GIUGNO 2021 PAG. 57 - Assormeggi Italia, colmato un vuoto rappresentativo
In poco più di due mesi Assormeggi Italia è riuscita a mettere insieme un network di una cinquantina di PMI coinvolte nel settore della nautica da diporto facendo emergere un vuoto rappresentativo rispetto al comparto delle grande imprese tradizionalmente riunite nelle sigle storiche. Ne parliamo con il presidente, Angelo Siclari, alle prese con un giro d’Italia per la promozione dell’attiva della neo associazione sul territorio.
Qual è l’obiettivo principale di Assormeggi Italia?
La nostra sigla aggrega le piccole e medie imprese della nautica come gli approdi, punti di ormeggio, pontili e strutture di ricovero imbarcazioni, charter, noleggio e locazione. Un settore che produce ricchezza per i territori e contribuisce alla determinazione del Pil turistico del paese. L’obiettivo è fornire assistenza a queste imprese colmando un vuoto di rappresentanza che dall’attuale giro per l’Italia che stiamo compiendo ha fatto emergere in modo forte.
Che tipo di assistenza fornirete agli associati?
Puntiamo ad affiancare le PMI del comparto sotto l’aspetto tecnico, giuridico ed amministrativo attraverso uno staff di professionisti del settore. C’è una forte necessità di azione sia collettiva sia riferita alla singola realtà territoriale verso il riconoscimento e la valorizzazione delle specificità professionali e commerciali. Allo stesso tempo ci poniamo come interlocutore presso le istituzioni centrali e locali per l’implementazione delle politiche specifiche di un settore che non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità .
Qual è stata l’accoglienza in questo vostro personale giro d’Italia?
La sensazione è che c’era un grande bisogno di un’iniziativa orientata verso le esigenze delle PMI. Per fare associazionismo non è sufficiente solo trovare le persone disponibili a fare la squadra, ma è fondamentale trovare quelle preparate, con esperienza lavorativa nel settore ma soprattutto che abbiano passione e la voglia di trasmettere ad altri i trucchi del mestiere. Credo che siamo riusciti a fra passare il messaggio: ad oggi siamo riusciti ad attrarre realtà della Liguria, della Campania, in particolare della Penisola Sorrentina e del Cilento, della Calabria, della Toscana e della Puglia. L’auspicio è vedere crescere la nostra famiglia per essere punto di riferimento per un cluster che riesce a creare ricchezza, valorizzazione del territorio e soprattutto lavoro.
Su quali problematiche state concentrando particolarmente l’attenzione?
Un punto dirimente è costituto dalle ricadute della Direttiva Bolkestein applicata, nel caso delle attività turistiche ricreative, in modo difforme dalle previsioni originarie della stessa normativa. Lo stesso padre della Direttiva qualche anno fa evidenziò come tali tipi di concessioni non rientrassero nel quadro interpretativo della misura europea, destinata alla regolamentazione dei servizi e non dei beni. Tra l’altro, a complicare le cose, vi sono le differenti interpretazioni da parte di alcuni comuni della Legge n° 145/2018 che invece proroga le licenze demaniali al 2033. Alcuni comuni, in particolare in Campania e Calabria, appellandosi alle norme anti-Covid ha ridotto la durata delle proroghe a soli uno-due anni. Ma in questo modo si impedisce qualsiasi sforzo da parte delle imprese di investire e crescere. Senza certezze per il futuro diventa impossibile operare. Soprattutto per realtà spesso a conduzione familiare che agendo attivamente sul territorio sono diventate delle vere eccellenze, tanto da essere apprezzate in tutto il mondo.