FEBBRAIO 2021 PAG. 24 - Impegno antipirateria dell’Italia nel Golfo di Guinea
L’industria marittima rimane estremamente preoccupata per il continuo aumento degli attacchi armati contro le navi mercantili nel Golfo di Guinea. Attraverso il lancio del concetto CMP, l’UE sta compiendo un primo passo positivo per mettere in comune e coordinare le risorse degli Stati membri nella regione, collaborando con gli Stati costieri per trovare soluzioni a questo problema complesso. Tuttavia, resta ancora molto da fare per garantire la sicurezza delle navi e dell’equipaggio in transito nel Golfo di Guinea.
Il numero di attacchi contro le navi nella regione e il rapimento di equipaggi a scopo di estorsione è esploso negli ultimi anni con alti livelli di violenza. Si stanno perdendo vite ed è necessaria un’azione rapida da parte delle autorità locali e internazionali per frenare questa tendenza.
“Il CMP è un buon passo aggiuntivo e una base per ulteriori azioni. Sosteniamo l’ulteriore implementazione di questo concetto con un occhio ai vantaggi pratici per il trasporto marittimo europeo e internazionale nella regione. Vorremmo in particolare ringraziare gli Stati membri dell’UE che hanno assegnato risorse aeree e navali al CMP e invitiamo gli altri a fare altrettanto, al fine di contribuire a ridurre il livello di minaccia il più rapidamente possibile” ha affermato Martin Dorsman Segretario generale dell’ECSA.
Con l’operazione Atalanta in Africa orientale, l’UE ha dimostrato di essere all’avanguardia nell’affrontare la pirateria, ottenendo buoni risultati nella diminuzione degli attacchi negli ultimi anni. L’impegno politico dell’UE per trovare una soluzione anche in Africa occidentale nell’ambito del CMP è significativo, basandosi sui progetti di rafforzamento delle capacità in corso e sostenendo l’architettura di Yaoundé del coordinamento della sicurezza marittima regionale.
“Oltre alla stanchezza mentale e fisica causata dalla pandemia globale e dalla crisi del cambio dell’equipaggio, i nostri equipaggi sono sottoposti a un estremo stress psicologico a causa degli alti livelli di pericoli e rischi di morte a causa della pirateria dilagante nel Golfo di Guinea. È inaccettabile che ciò sia durato così a lungo” ha continuato Dorsman.
Confitarma, nel condividere in pieno quanto sostenuto dall’Ecsa, a cui aderisce in rappresentanza dell’armamento italiano, negli ultimi anni ha più volte richiamato l’attenzione sul preoccupante aumento di attività illecite (pirateria e armed robbery) spesso anche di carattere violento in Africa Occidentale, un’area strategicamente rilevante per la politica energetica italiana, nella quale si concentrano preminenti interessi nazionali (impianti offshore, terminal estrattivi, armamento di bandiera).
Secondo informazioni acquisite dagli operatori marittimi nazionali presenti localmente, nella maggior parte dei casi gli attacchi non sono isolati ma vengono condotti da vere e proprie organizzazioni criminali.
Nel 2020 erano presenti nel Golfo di Guinea, circa 25 società armatoriali italiane con oltre 100 navi battenti bandiera nazionale. Grazie alla consolidata collaborazione con la Marina Militare e il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, nel 2020 con la dislocazione nel Golfo di Guinea delle unità navali RIZZO e MARTINENGO è stato possibile effettuare, con il supporto di Confitarma due esercitazioni antipirateria: la prima, il 3 aprile, con la “Grande Dakar” del Gruppo Grimaldi e la seconda il 12 novembre con la LPG “Enrico Fermi” del Gruppo Carbofin S.p.A.Tali missioni di presenza e sorveglianza sono state particolarmente apprezzate dalle imprese associate a Confitarma, in primis dai Comandanti delle unità che operano nel Golfo che sono stati in costante contatto con i Comandi delle due unità.
P. M.