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NOVEMBRE 2020 PAG. 34 - La Smart Week di Genova palcoscenico di proposte


 

 La Genova Smart Week, giunta alla sesta edizione, è ormai un punto di riferimento per le politiche, le soluzioni e le tecnologie alla base dell’innovazione a servizio dei cittadini. Il polo più legato all’industria pesante del vecchio Triangolo Industriale è diventato negli ultimi anni un laboratorio a cielo aperto della digitalizzazione a favore della società, e la Smart Week la vetrina di queste innovazioni. 


Già dal titolo della conferenza d’apertura il messaggio è chiaro. Le “soluzioni e infrastrutture digitali per la smart city dei cittadini” sono presentate da un panel di altissimo livello, con rappresentanti dei protagonisti della ricerca, dell’industria e dell’amministrazione locali. Sì perché Genova sta creando un ecosistema di modello di produzione e diffusione dell’innovazione combinando i modelli Silicon Valley, Sofia Antipolis e laboratorio sul campo. Esso prevede istituzioni educative e di ricerca pubbliche e miste che forniscano persone e affianchino e supportino le attività private, fino a gemmarne di nuove con spin-off e start-up (modello Silicon Valley); messa a sistema di tutte le risorse strumentali presenti sul territorio sia in mani pubbliche che private (per esempio il nuovo supercomputer in fase di realizzazione presso Leonardo) e loro disponibilità tramite un modello open-access, anche attraverso la creazione di consorzi, piattaforme, entità di scopo (modello Sofia Antipolis); chiamata ed offerta da parte dell’amministrazione alle aziende innovative di altri territori di “utilizzare” Genova e dintorni come laboratorio d’innovazione per progetti specifici, tecnologici ma anche misti tecno-sociali (testimoni i diversi bandi nazionali ed europei vinti da colossi e medie aziende tecnologici grazie alla partecipazione delle amministrazioni locali).


L’edizione di quest’anno della Genova Smart City si concentra su alcune tematiche, derivate in parte dall’evoluzione tecnologica generale e in parte dallo specifico interesse del territorio. Sul primo fronte la “star” è sicuramente l’accoppiata mobilità e reti 5G. La sessione ad essa dedicata ospita infatti l’illustrazione dei progetti avviati ed in corso che mirano allo sviluppo e alla sperimentazione di una mobilità veramente connessa, dove il collegamento non è decorativo ma è fondamentale affinché i veicoli ed i servizi di mobilità possano funzionare. Proprio in questo la Smart Week rivela da subito la sua proiezione almeno nazionale: tra i progetti vi sono infatti le realizzazioni che la città di Torino sta effettuando sulla guida autonoma, lo spazio urbano network-centrico di un quartiere di Modena, realizzato col progetto europeo CLASS che mira a rendere ogni veicolo (e se del caso il conducente) in circolazione costantemente informato delle condizioni del traffico e del comportamento degli altri veicoli in tempo reale.


La mobilità è sotto i riflettori di questa edizione della settimana genovese anche in altri momenti. Un’intera giornata, l’ultima, è infatti dedicata ai diversi aspetti della mobilità intelligente: riduzione e eliminazione delle emissioni; mobilità come servizio, forse la sfida più complessa da vincere, perché implica che al centro dell’attenzione non ci sia più il veicolo e la sua fruizione, ma il percorso che la persona vuole compiere, al minor costo e nel minor tempo possibile; la mobilità leggera, che sino a qualche anno fa comprendeva solo le biciclette ma che oggi tra e-Bike, monopattini elettrici e altre cose anche più esotiche si è arricchita di offerte ed opportunità, che Genova in particolare, partita tardi, anche per ragioni orografiche si è impegnata a cogliere con un piano di realizzazione di piste ciclabili che procede speditissimo. 


A queste novità, Genova comunque affianca un piano di investimenti sul trasporto pubblico locale che prevede tra l’altro l’elettrificazione completa e il rilancio dei mezzi a sede propria nelle aree più orograficamente difficili.
Le recenti vicende hanno spinto Genova a riflettere su se stessa in quanto città e sul territorio sulla quale insiste e da cui dipende, soprattutto per le infrastrutture, il suo essere centro economico, a partire dal porto, oggi la più importante porta verso la maggior area produttiva d’Italia, la Pianura Padana. Il territorio genovese e ligure è quello che è, montagnoso, in molti punti con rilievi a bordo costa, con una situazione idrogeologica complicata. La risposta deve essere per forza di cose prima difensiva, ma poi propositiva. La tecnologia è centrale anche qui. Un’intera sessione della settimana, cosa che non si trova spesso nelle manifestazioni sulla Smart City, è tutta dedicata al monitoraggio del territorio e delle infrastrutture che lo attraversano, ma anche della loro manutenzione produttiva. L’obiettivo è prevenire e se del caso intervenire prima che si verifichi il disastro; gli strumenti vanno dai droni, ai satelliti (con i radar si scoprono le frane prima che si verifichino “spiando” gli abbassamenti e gli slittamenti anche millimetrici del suolo), alle reti pervasive di sensori a basso consumo, naturalmente collegati in rete, anche 5G, sino alla realizzazione dei “gemelli digitali” di opere, infrastrutture, interi tratti di territorio, con i quali scoprire i segnali deboli e la catene di concause dei disastri molto prima che si avviino in modo inarrestabile. Ma anche per meglio gestire e pianificare gli investimenti e gli interventi.
I digital twin non sono limitati al ruolo di ausilio del monitoraggio delle infrastrutture. Si è da tempo passati a clonare virtualmente impianti complessi, come i porti. E’ noto che un consorzio è al lavoro su Genova, guarda caso con molti dei protagonisti del lavoro di strumentazione e realizzazione di robot per la manutenzione del nuovo Ponte San Giorgio. 


Parlando di porto non si può che parlare di mare. Nel 2023 a Genova arriverà l’Ocean Race, la grande e notissima regata velica oceanica. Nel programma di avvicinamento all’evento vero e proprio, un ruolo fondamentale sarà rappresentato dal Blue District, appena inaugurato, insieme luogo fisico e virtuale deputato ad ospitare e stimolare progetti a favore dell’Economia del Mare, nei due aspetti della sostenibilità accessibile (nel senso che coinvolga tutti gli “utenti del mare”, dalle aziende ai cittadini) e della accessibilità sostenibile, che promuova l’interazione con il mare per tutti attraverso lo sport, l’educazione e la cultura. Queste due tematiche sono oggetto dell’Hackaton Blu, rivolto a studenti, associazioni e startup, che si concluderà proprio a metà della settimana.


La sostenibilità non si limita al mare, tutta la città ed il territorio devono essere sostenibili. Non si tratta di far sparire dagli occhi i rifiuti, come nell’impostazione di quasi tutte le amministrazioni locali, ma di favorire la crescita di un’economia, non a caso detta circolare, che si alimenta dai rifiuti recuperati, riutilizzati e riciclati da una parte, ma cambia i paradigmi di progettazione e di produzione in modo da ridurre il più possibile le materie non riciclabili utilizzate. La sessione dedicata, ormai in programma da tre edizioni, tratta i temi più caldi del settore, dal riciclo delle bioplastiche alla sostenibilità economica e all’uso delle risorse finanziarie disponibili ma disperse o dirottate, dal ciclo delle acque urbane sino al tema dell’idrogeno verde e della valorizzazione energetica.  


Infine, la città come luogo abitato. Spesso il sostantivo e l’aggettivo sembra vadano per proprio conto. Di solito, i progetti e le attività di rigenerazione urbana guardano ai palazzi e al massimo alle strade. Ma un centro storico, per esempio, come quello di Genova, il maggiore d’Europa, non è un museo o un parco a tema. E nemmeno un esperimento di gentrification (ce ne sono stati già troppi). Farlo rinascere vuol dire rigenerarlo anche dal punto di vista sociale ed umano. Se si garantisce la sicurezza di una via, di una piazza, di un rione, si incoraggiano gli abitanti a restare e a impegnarsi con il proprio lavoro ed i propri capitali. A sua volta, la sicurezza urbana attira visitatori, e si attiva un circolo virtuoso che veramente porta alla rinascita. Genova ha così presentato un progetto e un piano di interventi che prevede l’accesso e l’utilizzo ai fondi Recovery della UE, ma ha anche, in modo non dividibile, concentrato l’attenzione sullo sviluppo di servizi ai cittadini utilizzando le tecnologie più recenti, come l’Internet delle Cose, il 5G e in futuro anche la robotica autonoma. E così, siamo tornati all’inizio.

Francesco S. Salieri

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