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GIUGNO 2021 PAG. 24 - Centro Studi Fedespedi: previsioni positive di crescita

 

 

Il Centro Studi Fedespedi ha pubblicato il 17° quadrimestrale di informazione economica “Fedespedi Economic Outlook” (scaricabile liberamente dal sito della Federazione www.fedespedi.it), dopo la sospensione di un anno, durante la quale l’attenzione si è focalizzata sulla pubblicazione di report descrittivi delle conseguenze economiche della pandemia e delle sue ricadute sul mondo dei trasporti.

Nel report si evidenzia la grande incertezza che caratterizza l’attuale fase economica. Alle preoccupazioni circa l’andamento dell’epidemia di Covid-19, i cui effetti sulla nostra economia e su quella internazionale sono stati molto gravi, fanno da contraltare, tuttavia, previsioni positive di crescita per il 2021.

Nonostante le stime siano sempre difficili, soprattutto in un periodo come questo in cui la pandemia genera una maggiore imprevedibilità, la ripresa economica in questi primi mesi del 2021 sembra essere più robusta di quanto atteso e fa immaginare un 2021 in decisa crescita.

A livello internazionale, il Fondo Monetario Internazionale stima per il 2021 una crescita del Pil mondo del 6%, mentre il WTO si colloca su valori leggermente più bassi, intorno al +5%, con Asia e Stati Uniti come locomotive della crescita. Il WTO prevede anche una decisa ripresa del volume degli scambi a livello mondo (+8%), sottolineando però che tutto dipenderà dai tempi di recupero post-pandemia e dalla risposta degli attori economici alle politiche economiche attivate dai vari Governi, come ad esempio il programma europeo NextGeneration-EU da 750 miliardi di euro.

Tra i Paesi occidentali, quelli europei, duramente colpiti dalla pandemia, sembrano avere maggiori difficoltà a ritrovare la strada della crescita. La campagna vaccinale dovrebbe comunque sortire i suoi effetti soprattutto a partire dal 2° trimestre del 2021, quando incominceranno a farsi sentire gli effetti positivi della progressiva apertura delle attività economiche, dai pubblici esercizi a quelle legate alla filiera del turismo e della cultura (musei, cinema, teatri, ecc.).

Per quanto riguarda più nello specifico l’Italia, l’Istat stima per il 2021 una crescita del Pil tra il 4 e il 5%, con un deciso aumento, sia dei consumi delle famiglie (+4.5%), sia degli investimenti fissi lordi (+6.2%).

Come già accaduto negli ultimi anni, un forte contributo alla crescita del Pil nazionale dovrebbe arrivare dal commercio estero. I dati del 1° trimestre fanno ben sperare in questo senso: l’export verso i Paesi extra UE27 mostra segni di ripresa rispetto al 2019, con un +0,7% delle esportazioni e un +1,9% delle importazioni.

Ottime le performance del mese di marzo, che ha visto una crescita delle esportazioni, su marzo 2020, del +23,1% e delle importazioni del +35%.

Sempre nel 1° trimestre 2021 è significativa, dopo la Brexit, la flessione dell’interscambio con la Gran Bretagna: export -12,7% e import -23,3%.  Rilevante anche la flessione degli scambi con gli Stati Uniti (export -13,4% e import -11,1%); forte, invece, la crescita dell’export verso la Cina (+43,3%), ulteriore sintomo del ritorno alla normalità del gigante asiatico dopo la pandemia dello scorso anno.

La crisi del 2020 non poteva non avere conseguenze sui trasporti: la flessione dei consumi e soprattutto delle attività industriali a livello mondiale hanno drasticamente ridotto i volumi di merce trasportata, in particolare nella prima metà dell’anno. Ne ha risentito specialmente il settore del trasporto aereo le cui attività, in alcuni periodi, si sono quasi azzerate, mentre quello marittimo (container) è riuscito a limitare le perdite.

La ripresa degli scambi nel 2021 ha però dato una forte iniezione di ottimismo. Il settore del cargo aereo, ad esempio, continua ad espandersi, seguendo una cosiddetta curva V-shaped. A febbraio 2021 è stata registrata una crescita, in termini di tonnellate-chilometro trasportate, del 10,8% rispetto a febbraio 2020 e del 9% rispetto a febbraio 2019. La domanda di trasporto è sostenuta, oltre che dai prodotti del pharma, dal boom dell’e-commerce, modalità di acquisto cresciuta esponenzialmente nei periodi di lockdown ed entrata ormai nelle abitudini dei consumatori.

Anche gli aeroporti italiani hanno goduto di una buona ripresa dei traffici, con un aumento del 12,1% nel 1° trimestre del 2021 sullo stesso trimestre del 2020. Il principale aeroporto cargo italiano, Milano MXP, ha segnato una crescita record del +48,4%, concentrando in questo inizio d’anno il 69% del traffico aereo merci nazionale (era il 61% nel 2020).

Come accennato, il traffico marittimo è riuscito a contenere le perdite: secondo le ultime stime il numero di container trasportati nel 2020 si è collocato intorno ai 168 milioni di Teu, con una flessione dell’1,2% rispetto al 2019 (Dynaliners). Ma già nei primi tre mesi del 2021, la crescita stimata è stata del 10,7% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2019.

L’incremento ha riguardato in particolare i traffici intercontinentali (+12,2%), piuttosto che quelli infra-regionali (+7,9%). Nel quadro di crescita del 1° trimestre 2021, un aumento particolare è stato registrato dall’export del Far East (+18,9%) e del Medio Oriente insieme al Sub Continente Indiano (+10,2%), mentre è diminuito del 7,4% quello dal Nord America.

Per quanto riguarda l’Italia il traffico container del 2020 ha mostrato una sostanziale tenuta, con una movimentazione di 10,68 milioni di Teu, solo lo 0,8% in meno rispetto al 2019. Una diminuzione contenuta rispetto alla crisi complessiva del Paese; tuttavia, va osservato come il volume di container movimentato dai nostri porti da anni non vari in modo significativo, oscillando su valori di poco superiori ai 10 milioni di Teu.

Gli altri porti del Mediterraneo (non italiani) hanno evidenziato un maggiore dinamismo, movimentando complessivamente 32,2 milioni di Teu, il 2,6% in più rispetto al 2019. Da sottolineare la performance di Tanger Med (+20,8%), diventato ormai il maggiore scalo del Mediterraneo. Nello stesso periodo, i porti del Northern Range hanno evidenziato una flessione dei loro traffici del 3,1%, con 43,8 milioni di Teu movimentati.

Come nel caso del settore del cargo aereo, anche in quello del trasporto marittimo di container si nota, nel 1° trimestre del 2021, una significativa ripresa dei traffici a livello globale (+13,5%), trainata dai porti cinesi e statunitensi. Più sfaccettata la situazione in quelli mediterranei, che risentono della più difficile situazione economica dei Paesi europei. Nel caso dei porti italiani, il traffico nel 1° trimestre 2021 è rimasto sostanzialmente invariato (c.a. 1,3 milioni di Teu), con in calo Genova (-8,6%), Livorno (-7%) e Napoli (-1,5%), in crescita Trieste (7,8%), La Spezia (6,1%) e Salerno (5,4%).

Di recente UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) ha diffuso il Port Liner Shipping Connectivity Index (PLSCI) relativo al 2020. L’indice misura il grado di connettività di quasi 1.000 porti container nel mondo e vede al primo posto il porto di Shanghai (137,74 punti), seguito da Singapore (127,17) e Ningbo (120,17). Il primo in Europa è il porto di Rotterdam (94,69). Per quanto riguarda quelli italiani al primo posto si colloca Gioia Tauro (35°), seguito da Genova (44°), La Spezia (74°), Trieste (105°) e Livorno (145°).

Un’ultima osservazione rispetto al traffico marittimo: la ripresa trainata dalla domanda di trasporto proveniente dall’Asia e dagli Stati Uniti, unita alla crescente concentrazione nel settore del trasporto marittimo dei container, all’aumento del potere di mercato delle compagnie verso i clienti (spedizionieri e caricatori) e i fornitori (gestori dei terminal), l’attenta gestione delle blank sailing, ha comportato un aumento senza precedenti dei noli. Il China Containerized Freight Index (CCFI), un indice composito che riflette l’andamento dei noli richiesti per i servizi dai porti cinesi diretti verso le principali aeree geografiche, è cresciuto di circa 3,4 volte da novembre 2020 a maggio 2021, per quanto riguarda quelli verso il Mediterraneo e di tre volte per quelli diretti verso i porti del Northern Range.

 

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