OTTOBRE 2020 PAG. 9 - UIR, definire un regime gestatorio di tipo privatistico
Pur avendo ancora notevoli potenzialità da esprimere, la rete interportuale rappresenta in Italia circa il 40 % del valore aggiunto rispetto a quello attivato da tutte le reti nazionali della logistica, compreso il mare. Complessivamente la Rete nazionale degli interporti dispone di circa 43 milioni di mq di aree, di cui 32 milioni mq di servizi logistici, 3 milioni di mq di terminal e 5 milioni di mq di magazzini, negli interporti italiani operano 1.200 aziende di trasporto con oltre 20.000 addetti, circa 65 milioni sono le tonnellate di merci movimentate con 50.000 treni e 25.000 mezzi pesanti partiti/arrivati nel 2019.
Con questi numeri, i prossimi 3 anni saranno decisivi per l’interportualità italiana. Con il vertice della UIR, Unione Interporti Riuniti, l’associazione nazionale che riunisce i 24 interporti italiani riconfermato con un consenso pressoché unanime ed istituzioni (Governo, MIT e Parlamento) finalmente consapevoli del ruolo determinante per il Sistema paese dell’intermodalità e del trasporto merci in generale, infatti, ci sono tutte le premesse per dare una svolta alle strutture interportuali italiane.
Il presidente dell’interporto di Verona, Matteo Gasparato, da poco è stato riconfermato alla guida dell’Unione - insieme a lui sono stati nominati Vicepresidenti Rocco Nastasi (Interporto di Livorno), Vicario, Giancarlo Cangiano (Interporto Sud Europa) e Claudio Ricci (Interporto Campano) – e ha tracciato gli obiettivi per il prossimo triennio della UIR, tra cui: la semplificazione amministrativa e fiscale per le società di gestione interportuale e la crescita dell’intermodalità nazionale mediante lo sviluppo di efficienti collegamenti tra interporti e porti italiani. «Il punto di partenza, per il prossimo triennio - ha dichiarato Matteo Gasparato - è costituito dalle attività svolte negli ultimi anni di presidenza, a partire dalle interlocuzioni con il MIT, con il Ministro De Micheli ed in particolare con il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta, con i quali sono in essere tavoli per il rilancio del trasporto ferroviario e dell’intermodalità .
Ma l’azione principale, nei prossimi mesi, sarà soprattutto il completamento del percorso legislativo della Riforma della “Legge 4 agosto 1990, n. 240”. Difatti, tale tema è finalmente tornato al centro della discussione con il Governo e il Ministro dei Trasporto Paola De Micheli, che recentemente ha stanziato circa 50 milioni di euro a favore degli hub logistici. Ciò è importante perché, ad oggi, gli interporti italiani, unitamente a RFI Rete ferroviaria italiana, rappresentano gli snodi logistico - intermodali fondamentali del trasporto ferroviario merci, con raccordi su ferro e sportelli doganali, che sono nettamente distinti dalle piattaforme logistiche private.
C’è, tuttavia, una precisa richiesta da parte di tutte le infrastrutture logistiche nazionali, di cui UIR è portavoce: vale a dire la necessità che sia definito un regime gestatorio di tipo privatistico, affinché gli stessi possano essere competitivi sul mercato. Ed, inoltre, che nel DdL in discussione si affronti il tema della normativa fiscale, per evitare la attuale disomogeneità di trattamento su IMU e Tari e si definisca una normativa complessiva su VIA e VAS. A tal proposito, è particolarmente rilevante l’istituzione di un Comitato – come si può leggere nella bozza di legge - che finalmente consentirà di prevedere una programmazione evitando il proliferare di infrastrutture con un inutile consumo di suolo.
Per UIR, significativa anche la rinnovata sinergia con UIRNET, che ha dato avvio alla creazione di una cabina di regia - alla cui guida è stato nominato Zeno D’Agostino - che avrà il compito di coadiuvare e supportare il Consiglio di Amministrazione di UIRNet stesso nelle attività di elaborazione e nella realizzazione del nuovo Progetto di Piattaforma Logistica Digitale Nazionale, con il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria del trasporto.
«Riteniamo – ha sottolineato Gasparato – che il sistema degli interporti italiani debba rivestire un ruolo strategico per lo sviluppo del comparto logistico e del sistema industriale italiano; lo ha mostrato in questo periodo di emergenza sanitaria, dimostrando di essere essenziale e organizzato. Gli interporti italiani devono essere riconsiderati delle infrastrutture strategiche per il Paese, e per questo sarà necessario che venga garantita la loro funzione di infrastrutture di interesse pubblico».
Red.Mar.