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GIUGNO 2020 PAG. 18 - Con Logistica Arte impulso alle eccellenze italiane






Dare voce ad un’attività di nicchia direttamente legata al patrimonio artistico dell’Italia. E da qui tirare le fila per la valorizzazione tutto il cluster delle attività legate alla cultura del Belpaese. La logistica dell’arte rivendica il riconoscimento della propria specializzazione e lo fa costituendo una propria associazione, Logistica Arte, in seno ad Assologistica. PORTO&interporto ne parla con Riccardo Fuochi, che di Assologistica è vicepresidente, con delega ai trasporti dell’arte.

Come nasce il progetto Logistica Arte?   
Si tratta dell’iniziativa di un raggruppamento di aziende, circa una ventina, che raggruppa tutte le principali realtà che operano nella movimentazione di opere d’arte. Non un gran numero di imprese né di addetti: tuttavia un cluster strategico per competenza, professionalità e know how. Una nicchia abituata a confrontarsi operativamente con oggetti dall’altissimo valore. L’obiettivo è quello di dare rappresentanza a questo settore, sotto il cappello di Assologistica, valorizzando la sua contiguità a quel cluster della cultura e dell’arte italiana che rappresentano e possono rappresentare in futuro un’importante fetta del Pil nazionale.

Le priorità della neonata compagine? 
Ogni anno vengono movimentate più di un milione di opere d’arte. Escludendo tutte le altre iniziative che non riguardano il tradizionale circuito dei musei. Le aziende che operano in questo settore operano in un contesto che richiede una fortissima specializzazione: dai manager agli addetti le operazioni sono improntate alla competenza e alla capacità di gestire nel migliore dei modi materiali così importanti. Da qui la volontà di dare voce al comparto con proposte in grado di rendere più efficiente il contesto operativo.

Quali nello specifico?
Uno dei principali problemi da affrontare sono le norme troppo restrittive nei trasferimenti delle opere all’estero. È giusto salvaguardare il patrimonio culturale della penisola ma, allo stesso tempo, bisogna fare in modo che quest’ultimo possa circolare con maggiore facilità, garantendo ovviamente tutte le condizioni di sicurezza. Sotto questo aspetto auspichiamo un adeguamento delle procedure che possa passare anche attraverso il riconoscimento delle specificità proprie al comparto. Il modello di riferimento potrebbe essere quello dell’AEO, sviluppato nell’ambito delle Dogane. Stesso concetto in merito all’interlocuzione con i Beni Culturali: siamo pronti a contribuire alla stesura e alla  condivisione di protocolli comuni di qualità che garantiscano la dovuta capacità delle aziende di movimentare questo tipo di opere.

Qual è il contesto internazionale di riferimento?
Non c’è una grande diffusione di uffici all’estero. Generalmente si opera con corrispondenti nell’ambito di network consolidati. Certamente una riduzione degli obblighi burocratici e una maggiore facilità di movimento favorirebbe una maggiore presenza italiana all’estero. Senza contare la mancanza in Italia di centri logistici specializzati.

Di cosa si tratta?
In Europa esistono grossi centri di deposito di opere d’arte, principalmente in Lussemburgo, a Ginevra, Zurigo o Londra. Curioso che nel paese che vanta il più grande patrimonio artistico al mondo venga a mancare la presenza di grossi hub di questo tipo. E non mi riferisco al mero deposito ma a spazi in grado di valorizzare tutti gli aspetti commerciali legati all’arte e alla cultura.

Quali saranno le prime attività dell’associazione?
La scelta di costituirci in seno ad Assologistica nasce dalla garanzia di poter valorizzare le peculiarità del settore attraverso le sue strutture. Si punterà ad instaurare un dialogo continuo con le istituzioni ma anche a rafforzare un discorso formativo. Saranno organizzati convegni e webinar per far conoscere un mondo che spesso viene ignorato. Sotto questo aspetto la logistica diventa volano per la rivalutazione di un mondo ancora troppo poco conosciuto. Le attività di galleristi, installatori, curatori, organizzatori di eventi sono strettamente collegati. Logistica Arte vuole aggregare tutte queste voci isolate per rilanciare un settore in forte sofferenza, puntando alla formazione continua del personale.

Quanto ha pesato la pandemia da Covid sulle attività?
La misura della grande specializzazione del comparto emerge proprio dai dati riferiti all’emergenza che stiamo affrontando. Se i servizi logistici tradizionali hanno tutto sommato tenuto, nell’ambito della movimentazione delle opere d’arte, con le misure di blocco delle manifestazioni, si viaggia con un calo di fatturato che sfiora il 50%. Un momento difficile da cui il mondo della logistica, del design, delle fiere deve uscirne insieme. 

Con quali strumenti?
Un’idea interessante potrebbe essere quella di sviluppare zone economiche speciali della cultura. Il modello di Matera, con un uso efficace dei fondi europei, potrebbe essere un riferimento da seguire. In Italia ci sono numerosi borghi e centri storici da riqualificare: si potrebbero introdurre meccanismi per agevolare non solo le ristrutturazioni ma per supportare tutte le attività legate alle cultura. Penso, ad esempio, alla creazione di spazi appositi per la valorizzazione dell’arte contemporanea. Ad oggi, i suoi poli internazionali ruotano attorno a New York, Londra, la Cina. Anche l’Italia potrebbe giocare la sua partita.   

                                                                                                                                 Giovanni Grande
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