SETTEMBRE 2020 PAG. 20 - Crociere, auspicabile standard comune per la sicurezza
Difficilmente le compagnie crocieristiche perseguiranno nei prossimi anni una strategia di integrazione orizzontale come nel settore container. “C’è una complessità e una varianza nelle aspettative della clientela che rendono praticamente impossibile standardizzare tutti i servizi sull’azienda. Piuttosto il comparto evolverà verso soluzioni operative e tecnologiche sempre più eco-sostenibili”. Leonardo Massa, Country Manager Italia di MSC Crociere, spiega a PORTO&Interporto come sarà il mondo delle crociere post-Covid.
In che misura la pandemia ha impattato sull’operatività del settore?
La lenta ripresa dell’attività sta vedendo l’affermazione di un nuovo paradigma incentrato sulla sicurezza. Un fattore che investe non solo turisti ed equipaggi ma anche le comunità coinvolte nei porti di sbarco. I nuovi protocolli incidono fortemente sulla fruibilità stessa delle navi, con una ripartenza che avviene con tassi di occupazione più bassi rispetto alla normalità che ci siamo lasciati alle spalle. Questo, però, significa anche un diverso rapporto con il prodotto nave. Discorso simile per le escursioni. Con la rarefazione generalizzata delle presenze turistiche nelle mete più ambite i feedback restituiscono una crescente soddisfazione per esperienze vissute in modo meno congestionato e più profondo. Di fatto stiamo scoprendo un nuovo mondo.
È auspicabile una armonizzazione delle procedure di sicurezza?
Siamo partiti per primi, sviluppando protocolli appositi con team di esperti. Siamo concentrati in una continua opera di miglioramento e approfondimento. Sotto questo aspetto la nostra esperienza può rappresentare una best practice nella direzione, che auspico, di una standardizzazione delle regole di sicurezza da seguire.
La pandemia modificherà in modo profondo il modello di business delle crociere?
Le navi, quando la crisi sanitaria sarà risolta, continueranno a viaggiare piene. Il modello di sviluppo del settore sarà simile a quello passato. Come per ogni evento del genere si porterà dietro ciò che di positivo è stato sviluppato per garantire l’efficienza operativa. Piuttosto il fattore che farà la differenza sarà l’impegno, chiesto innanzitutto dai clienti, per la eco-sostenibilità .
Cosa sta facendo MSC in questa direzione?
Abbiamo in atto grandi investimenti in tecnologie innovative. Innanzitutto, a partire dal 2020, siamo la prima compagnia del settore “carbon free”: laddove non si riesce ad azzerare le emissioni siamo impegnati in progetti di riforestazione e ristoro ambientale in grado di compensare la nostra impronta ambientale. Poi abbiamo in costruzione navi di ultima generazione con propulsione a LNG, speciali vernici ecologiche, ottimizzazione energetiche. L’obiettivo finale sono le crociere a impatto ambientale zero.
Ciò dovrà comportare anche una diversa infrastrutturazione portuale?
Ovviamente si. Non si tratta più solo di avere fondali adeguati. Quella è una precondizione cui devono seguire servizi adeguati e in linea con l’obiettivo di preservare l’ambiente: dalla capacità di rifornimento di LNG all’elettrificazione delle banchine, dallo smaltimento dei rifiuti ai collegamenti intermodali. Per il nostro settore i porti devono configurarsi come un essenziale snodo logistico, un acceleratore per la crescita delle attività sul territorio.
Come scrollarsi di dosso l’immagine negativa delle navi da crociere bloccate nei porti?
La sfida, come dicevo, è quella della massima sicurezza. Raggiunto l’obiettivo saranno i clienti la nostra migliore pubblicità . Al momento registriamo una incoraggiante ripresa di interesse per il prodotto crociera da parte dei giovani. La conferma degli sforzi che abbiamo effettuato negli anni per incrociare questo tipo di clientela. Per il resto fa fede la ricetta del successo degli ultimi 25 anni.
Quale?
Pur essendo un’azienda globale abbiamo mantenuto un carattere eminentemente familiare. È questo il nostro valore vincente.
Giovanni Grande