MAGGIO 2021 PAG. 41 - Cina centrale, cresce il ruolo dell’area lungo la BRI

 

Nel quadro della ripresa economico cinese post-Covid spiccano i risultati positivi delle province centrali del Paese, area considerata strategica nelle scelte del governo, impegnato a bilanciare i livelli di sviluppo di questa parte della Cina rispetto alle più ricche regioni costiere.

Sotto questo aspetto la recente XII edizione del Central China Investment and Trade Exposition (Expo Central China 2021) ha rappresentato l’occasione per presentare lo stato di salute e le prospettive economiche, attraverso 71 mostre, forum e attività di matchmaking di progetti, per le sei province dello Shanxi, Henan, Anhui, Hubei, Hunan e Jiangxi.

Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, le province centrali hanno registrato una forte crescita economica negli ultimi anni: dal 2016 al 2019, il prodotto interno lordo (PIL) è aumentato da 16.100 miliardi di yuan (circa 2.500 miliardi di dollari) a 21.900 miliardi di yuan (3.400 miliardi di dollari). La popolazione residente permanente nella regione, che ammonta a 370 milioni, rappresenta più di un quarto del totale della Cina: non solo dunque una riserva importante di forza lavoro ma anche un ampio mercato di consumo connesso ad una rete di trasporto particolarmente sviluppata, che conta numerosi interporti, aeroporti, oltre alla ferrovia e al trasporto via acqua.

Zhengzhou, capoluogo della provincia centrale cinese di Henan, costituisce già da alcuni anni un hub di trasporto chiave, in quanto si trova all’incrocio della rete ferroviaria nazionale. Per migliorare il collegamento con l’Europa, in città è stato costruito un porto interno per la gestione dei treni merci lungo la BRI. Stando ai dati delle autorità cinesi, il numero di viaggi dei treni merci è balzato da 13 nel 2013 a 1.126 nel 2020, e il relativo valore del carico è passato da 50 milioni di dollari nel 2013 a 4,3 miliardi di dollari nel 2020.

Ad alimentare questa attività la presenza di alcune delle più sofisticate industrie manifatturiere. È qui, ad esempio, che viene prodotto l’acciaio “strappabile a mano” – un nastro ultrasottile – utilizzato principalmente nella produzione di schermi flessibili, substrati solari fotovoltaici, airbag per automobili e materiali di rivestimento di fascia alta e che questi prodotti rendono gli schermi pieghevoli e i telefoni cellulari più leggeri e più durevoli.

A Hefei, capoluogo della provincia di Anhui, è in costruzione invece un parco industriale per veicoli elettrici intelligenti di 1.130 ettari. Si stima che il parco sarà in grado di produrre 1 milione di veicoli elettrici intelligenti e 100 GWh di batterie all’anno, con una produzione annuale stimata di 500 miliardi di yuan.

Dal 2006 al 2020, anche grazie all’insediamento di cluster ad alta tecnologia (il Wuhan East Lake High-Tech Development Zone nella regione dell’Hunan) e ad una progressiva specializzazione nelle auto elettriche, il volume delle importazioni ed esportazioni delle sei province centrali è aumentato da 53,6 miliardi a 387,3 miliardi di dollari. In termini reali, gli investimenti esteri annuali attratti nella regione sono aumentati da 3,42 miliardi a 7,94 miliardi di dollari.

E’ anche per questo motivo che all’inizio dell’anno l’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista della Cina (CPC) ha rivisto la linea guida sulla promozione dello sviluppo di alta qualità della regione puntando ad un nuovo sistema di apertura in grado di favori l’integrazione dell’apparato produttivo e logistico con quello dei paesi lungo la Belt and Road.

E i primi frutti sono arrivati presto. I software di stampa 3D realizzati nell’area sono diventati un punto di riferimento per istituzioni educative di tutto il mondo mentre a Hunan è stata istituita una zone pilota di libero scambio per studiare le politiche per facilitare le importazioni e il commercio elettronico transfrontaliero. Tra le prime azioni intraprese la delocalizzazione – sia produzione che centro ricerca – in Malesia di uno stabilimento per moduli solari.