SETTEMBRE 2020 PAG. 47 - Nel momento di difficoltà la logistica ha fatto la sua parte
Dai bollettini con l’escalation dei contagiati alle conferenze stampa serali del Premier Conte sui provvedimenti sanitari e su quelli per l’economia. Da un Paese in lockdown alle merci che intasavano le banchine di alcuni porti fino a oggi, dai decreti per la ripartenza al confronto in sede UE.
In tutti questi mesi, sei ormai a essere precisi, Confetra e tutte le sue articolazioni non hanno mollato la presa nemmeno per un’ora. Giorno e notte a studiare, proporre, contestare, sostenere. Ecco come il Direttore Generale della Confederazione della Logistica e dei Trasporti, Ivano Russo, racconta questo lungo periodo.
Partiamo dai primi giorni del lockdown, quelli dell’incertezza su come affrontare un nemico invisibile come il Covid, con la logistica che continuava comunque a lavorare ma in una situazione quasi surreale.
“L’immagine che ho più presente di quei primi giorni è quella dei camion in coda al confine italiano. C’era un sentiment che andava per la maggiore in quei giorni di febbraio, nel resto dell’Europa: eravamo considerati come gli appestati del Continente. Una sensazione diventata realtà a causa dei provvedimenti spesso discriminatori assunti da diversi Paesi europei nei confronti degli autotrasportatori italiani, che altro non facevano che portare merci laddove c’era bisogno. Una sensazione dura da ricordare. Poi ho impressa nella mente la grande tensione che pervadeva gli incontri con il Governo, perché occorreva prendere decisioni praticamente al buio, non conoscendo bene il nemico che si doveva combattere. Ma era noto invece benissimo che si sarebbero dovuto rifornire, ad esempio, i supermercati di generi alimentari, portare le materie prime alle aziende manifatturiere rimaste aperte e farmaci agli ospedali e alle farmacie. Fermarci avrebbe significato dare un colpo tremendo a ogni possibilità di ripartenza”.
Come sono stati i primi colloqui con il Governo?
“Abbiamo scritto la prima lettera di sensibilizzazione all’Esecutivo il 30 gennaio, sul tema del blocco dei voli Italia-Cina. Da lì è iniziato un fittissimo scambio di elementi utili a capire la situazione e ad affrontare i problemi man mano che si presentavano. E’ stato così per liberare le banchine dalle merci che arrivavano dall’estero e si accumulavano per la chiusura dei magazzini della committenza. Ricordo la frenesia delle ore che seguirono la pubblicazione dei codici Ateco che individuavano le attività che potevano lavorare e quello che dovevano restare ferme. Non bastava dire ‘i porti restano aperti’, bisognava indicare nel dettaglio le attività fondamentali perché questa circostanza si verificasse. E’ stato così anche per il cargo aereo, il cargo ferroviario, l’autotrasporto. Il Governo tutto, ed i Ministri Patuanelli e De Micheli, hanno concesso sempre le deroghe necessarie, consentendo alla logistica e al trasporto merci di assolvere la propria indispensabile indicazione”.
Ecco, parliamo della strategia della Confederazione. Come si è delineata giorno dopo giorno?
“Si è consolidata una collaborazione sempre più stretta, sui tanti aspetti assolutamente nuovi che quotidianamente emergevano. Un esempio emblematico è rappresentato dalla cooperazione day by day Governo-CTS-categorie al fine di consentire il lavoro in sicurezza. Furono giorni frenetici, dove occorreva far coesistere il contrasto alla diffusione del virus con la necessità di tenere in vita il Paese”.
Questo lavoro costante a quali risultati ha portato?
“Ho citato il lavoro fatto sui codici Ateco. Grazie a quel lavoro costante sono stati abilitati a lavorare i servizi accessori al trasporto, i magazzini sono stati riaperti, i terminal hinland e portuali hanno continuato a lavorare a pieno regime nonostante il crollo dei volumi legati alla crisi economica internazionale. Devo dire che siamo stati accompagnati in questo lavoro dal Governo, anche nel costruire il rapporto con il sindacato poi sfociato nel protocollo di settore per la sicurezza. E’ stata riconosciuta la funzione di chi lavora nella logistica, emersa in tutta la sua straordinarietà proprio durante la pandemia. E’ vero che certe attività, come il trasporto delle merci, espongono al contagio più delle altre, e quindi è stata importante la collaborazione del Governo così come la comprensione del sindacato nel favorire la continuità nelle consegne. Conservo un ricordo positivo di quelle giornate, al netto della fatica e di un confronto non sempre in discesa, perché è emerso, tra le parti, un grande senso di cooperazione ispirato dalla comune volontà di operare per far rialzare il Paese”.
Chiudiamo parlando dei recenti provvedimenti approvati dall’Unione Europea a sostegno dell’Italia e che fanno ancora discutere. L’opinione di Confetra?
“Il nostro giudizio è positivo. Il Paese si è aggiudicato un risultato importante che vale 209 miliardi di euro, al netto del principio di solidarietà e azione comune tra tutti i 28 Stati membri. Obiettivo affatto scontato. Adesso comincia la partita più importante, quella della destinazione e della concreta spesa di quei fondi. E qui bisogna dare sbocchi operativi al confronto svoltosi agli Stati Generali. Noi abbiamo chiesto al Governo che essi vengano destinati a misure di sostegno per la crescita del settore, alla realizzazione delle infrastrutture, alla semplificazione. Auspichiamo poi che proceda speditamente il piano ‘Italia Veloce’ della Ministra De Micheli. Ed ancora digital transformation e svolta green per rendere la logistica italiana davvero attrattiva e competitiva. Dobbiamo essere consapevoli che ci giochiamo la credibilità del Paese. Siamo entrati nella ‘fase 4’, quella del fare. Una partita decisiva”.