MAGGIO 2020 PAG. 56 - Indagine ECSA nello shipping su impatto economico di Covid
Valutazione delle misure nazionali e comunitarie messe in atto per alleviare la situazione del settore marittimo
I risultati dell’indagine mostrano che importanti segmenti dell’industria marittima europea sono fortemente colpiti e che le misure europee o nazionali non sempre sono idonee in tutti gli Stati membri per alleviare la situazione.
Il trasporto marittimo europeo sta affrontando un momento critico di fronte all’attuale pandemia di COVID-19. Le compagnie di navigazione, i noleggiatori, gli operatori, gli armatori, gli equipaggi e il personale di terra stanno affrontando difficoltà crescenti nel proseguire le loro operazioni: si sono registrate significative perdite immediate di fatturato e un grave declino dell’occupazione. Ad eccezione delle petroliere, tutti gli altri segmenti hanno registrato perdite immediate significative.
I segmenti più colpiti sono traghetti, crociere, vettori automobilistici e navi di servizio offshore.
Il calo del fatturato ha raggiunto un livello superiore al 60%.
Gli intervistati hanno segnalato che è prevista una certa ripresa nel resto dell’anno rispetto all’impatto economico immediato, tuttavia le perdite di fatturato rimangono significative in tutto il settore, ad eccezione del settore delle navi cisterna. L’impiego della gente di mare e del personale di terra segue schemi molto simili con una forte diminuzione della gente di mare nei segmenti più colpiti e meno per il personale di terra. Mentre per il personale di terra le aziende possono fare riferimento a misure nazionali, per quanto riguarda i marittimi i regimi nazionali si applicano solo ai cittadini, tralasciando altre nazionalità . Uno dei risultati meno rassicuranti emersi dal rapporto è la mancanza di misure nazionali, regionali o locali messe in atto per fronteggiare i problemi di liquidità o di misure non applicabili al settore marittimo. Nel caso in cui esistano misure, le banche non offrono tali opzioni nella pratica e quando lo fanno, l’onere amministrativo e i costi superano i benefici.
Una tendenza preoccupante è che i segmenti più colpiti che hanno maggiormente bisogno di assistenza finanziaria sono proprio quelli che non la ricevono.
Prospettive per lo shipping europeo nel 2020
Con un bilancio così pesante sul finanziamento e sull’occupazione, l’industria marittima europea non prevede un pieno ritorno al livello pre-crisi delle attività nel corso del 2020.
Mentre oltre la metà delle società che hanno risposto mantiene una prospettiva positiva sul ritorno al livello di occupazione pre-crisi, gli investimenti pianificati dovranno essere annullati o sospesi. Questo è certamente il caso degli investimenti nella riduzione delle emissioni atmosferiche: solo il 26% ritiene di poter procedere come previsto, il 30% procederebbe in misura minore, mentre il 44% non è più in grado di effettuare tali investimenti.
Questa è una grave battuta d’arresto per l’industria marittima, che è pienamente allineata con gli obiettivi dell’IMO di riduzione di CO2 nel 2050 ed che ha dato pieno supporto alla nuova Commissione europea per l’ambizioso progetto dell’UE di essere il primo continente al mondo a emissioni zero.
Ed infatti l’industria marittima europea è parte integrante dell’eolico offshore come fonte di energia pulita. Il settore sostiene la crescita dell’eolico offshore, prevista nell’European Green Deal, e l’Europa è leader mondiale nella produzione di energia eolica offshore.
Nel 2018, oltre l’80% della capacità eolica offshore globale era situata in Europa. Gli armatori europei controllano anche il 37% delle navi offshore del mondo in termini di tonnellaggio lordo e si sono specializzati nella costruzione e manutenzione di parchi eolici offshore e delle relative infrastrutture. 18 diversi tipi di navi sono coinvolte per la realizzazione dei progetti eolici offshore : utilizzate per i siti di rilevamento, per l’installazione di fondamenta, turbine, e cavi, per il trasporto di personale e attrezzature ed anche per l’eventuale smantellamento del sito. Ogni attività è specialistica e richiede competenze da parte dell’equipaggio della nave e del personale di terra. Le compagnie di navigazione europee hanno svolto un ruolo centrale nella realizzazione di molti progetti eolici offshore mondiali. Delle 5.500 turbine offshore installate nel mondo entro la metà del 2019, una quota significativa è stata installata dalle compagnie di navigazione europee. Garantire e sostenere questa leadership man mano che il settore cresce in Europa e a livello internazionale dovrebbe essere una priorità della politica dell’UE.
Strategia eolica offshore dell’UE
L’eolico offshore si è rapidamente trasformato in una fonte di energia competitiva in termini di costi e rappresenta una forte opportunità per l’Europa di raggiungere ambiziosi obiettivi climatici in linea con l’accordo di Parigi. La Commissione europea ha previsto che nell’UE, per ottenere riduzioni di gas a effetto serra pari a zero entro il 2050, potrebbe essere necessario l’impiego di una capacità eolica offshore fino a 450 GW: un forte aumento rispetto ai 22 GW attualmente installati in Europa, una transizione che non sarà senza sfide.
L’ECSA pertanto accoglie con favore il riconoscimento da parte della Commissione europea del crescente potenziale dell’energia eolica offshore nella sua recente Comunicazione sul Green Deal e auspica l’adozione in tempi brevi di una prossima strategia sull’eolico offshore, come annunciato a margine della Comunicazione.
In particolare, l’ECSA sottolinea diverse opportunità per aiutare a far crescere il potenziale dell’eolico offshore come opportunità per l’Europa, tra cui:
-sostenere l’ulteriore innovazione in Europa e tra le società europee attraverso progetti europei e coordinati di R&S su, ad esempio, impianti eolici galleggianti;
-continuo sostegno dell’UE per garantire alle compagnie di navigazione europee l’accesso ai mercati in crescita a livello globale, compresi i mercati offshore nazionali;
-sostenere il coordinamento dell’UE sul miglioramento della connettività della rete elettrica per favorire la crescita dell’eolico offshore in Europa e nelle regioni circostanti;
-promuovere l’eolico offshore nei piani spaziali marittimi degli Stati membri dell’UE, compresa la cooperazione transfrontaliera, garantendo al contempo una coesistenza vitale con le rotte di trasporto marittimo, i sistemi di separazione del traffico, le aree di ancoraggio e lo sviluppo dei porti;
-sostegno dell’UE ai progetti IMO per armonizzare le norme applicabili alle navi e al personale coinvolti nella costruzione e manutenzione di parchi eolici;
-incoraggiare l’uso di navi efficienti dal punto di vista energetico e rispettose dell’ambiente al servizio delle varie funzioni durante l’intero periodo per la realizzazione di progetti eolici offshore;
-premiare l’uso di navi che non emettono GHG (gas a effetto serra);
-enfasi sulla realizzazione di modi innovativi per utilizzare l’energia eolica, come la produzione di idrogeno verde o altre tecnologie “power to x” (con potenziali applicazioni come carburanti per lo shipping sostenibili).
Paola Martino