NOVEMBRE 2019 PAG. 10 - Industria navale, ampliare la visione al mercato globale
Si è svolta a Napoli la terza edizione della conferenza ICNM, tra i maggiori eventi scientifici italiani dedicati alla cultura navale e marittima, organizzata dall’Associazione Italiana di Tecnica Navale (ATENA). Con l’obiettivo di promuovere il dialogo tra accademici, professionisti e tutti i soggetti coinvolti nella ricerca l’appuntamento ha coperto tutti gli aspetti concettuali e teoretici riguradanti la ricerca nel campo dell’ingegneria, storia, architettura, economia e scienze sociali. “Poiché l’industria navale e marittima opera ora all’interno di un mercato globale, anche l’ATENA sta ampliando la sua visione, aprendo conferenze ed eventi, come in occasione della Conferenza anche ad esperti internazionali,” ha spiegato il presidente dell’associazione Alberto Moroso. “Fin dall’alba dei tempi, il mare connette e divide le società umane. Ciononostante, i suoi confini non sono mai state barriere invalicabili per l’uomo che grazie alla tecnologia è riuscito a superare i suoi limiti”. Del viaggio “costellato di scoperte, fallimenti e transizioni, che hanno segnato le pietre miliari del secolare rapporto uomo-mare” i lavori presentati alla ICNM rappresentano una sintesi non certo esaustiva ma di tutto interesse.
Come progettavano i velieri (Cristiano Bettini, Marina Militare). Il XVIII secolo registra un cambio di passo radicale per l’architettura navale sebbene la segretezza imposta ad architetti e costruttori abbia ritardato di diversi decenni la divulgazione dei nuovi metodi di progetto e calcolo. Tale svolta fu possibile grazie agli sviluppi dell’analisi matematica e della meccaninca razionale tipica dell’epoca dei lumi. Basandosi su fonti provenienti da vari paesi (Francia, Gran Bretagna, Olanda, stati pre-unitari, tra gli altri) il tema storico è progettuale è affrontato in modo inedito, evidenziano la scarsissima permeabilità tra studi delle varie nazioni.
Formazione e finanza al servizio della marineria. Il caso di Procida nell’Ottocento (R.Salvemini, P.Avallone, CNR Napoli). Il contributo si propone di studiare l’impegno di una comunità che a partire dall’arrivo di Carlo di Borbone nel 1734 si afferma nel settore della marineria, della navigazione e della finanza dentro e fuori il Regno di Napoli. La ricerca analizza la formazione del capitale umano per la navigazione al tempo dei Francesi, lo sviluppo dell’istruzione nautica dopo la Restaurazione e la sinergia pubblico e privato dalla crisi alla rinascita dell’istruzione nautica a Procida. Particolare attenzione viene posta all’uso del capitale finanziario e allo sviluppo delle prime forme di assicurazione marittima nell’isola.
L’evoluzione del trattamento sanitario a bordo delle navi militari italiane (Alfonso Barbato, Fincantieri). La questione è stata affrontata in maniera diversa nella storia della navigazione, assumendo un rilievo più o meno significativo a seconda delle epoche. Da una visione sintetica delle soluzioni tecnologiche adottate da varie Marine Militari, per la cura dei malati e dei feriti, si arriva all’esposizione dei moderni criteri internazionali di classificazione delle capacità di trattamento sanitario, presentando le soluzioni adottate dalla Marina Italiana, sia per le ultime unità relative alla Legge Navale del 2014.
L’evoluzione della capacità di sopravvivenza delle unità navali militari dal secondo dopoguerra ad oggi (M.P.Salio, Fincantieri). Una cartteristica importante di un unità navale militare è rappresentata dalla sua capacità di sopravvivenza, ossia sulla capacità di continuare adoperare secondo gli scopi assegnati anche quando si trovi oggetto di attacchi ostili in uno scenario bellico o, comunque in presenza di minacce esterne. La nave militare, infatti, è concepita per operare in combattimento e in queste circostanze deve essere in grado di evitare le minacce, importare gli effetti distruttivi, conservando o ritornando il più velocemente possibile alla operatività necessaria. Nella ricerca è fornita panoramica dei diversi aspetti e provvedimenti che occorre considerare al fine di massimizzare la survivability e dimostrando come sia mutato l’approccio nella valutazione d’Italia nel corso dei recenti anni.
Un patrimonio di disegni progettuali navali della fine del XIX secolo (G. Damilano, U. Moscono, Atena). È in corso presso il DITEN della scuola Politecnica dell’Università di Genoa la catalogazione, a cura della sezione ligure-piemontese di Atena, di un cospicuo numero di disegni progettuali navali risalenti alla fine del XIX secolo e dei primi del XX, finora conservati in armadi presso La Vasca Navale della Scuola. Questi disegni, quasi certamente entrati a far parte del materiale didattico di sostegno per gli studenti della Regia Scuola Superiore Navale, costituiscono una ricca fonte di consultazione e documentazione di un periodo storico dell’ingegneria navale a partire dalla fine del diciannovesimo secolo, fino ai primi decenni del ventesimo secolo, consentendo anche lo sviluppo di percorsi tematici di approfondimento. Il riordino di questo giacimento di disegni rientra in un programma di valorizzazione e conservazione del patrimonio storico culturale della scuola che ha visto negli anni recenti la catalogazione di una raccolta di Atlas Navali relativi alla cantieristica francese di fine Ottocento, la pubblicazione di un catalogo dei modelli di navi e di strutture navali presenti nelle bacheche della Scuola, il censimento di strumenti di calcolo e disegno in uso nella prima metà del ventesimo secolo.
Combustibili alternativi: l’idrogeno (Andrea Cogliolo, Rina Service). L’impatto ambientale dei combustibili marini è un argomento da tempo sull’agenda delle amministrazioni di bandiera e di tutta l’industria marittima. Sono state valutate misure per la riduzione delle emissioni inquinanti locali. Tra queste anche la valutazione dell’uso di combustibil alternativi ai tradizionali fuel oil. Da qui il riepilogo delle esperienze di questi ultimi anni per quanto riguarda l’uso del metano, del metanolo, con particolare attenzione alle attuali e future soluzione per rendere meno impattanti sull’ambiente le emissioni dovute al trasporto navale. Esempi di sperimentazione nell’impiego di batterie, diesel oil a basso punto di infiammabilità , fuel cells, fino all’idrogeno come combustibile per arrivare alla completa decarbonizzazione.
NAVIGANDO verso le professioni del mare (M. Rossi, L. Sabbadini, mare FVG). La crescita blu non potrà che avere fondamento nella disponibilità di risorse professionali qualificate e prima ancora di vocazione per i mestieri del mare, che tuttavia scontano il bias negativo nei giovani e nelle loro famiglie, nonostante la crescente richiesta da parte delle imprese. Il Cluster marittimo della regione Friuli Venezia Giulia sta realizzando una serie strutturata di interventi mirati ad attivare processi di fascinazione dei giovani e di diffuzione della cultura del mare, che si ritiene possibile replicare in altri territori.
SDG in the cruise industry: the contribution of sustainable disclosure (A. Di Vaio, L. Varriale, Università Parthenope). L’obiettivo del report è investigare le strategie dell’industria crocieristica nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità indicati nel 2015 dall’Assemblea delle Nazioni Unite. La ricerca si concentra sul comparto crocieristico come segmento di un’industria del turismo più ampia che registra costanti aumenti nella domanda e nelle dimensioni delle unità operative. Sulla base dei dati a disposizione si analizzano le azioni messe in atto dai principaly player del settore, fornendo un riferimento utile nei processi decisionali delle istituzioni.
Giovanni Grande