LUGLIO 2021 PAG. 19 - Agostinelli: Adsp di Gioia Tauro va rafforzata negli organici
Più di cinque anni come commissario, oggi l’Ammiraglio Andrea Agostinelli guida da presidente l’AdSP di Gioia Tauro ed è pronto a recuperare i ritardi accumulati dal sistema portuale delle Calabria rispetto alla nuova governance inaugurata dalla riforma Delrio.
Cosa cambia rispetto a qualche mese fa?
Molto poco. Ad esempio continuiamo a soffrire un forte sottodimensionamento degli organici. Contiamo su 27 dipendenti laddove la pianta organica ne prevedrebbe non meno di 45-50. Anche durante il periodo di lockdown siamo stati impegnati nell’organizzazione dei concorsi, ben otto per risolvere la questione. L’obiettivo è arrivare ad aprire uffici e sedi dell’ente in ognuno di quattro porti del sistema (Gioia Tauro, Crotone, Vibo Valentia, Corigliano, ndr). Con la nomina a presidente nei prossimi mesi provvederemo ai passi necessari indicati dalla legge. Prima di tutto la costituzione del comitato di gestione.
Poi?
I piani triennali sono stati portati avanti anche durante il periodo di commissariamento. Ora la regola ci impone entro 90 giorni dall’insediamento degli organi di presentare un nuovo documento, oltre al documento di pianificazione strategica di sistema che è il passo preliminare necessario al piano regolatore del sistema portuale della Calabria.
Gioia Tauro ha beneficiato del PNRR…
Non è andata male. In realtà ho sempre insistito su un aspetto: Gioia Tauro è uno scalo giovane, perfettamente infrastrutturato e che non sconta le difficoltà di porti storici come Genova e Livorno a convivere con le città . Avevamo bisogno di investimenti nelle reti ferroviarie per incanalare parte dei nostri flussi sull’alta capacità così come servivano i 60 milioni per il rifacimento del raccordo ferroviario che dalla nostra nuova stazione ferroviaria si ricongiunge alla rete nazionale gestita da RFI. E sono arrivati. Così come i fondi per favorire l’insediamento produttivo. Un discorso che riguarderà da vicino lo sviluppo delle ZES. Stiamo già lavorando per essere pronti entro il 2026.
Quale funzione per il sistema portuale della Calabria?
Il documento strategico punterà sulla differenziazione produttiva dei vari scali. Vibo Valentia per il turismo, Crotone per il deposito costiero e la crocieristica, Corigliano per la pesca e il diporto. Vogliamo arricchire anche il ruolo di Gioia Tauro. Oltre l’intermodalità con i collegamenti ferroviari c’è un progetto per l’insediamento di un bacino galleggiante per le riparazioni navali partito quattro anni fa. Stiamo costruendo le infrastrutture su cui appoggiarlo nella banchina di Nord – Ovest. Con gli studi di fattibilità pronti partiremo a breve con le manifestazioni di interesse per la gestione di questo nuovo polo cantieristico. Entro quattro anni potremo offrire una nuova opportunità per creare lavoro.
Il rapporto con un territorio “difficile”?
La prudenza è fondamentale, serve grande attenzione nell’applicare le procedure e i protocolli aggiuntivi di legalità stipulati con la Prefettura e con tutte le imprese locali. Purtroppo esiste ancora un certo grado di permeabilità rispetto agli interessi della criminalità organizzata che contrastiamo con la stretta collaborazione della Procura, le forze dell’ordine, gli investimenti in sicurezza. Il primo atto da commissario fu l’acquisto di uno scanner mobile per le ispezioni dei contenitori che ha consentito un salto di qualità nei controlli. Consideriamo che il porto di Gioia Tauro è il più grande insediamento industriale della Calabria e quindi è appetito da interessi variegati. Io sostengo che la malavita si batte con il lavoro: il bene del Porto sarà anche il bene della società civile.
Il futuro prossimo della portualità in Calabria?
Sarà legato ad una crescita della cultura del porto sul modello di quella sviluppata dalle grandi città sul mare. Se è vero che abbiamo punti di vantaggio rispetto ai sistemi che insistono sui centri urbani è da lì che dobbiamo prendere esempio per superare le distorsioni e fare del mare una risorsa di vero sviluppo.