati tratteggia un bilancio dell’ultimo anno e mezzo tra difficoltà contingenti, nuove iniziative e i programmi per il futuro.
Come ha vissuto il settore l’anno e mezzo della pandemia?
Riconosciuti come attività essenziale, gli spedizionieri doganali hanno lavorato contribuendo a garantire la continuità delle catene logistiche che hanno sostenuto il Paese in un momento così difficile. Un impegno reso più difficile dalle restrizioni imposte dalle misure di contenimento della pandemia, che non ha nociuto all’attività associativa. Anche sfruttando le nuove tecnologie è continuato il dialogo intrasettoriale e con le istituzioni di riferimento. Abbiamo portato avanti una serie di iniziative che testimoniano del buon stato di salute dell’associazione che ha registrato addirittura un aumento delle adesioni.
Tanto che l’Assemblea annuale è stata seguita da un convegno in presenza…
Abbiamo voluto dare un segnale tangibile di una graduale ripresa verso la normalità. Il buon successo in termini di partecipazione ha confermato da una parte l’attenzione che il cluster ha nei confronti della nostra categoria e delle tematiche portate avanti, dall’altra l’ottimismo verso l’apertura di una stagione che porti finalmente alla modernizzazione del settore.
A cosa è dovuto questa fiducia?
L’argomento scelto per la nostra iniziativa, la reingegnerizzazione delle bolletta doganale, tocca il cuore del tema. Sono decenni che parliamo e stiamo affrontando radicali processi di digitalizzazione ma forse solo oggi, con le risorse messe a disposizione del PNRR, possiamo chiudere la partita.
Quale sono le priorità?
Sia noi, sia l’amministrazione di riferimento, abbiamo intrapreso da anni la strada del cambiamento. Il sistema doganale italiano su questo terreno è abbastanza avanti. Tuttavia va risolta la questione dell’integrazione con gli altri sistemi digitali. Per essere davvero concorrenziali è necessario arrivare al completamento di una rete comune, in grado di mettere insieme tutti i soggetti che operano nella portualità e negli interporti. Un percorso che per forza di cose va fatto di pari passo con gli spedizionieri che rappresentano l’anello fondamentale della catena.
Ha registrato una maggiore attenzione in questo senso?
Crediamo profondamente che i rapporti tra associazioni e istituzioni debbano essere basati sulla stima e sul rispetto dei ruoli. Solo in questo modo possiamo far crescere la fiducia reciproca. Un elemento essenziale per superare definitivamente quel malinteso senso di contrapposizione che negli anni precedenti caratterizzava i rapporti tra la categoria e le dogane.
Cosa chiedete sostanzialmente?
C’è un equivoco che va chiarito. Per gli spedizionieri il tema della tempistica è cruciale. Ora, non chiediamo, e non lo abbiamo mai fatto, un allentamento nel sistema dei controlli e delle verifiche. Basterebbe semplicemente adeguare le strutture al numero di controlli e verifiche previsti per la filiera.
A Napoli, recentemente, è stato inaugurato un nuovo sistema per evitare gli arretrati…
Iniziativa lodevole, basata su una piattaforma web che informa l’utenza in tempo reale, la cui efficacia andrà valutata attentamente. Il problema vero, però, è un altro. Piuttosto che sviluppare strumenti per la risoluzione degli arretrati bisognerebbe evitare, alla fonte, che questi si verifichino.
Red.Mar.