LUGLIO 2020 pag. 54 - Il Cluster Marittimo si rilancia con la Naples Shipping Week
28 settembre – 3 ottobre sono le date da segnare in agenda: torna come in ogni anno pari la settimana dello shipping di Napoli, che ad anni alterni con la corrispondente genovese è la maggiore manifestazione del cluster marittimo italiano. Nel mercato alcuni dubitavano della puntualità , ma grazie all’impegno e all’audacia dei promotori, il Propeller Club Port of Naples, e degli organizzatori (Clickutility Team, affiancato per l’agenda da Studio Comelli) la Naples Shipping Week quest’anno sarà la prima manifestazione di settore post-emergenza dell’intero bacino del Mediterraneo.
Non solo, con un formato misto in presenza e live streaming punta sulla tecnologia per allargare il suo bacino di pubblico e di protagonisti. Il programma della settimana, dopo un’apertura con le autorità locali e nazionali, prosegue con due giornate dedicate a webinar in live streaming sull’eccellenze culturali e della ricerca di Napoli, culmina con la due giorni di Port&ShippingTech, dedicata a tutte le tematiche di attualità del mondo marittimo e portuale, da quelle strategiche, come la risposta alla Covid e ai grandi movimenti sulla scacchiera dello shipping mondiale, a quelle tecniche ed economiche e finanziarie, come la transizione energetica e le risorse per gli investimenti in innovazione in questi ed altri campi.
Dalle indicazioni che trapelano dagli organizzatori, quest’anno, grazie all’utilizzo della tecnologia, è prevista un’importante presenza di relatori internazionali, che permetteranno di offrire ai partecipanti punti di vista inediti e panorami su tendenze dello shipping e della portualità ancora non affermatesi da noi. Per fare alcuni esempi, la conferenza sul Green Shipping presenterà per la prima volta in Italia le iniziative intraprese dai pesi massimi del settore per la decarbonizzazione o la carbon-neutrality della propulsione marina, dal ricorso al vento a nuovi carburanti/vettori energetici, come l’idrogeno, l’ammoniaca e il metanolo bio-based.
I nuovi carburanti hanno una logistica che è opportuno mantenere la più compatta possibile, per cui in diversi aree sta emergendo per i porti e il loro retroporto un nuovo ruolo, quello di hub di produzione di questi vettori energetici utilizzando risorse rinnovabili basate in mare. Alcuni primari porti europei presenteranno le proprie esperienze ed i propri progetti, che si spera possano essere di ispirazione anche dalle nostre parti.
Sempre procedendo per esempi delle tematiche del programma, passando dalla tecnologia alla strategia, la giornata del 3 ottobre si apre con un uno-due “strategico” ai massimi livelli. Prima Pandemic shipping: impatti, resilienza, ripartenza, che si concentra sulle azioni e le direttive messe in campo per superare la crisi da parte degli attori della filiera dello shipping e della logistica. Una particolare attenzione verrà posta sulle politiche che vengono adottate per migliorare la resilienza del settore nel medio e lungo periodo. Quindi, Shipping Global Dynamics, che parte dalla considerazione che la Covid-19 avrà certamente conseguenze a medio e lungo termine, ma esse sono ancora indefinite. Troppo spesso le convinzioni ideologiche o le speranze (wishful thinking) guidano le analisi e le previsioni. La crisi ha accelerato dinamiche già presenti almeno da qualche anno, ma anche rafforzato la reazione a certi sviluppi che sembravano ineluttabili nel lasseiz faire. È comunque certo che se tra le conseguenze si avrà una riorganizzazione dell’economia basata sulla divisione internazionale del lavoro, lo shipping ne sarà determinato. Capire come è l’obiettivo della sessione. I temi: sfide esistenziali, settori strategici e sicurezza nazionale: fine della globalizzazione o strangolamento della Cina? Shipping e commercio internazionale: cambieranno le rotte o le merci o entrambe? La strategia delle Grandi Potenze e la libertà della navigazione; l’Italia in un Mediterraneo non più nostrum; quale sviluppo per i traffici marittimi italiani; gigantismo navale, stop o rilancio; se cambia la divisione internazionale del lavoro, il regno del container è alla fine? Cosa serve il mare all’Italia. È significativo che siano argomenti che di solito si ritrovano in incontri iperspecialistici di politica internazionale, studi strategici e difesa: il cluster marittimo e logistico, nella tradizione italiana di traino dell’attenzione da parte dei corpi intermedi in assenza di agenda pubblica, ritiene invece che essi siano centrali per il Paese ed esistenziali per se stesso.
“Anche in questa edizione che per Port&ShippingTech è la quarta all’ombra del Vesuvio - conclude Carlo Silva, Presidente di Clickutility Team - l’asticella è stata posizionata molto in alto, e grazie alle nostre piattaforme digitali tutti gli operatori e gli interessati al mondo marittimo potranno partecipare. Per chi invece si muoverà per essere presente nelle sale della Stazione Marittima, sede fisica della manifestazione, è riservato un finale senza paragoni in Italia: la tradizionale Cena Mediterranea, utilizzando tutti i protocolli più rigorosi di sicurezza in vigore, negli spazi immensi del Museo di Pietrarsa, di fronte al mare e tra gli esempi della prima meccanizzazione dei trasporti. Il Cluster Marittimo napoletano e nazionale c’è ed è ripartito”.
Red.Mar.