SETTEMBRE 2020 PAG. 38 - NEWS OBOR
Nasce la prima piattaforma logistica provinciale della BRI
L’istituzione ufficiale della Jiangsu International Rail Freight Express, presentata in occasione della firma di un MOU tra la nuova compagnia e il gruppo logistico olandese GVT, rappresenta un’importante novità nell’ambito della BRI. Per la prima volta un operatore logistico non fa più riferimento ad una singola città ma mette a sistema un’intera provincia. La nuova compagine, infatti, interamente pubblica, vede il suo capitale detenuto al 51% dalla Jiangsu Overseas Group, una delle principali società commerciali per l’importazione e l’esportazione dell’area, per il 36% da 4 città della provincia e per il 13% da Sinotrans Changjiang Shipping. Vengono così fuse le attività delle 4 società ferroviarie internazionali esistenti (di Nanjing, Xuzhou, Suzhou, Lianyungang). Tra le prime provincie a vantare collegamenti con China Europe Express, lo Jiangsu ha gestito nei primi sette mesi del 2020 un totale di 899 treni verso l’Europa, con una crescita del 48,9% che la pone al quarto posto tra le aree della Cina più attive della BRI. Ad oggi la provincia è collegata con oltre 50 destinazioni finali attraverso 16 collegamenti regolari. Nel prossimo futuro, il marchio unificato “Rail Jiangsu” continuerà il suo servizio, gestendo i volumi esistenti e le risorse delle precedenti compagnie ferroviarie municipali per sostenere le aziende manifatturiere e commerciali del territorio.
Il Covid fa bene alla BRI ferroviaria
Il grave impatto della pandemia di COVID-19 sui trasporti internazionali ha rilanciato il ruolo dei servizi ferroviari tra la Cina e l’Europa come dimostrato dall’aumento del numero di convogli in transito, dall’apertura di nuove rotte e dal volume dei carichi gestiti negli ultimi mesi. A fare il bilancio della situazione l’agenzia Xinhua che ha messo in fila le performance relative ad alcune provincie e regioni del Paese. Nella metropoli sud-occidentale di Chongqing, ad esempio, la circolazione ferroviaria ha raggiunto i livelli più alti di sempre: alla fine di luglio i convogli avevano trasportato ben 39.000 tonnellate di prodotti solo per la prevenzione del contagio da Coronavirus, secondo i dati divulgati dalla China State Railway Group Co. Ltd. Lo scorso mese, il numero di treni merci in servizio sulle linee ferroviarie tra la Cina e l’Europa ha raggiunto il record di 1.247, in aumento del 62% su base annua, trasportando 113.000 TEU di prodotti, in crescita del 66%. Stesso discorso per la provincia centrale cinese dello Henan che ha registrato un aumento del 28,8% su base annua degli scambi con i Paesi lungo BRI. Il commercio tra lo Shandong e le nazioni BRI ha invece raggiunto nello stesso periodo i 346,3 miliardi di yuan, in crescita del 5,5% su base annua, pari al 30,4% del totale degli scambi con l’estero della provincia orientale cinese. Secondo il ministero del Commercio di Pechino, gli investimenti diretti non finanziari delle imprese cinesi nei Paesi BRI avevano raggiunto i 10,27 miliardi di dollari tra gennaio e luglio, in aumento del 28,9% su base annua. Tra il 1 gennaio e il 20 agosto, la città di Xi’an, una delle principali aree urbane lungo la Silk Road Economic Belt, aveva registrato la partenza di 2.305 treni merci, circa 1,9 volte il numero di convogli partiti nello stesso periodo dell’anno scorso, trasportando un totale di 1,79 milioni di tonnellate di prodotti, pari a 1,8 volte il volume dei carichi spediti nel medesimo lasso di tempo del 2019.
La Cina vuole un suo sistema di mediazione per le controversie in ambito BRI
Pechino punta alla realizzazione di una piattaforma internazionale di mediazione per risolvere le controversie commerciali nell’ambito della cooperazione tra i paesi che partecipano alla Belt and Road Initiative. È quanto emerso dalla 2020 China International Fair for Trade in Services. Il Beijing Retio Legal and Commercial Service Center for Belt and Road Initiative, che si occupa di costruire la piattaforma, alla fine di agosto aveva accolto già 2.444 casi e mediato con successo 1.310 di essi. L’obiettivo è quello di realizzare entro 5-10 anni una struttura di uffici di mediazione online e offline nei Paesi BRI, con almeno mille mediatori professionisti cinesi e stranieri. Il centro ha affermato che le imprese cinesi hanno un urgente bisogno di legali, finanziari e altri servizi professionali. L’idea è quella di attingere dall’esperienza internazionale e di costruire un sistema di operazioni di mediazione con caratteristiche cinesi che soddisfi le esigenze di risoluzione delle controversie commerciali internazionali.