MAGGIO 2020 PAG. 23 - Il Paese deve semplificare leggi che soffocano l’impresa
L’emergenza COVID19 poteva, e potrebbe ancora, essere la ragione fondante di una vera e propria rivoluzione copernicana del nostro modo di amministrare, gestire e programmare la vita di decine di milioni di cittadini ed imprese. Occasione non certo colta dal DL Rilancio e che speriamo possa essere recuperata in corsa con il DL Semplificazioni. Il nostro Paese dovrebbe essere “girato come un calzino”, tornando a considerare il cittadino come il suo più importante proprietario e le imprese come i più importanti strumenti di rilancio dell’economia reale.
L’occasione era buona per provare a cambiare l’atteggiamento della pubblica amministrazione, orientandone diversamente cultura ed operato verso il sostegno di cittadini ed imprese, invece che continuare ad essere la loro condanna. Purtroppo ciò non è avvenuto, lo spazio esistente tra mondo dell’alta burocrazia e impresa resta siderale, costituendo oggi il peggior nemico della crescita del Paese. Se analizziamo le linee di indirizzo assunte da tutti i principali paesi “avanzati”, noteremo che la parola d’ordine è semplificare, partendo dai rapporti tra pubblico e privato, iniettando liquidità (che come Paese non abbiamo) e spingendo per una forte digitalizzazione.
L’Italia ha bisogno di idee nuove e di nuove generazioni messe nella condizione, reale e non più solo potenziale, di portare contributi innovativi; abbiamo bisogno di semplificare, tagliando leggi che soffocano la libera impresa, impedendo la celere ricostruzione del Paese – penso alla legge sugli appalti – e la sua capacità di attirare investitori, tanto nazionali che esteri. I parametri del confronto, in una economia globale, sono profondamente cambiati rispetto a quelli tradizionali sulla cui base era stata costruito il nostro modello di Paese.
Bene sottolineare che questa non è una critica all’attuale Governo ma più in generale ad una classe di alti burocrati di stato che stanno tenendo sotto ostaggio il futuro della logistica e le enormi potenzialità. Il DL Rilancio è la palese manifestazione di quanto questo settore, quello che oggi si definisce della Blue Economy, sia ampiamente sottovalutato per le sue enormi potenzialità, ignorato nella sua importanza, deluso nelle sue aspettative.
Per la logistica solo poche note positive
Abbiamo sempre puntato il dito contro la politica, che certo non può dirsi ricca di particolari talenti, ma in realtà ora sarebbe il momento di rivolgere l’attenzione al nostro vero carnefice, la “burocrazia” ossia a quel potere senza volto e simbolo che vuole che nulla cambi o si evolva, a quel mostro che impedisce alle aziende di poter ricevere finanziamenti se non dopo aver compilato montagne di dichiarazioni; che banalizza la sicurezza sui posti di lavoro attraverso decine e decine di moduli da compilare ed autodichiarazioni; che dissemina il quotidiano degli operatori della logistica con decine di norme confuse ed implacabili sanzioni. Ecco il nostro Paese è legato mani e piedi al volere di decine di miopi burocrati ed a migliaia di leggi che ne consacrano il potere assoluto e condannano il futuro..
La vera ed unica riforma di cui la logistica, e con lei l’intero Paese, hanno bisogno riguarda la Burocrazia ed i suoi mille tentacoli. L’Italia deve individuare un piano Marshall composto da 100 obiettivi prioritari da assegnare a 100 capaci Commissari Straordinari che, garantita l’osservanza delle norme a carattere penale, siano dotati di ampi poteri derogatori e di piena capacità di spesa. Abbiamo bisogno di andare celermente dove la stessa Europa indica di andare, ossia verso la semplificazione, digitalizzazione e sburocratizzazione dei sistemi.
Giampaolo Botta
Direttore Generale di Spediporto
Direttore Generale di Spediporto