OTTOBRE 2020 PAG. 42 - GNL, servire queste navi in Italia farà la differenza per il Paese
La prima operazione di bunkeraggio di GNL effettuato nel porto di La Spezia alla Costa Smeralda può rappresentare un punto di svolta nei processi di transizione energetica della portualità italiana, fin qui penalizzata, rispetto a Spagna e Francia, dalla mancanza di adeguata infrastrutturazione e da un “clima” non sempre favorevole alle innovazioni di processo. Non è un caso che il presidente dell’AdSP, Carla Roncallo, abbia posto l’attenzione principalmente sulla sicurezza con cui si è svolto il rifornimento, questione spesso agitata da chi si oppone all’uso di questa nuova tecnologia all’interno delle nostre aree portuali.
“Sono stati necessari quasi due anni di lavoro di un Tavolo tecnico coordinato dalla Capitaneria e partecipato da Autorità di Sistema, Comune della Spezia, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, ARPAL, ASL, Agenzia delle Dogane, Chimici di porto, Servizi tecnico nautici del porto della Spezia, SNAM Panigaglia, Associazioni di categoria e da tutti gli organismi autorizzati per la certificazione di sicurezza delle navi” ricorda, a proposito, una nota dell’ente portuale.
Per apprezzare l’importanza del traguardo è solo il caso di ricordare che, soprattutto nel settore crocieristico, il naviglio sta andando sempre di più in questa direzione. Carnival, ad esempio, ha commissionato la costruzione di 11 unità a GNL e MSC di altre quattro.
“Avere o meno la possibilità di servire queste navi anche in Italia, farà la differenza per il nostro Paese e la farà soprattutto per il nostro porto, nel quale sempre di più scalerà questo tipo di navi, anche per fare rifornimento, oltreché per godere delle bellezze di questo territorio” ha sottolineato la Roncallo.
Qualcosa si muove quindi in un panorama generale che, anche sul versante autostradale, mostra ancora non poche contraddizioni, soprattutto sotto l’aspetto dell’approvvigionamento della materia prima. Con 81 distributori stradali di GNL in attività lungo la penisola (dato Assogasliquidi riferito al primo semestre del 2020) l’Italia si conferma, infatti, il primo paese europeo nel settore davanti a Spagna (51) e Francia (37). Allo sviluppo dei punti vendita del gas naturale liquefatto per il trasporto pesante fa da contraltare, però, la totale mancanza di punti di stoccaggio, con una rete di distribuzione terrestre che è costretta a rifornirsi all’estero. Questa mancanza infrastrutturale pesa, come da premessa, anche sul comparto marittimo.
A correggere il tiro, entro la fine di quest’anno, è prevista l’entrata in servizio del deposito di GNL di Oristano. Nel 2022, poi, dovrebbe essere la volta di Ravenna. Un passo avanti verso il completamento di una moderna ed efficiente rete nazionale cui potrebbero contribuire una serie di progetti “small scale” in via di definizione a Venezia, Brindisi, Napoli (con il progetto presentato alla recente Naples Shipping Week da Edison e Q8) e Livorno.
Nel novero rientra anche la proposta avanzata da Ionio Fuel per la costruzione di un deposito da 20mila metri cubi nell’area industriale ex Corap di Crotone. Con un obiettivo preciso: valorizzare la posizione strategica dell’area, al centro del Mediterraneo, sia per intercettare il traffico marittimo sia per alimentare la rete del Sud Italia di distribuzione per il traffico pesante.
Ottenuto il Nulla Osta alla fattibilità dell’impianto da parte del Comitato Tecnico Regionale, il progetto è attualmente al vaglio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, con l’apertura della fase di procedibilità prevista dall’iter per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Nel frattempo Ionio Fuel ha siglato un accordo vincolante per l’acquisto dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’infrastruttura. Tempo previsto per l’avvio dei lavori: fine 2022.
Francesco S. Salieri