OTTOBRE 2020 PAG. 34 - Napoli punto di riferimento della transizione energetica
Il porto di Napoli potrebbe realmente diventare punto di riferimento al centro del Mediterraneo nel processo di transizione energetica che vede l’impiego di gas naturale liquefatto come alternativa ai combustibili fossili per il trasporto marittimo e quello pesante di terra. Dopo il recente riconoscimento di un finanziamento europeo (fondi CEF per l’ingegneria autorizzativa) per la progettazione di un deposito costiero Small Scale è stato presentato alla Naples Shipping Week la proposta di Edison e Q8 per una struttura di deposito da circa 20mila metri quadri da realizzarsi nell’area della Darsena Petroli. Ne parliamo con Fabrizio Mattana, SVP Gas Infrastructures & Small Scale LNG di Edison.
Da dove nasce la collaborazione con Q8?
Nella nostra strategia per la realizzazione di un network di depositi small scale lungo la penisola oltre a monitorare le condizioni di mercato e di sviluppo rapido di eventuali iniziative progettuali verifichiamo la possibile complementarietà con i soggetti attivi a livello locale. Lo abbiamo già fatto a Ravenna, in partnership con PIR, e contiamo di replicare lo stesso meccanismo qui a Napoli, dove la Q8 rappresenta il partner ideale per esperienza operativa e competenze tecniche. Tutte condizioni che possono agevolare la futura gestione dell’infrastruttura.
Napoli riuscirà ad attirare nuovi traffici legati al GNL?
L’obiettivo è fare del porto un punto di riferimento al centro del Mediterraneo e per il Sud Italia. Fin qui la mancanza di infrastrutturazioni di rifornimento ha frenato il passaggio al GNL sia a livello navale sia a livello di trasporto pesante via terra. Coprire il porto di Napoli rappresenterebbe un’accelerazione rispetto a tutte le incertezze dimostrate fino adesso nell’investire nella transizione energetica. Importante, per l’attuazione della proposta, l’indirizzo fornito in questa direzione dall’AdSP che si è mossa in coerenza con le linee guida in materia tracciate dall’Ue.
Quali saranno le caratteristiche tecniche dell’impianto?
Si tratterà di una struttura da circa 20mila metri cubi progettata dopo un’attenta analisi delle possibili condizioni future di mercato. Tra le sue peculiarità la possibilità di operare con una quota di bio-GNL e una certa flessibilità per quanto concerne il numero dei dispositivi per il carico-scarico delle navi.
È possibile dare un orizzonte temporale per l’operatività del deposito?
Molto dipenderà dall’iter autorizzativo, percorso che prospettiamo come abbastanza rapido, dato la valenza di interesse generale del progetto. Per quanto di nostra competenza possiamo indicare un tempo di realizzazione dell’opera che va dai 30 ai 36 mesi. Dunque, non prima del 2024.
I vantaggi derivanti dalla presenza di un’infrastruttura di questo genere?
A parità di dimensione e aree occupate, rispetto ai combustibili tradizionali, si parla di una riduzione delle emissioni di CO2 fino al 30%, degli ossidi di zolfo e azoto fino al 90% e di un azzeramento quasi totali delle polveri. Senza contare che il tipo di navi che attraccheranno in porto saranno molto più “pulite”.
In merito ai possibili timori sulla sicurezza?
Intanto esiste un approfondito percorso autorizzativo in materia che garantisce la corretta realizzazione e operatività dell’opera. Nel caso specifico possiamo contare su ulteriori due punti di forza: il primo è il grande know how accumulato dalla Q8 nella gestione dei traffici della Darsena Petroli; la seconda tutta l’esperienza che nel frattempo avremo accumulato nella gestione operativa degli impianti già presenti ad Oristano e a Ravenna. Ovviamente ci impegneremo in un’opera di corretta informazione nei confronti della popolazione.
Da dove arriverà il GNL?
Principalmente dal Qatar e dagli USA. Edison ad oggi può contare su un ampio e diversificato portafoglio di contratti a lungo termine e, nel caso, abbiamo tutti gli strumenti di conoscenza del mercato per adeguare ulteriormente l’offerta. Non a caso stiamo investendo in navi metaniere per il trasporto del gas dalla fonte ai terminal intermedi, compreso una bettolina da 30mila metri cubi che garantirà l’approvvigionamento al network mediterraneo attualmente in costruzione in Corea.
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