MAGGIO 2021 PAG. 56 - PLN, accordo quadro tra UIRNET e Guardia Costiera
Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto e UIRNET (Unione Interporti Riuniti Network) hanno siglato un accordo quadro finalizzato alla condivisione di dati ed informazioni, utili all’implementazione della piattaforma logistica nazionale. La PLN, inserita dal 2013 nel programma delle infrastrutture strategiche è stata istituita con l’obiettivo di migliorare efficienza, sostenibilità e sicurezza del trasporto merci e della logistica, favorendo l’interconnessione dei nodi di interscambio modale (ferro, gomma, nave), l’omogeneizzazione dei Port Community System e l’armonizzazione complessiva del sistema con la maritime single window, l’interfaccia unica costituita dal PMIS gestito dalle singole Capitanerie di porto. L’integrazione tra le differenti modalità di trasporto, permette, ad esempio, al singolo vettore stradale di accedere ad un circuito informativo per sapere in quale momento potrà accedere all’ambito portuale per caricare, conoscendo, con adeguato anticipo, i tempi di arrivo della nave e la disponibilità in banchina del carico. Un processo che, oltre ad essere in linea con un criterio di efficienza della catena logistica, opera a supporto della sostenibilità ambientale dell’intero sistema, regolando l’afflusso dei mezzi gommati alle aree portuali. L’accordo valorizza il supporto che il Comando generale delle Capitanerie di porto – Guardia costiera, quale nodo primario di scambio delle informazioni sul traffico marittimo mercantile, e le singole autorità marittime sono in grado di offrire alla filiera logistica del Paese, mediante la cooperazione applicativa tra i rispettivi sistemi informatici, con effetti positivi sui cicli operativi, amministrativi ed autorizzativi legati al transito delle merci in ambito portuale. L’implementazione dell’accordo porrà le premesse per strutturare la necessaria collaborazione per il miglioramento dei livelli di sicurezza delle aree e delle attività marittimo/portuali, grazie alla condivisione di servizi volti a gestire e distribuire le informazioni pertinenti (es. permessi di accesso, titoli di imbarco e sbarco, autorizzazioni all’imbarco e al trasporto di merci pericolose, misure di disciplina e controllo degli spazi demaniali). Oltre che al supporto strettamente operativo legato al ciclo delle operazioni portuali, l’accordo si prefigge di favorire lo scambio informativo tra UIRNet ed il Comando generale per lo sviluppo di analisi e/o studi sulle dinamiche dell’intermodalità e le connesse necessità infrastrutturali ed organizzative.
Crimini ambientali i risultati di “30 days at sea 3.0”
Nello scorso mese di marzo, sotto il coordinamento nazionale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, si è svolta l’operazione globale ambientale denominata “30 days at sea 3.0”. Pianificata a livello internazionale dall’INTERPOL, l’operazione ha visto la partecipazione di 67 Paesi, coinvolgendo – per l’Italia – anche tutti i comandi territoriali della Guardia Costiera, a cui la normativa vigente riconosce specifiche competenze in materia di tutela dell’ambiente marino e costiero. L’azione ha portato all’effettuazione di oltre 20.000 controlli e all’accertamento di 620 illeciti ambientali, per un ammontare delle sanzioni pecuniarie accertate di circa un milione e 200 mila euro. Molteplici le attività svolte: dal controllo dell’inquinamento prodotto dalle navi, all’esame del tenore di zolfo presente nei carburanti utilizzati; dal monitoraggio remoto del traffico marittimo alle ricognizioni con mezzi aeronavali e tecnologie satellitari. Un importante target ha riguardato l’inquinamento terrestre e fluviale con impatto sull’ambiente marino. In tal senso sono state molte le criticità sulle quali si è intervenuti. È stata rilevata, in particolare, in alcuni casi, l’inadeguatezza degli impianti di depurazione, la presenza di scarichi idrici illegali e l’abbandono sul territorio di grandi quantità di rifiuti non correttamente trattati. Fenomeni, questi, che contribuiscono in maniera determinante ad accrescere la presenza in mare di plastiche e microplastiche. Gli accertamenti relativi all’inquinamento terrestre e fluviale hanno portato al sequestro di circa 105.000 metri quadrati di superfici, equivalenti a 14 campi di calcio. A questo riguardo l’attenzione si è concentrata anche sul traffico illegale dei rifiuti attraverso i porti e diretti all’estero, in violazione della normativa comunitaria e nazionale, anche con l’utilizzo di documentazione falsificata. Un’attività – questa – non solo illegale, ma che è causa di ingenti danni ambientali per tutti quei Paesi che sono vittime degli stessi traffici. Per l’operazione sono stati mobilitati tutti i Comandi territoriali del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera con la partecipazione delle componenti operative aeronavali, subacquee e dei laboratori di analisi ambientali mobili per un totale di 70 missioni aeree e 202 ore di volo, 1500 missioni navali e 13 missioni subacquee, mentre a terra, per lo svolgimento delle attività di controllo e intelligence sono stati percorsi quasi 30 mila km.
Sandro Minardo