DICEMBRE 2019 PAG. 76 - Hekate, dai combustibili fossili a quelli di origine biologica
Grande attenzione e successo per il progetto “Hekate” presentato nel Padiglione Italiano promosso da ICE nell’ambito della quinta edizione di Qitcom 2019, fiera internazionale di Doha dedicata alla Information Technology.
Realizzata in collaborazione con le società AgriSolare, Urbe Italy, Last Project e ProtoPower, la proposta per la realizzazione nella città mediorientale di un impianto per la produzione di biometano dal trattamento dei rifiuti solidi urbani si ispira ai principi dell’economia circolare per utilizzare la frazione organica, i fanghi di depurazione, i reflui zootecnici per la generazione di biogas e biocompost ad uso agronomico. L’impianto prevede 4 sezioni che produrranno 1.000 metri cubi standard cadauno di biometano, per 48mila metri cubi annui, derivanti da un processo di digestione anaerobica in cui vengono combinati i rifiuti cittadini e della filiera turistica ricettiva.
“La tecnologia applicata – spiega Luigi Vartuli, amministratore di Ionio Fuel – non prevede alcun tipo di combustione e rilascio di sostanze gassose nell’atmosfera, dalla sintesi del biometano. Il 98% del biogas prodotto dall’impianto anaerobico viene trasformato. L’impianto, infatti, adotta una tecnologia innovativa di recupero della CO2, utilizzando il prodotto in eccesso, frutto della raffinazione del metano biologico, che abbinato con l’idrogeno, tramite un processo di scissione elettrolitica (power-to-gas), prodotto dall’impianto fotovoltaico in combinazione con la componente rinnovabile dell’energia elettrica qatariota, va a produrre una maggiore quantità di metano “sintetico”, pari al 40% rispetto ad un impianto di uguale capacità e purezza di oltre il 98%”.
Non solo, il compost biologico prodotto sarà utilizzato in un ombraro fotovoltaico per la produzione di cereali per alimentazione zootecnica, rispondendo alla necessità di diversificazione delle fonti alimentari, recentemente intrapresa dal governo qatariota. “Il biocompost potrà essere utilizzato come concime biologico per il verde urbano e colture intensive. Mentre il biometano, trasformato in LNG, potrà alimentare, come carburante rinnovabile, il circuito dell’autotrazione e della navigazione nel Qatar”.
Concepito come risposta alla transizione dall’uso dei combustibili fossili a quelli di origine biologica o alle fonti di energia rinnovabile, la produzione di “Hekate” potrebbe trovare uno “sbocco” italiano nel progetto presentato da Ionio Fuel, di un deposito costiero di LNG come carburante industriale. Si tratta del progetto per uno stoccaggio di LNG da 20.000 metri cubi, con volumi pari a 480mila metri cubi annui a regime, da costruire nell’area industriale CORAP della città di Crotone e tuttora sottoposto all’iter autorizzativo per la concessione delle autorizzazioni necessarie all’esercizio.
“L’impianto – sottolinea Vartuli – è concepito per distribuire l’LNG come carburante per la navigazione e il trasporto commerciale, ma è anche predisposto per le operazioni di rigassificazione qualora il mercato invernale renda conveniente l’immissione in rete del metano”.
Il bio LNG prodotto in Qatar assicurerebbe la fornitura al deposito di Crotone di LNG al 10% biologico, quota derivante dalla trasformatore dei rifiuti di Doha, rendendo più attrattiva la fornitura di un carburante in parte biologico, sotto il profilo ambientale sia per l’Italia che per l’Europa, che adotteranno politiche ambientali a tutela dell’ecosistema sempre più stringenti e al Qatar la sensibilità all’ecosistema con la fornitura di un carburante più sostenibile nel periodo di transizione ai carburanti di prossima generazione quale l’idrogeno.
Concludendo, “l’impianto di AgriSolare nasce nel Qatar per sostenere l’ecosistema e permette di rendere biologico al 10% la fornitura dei 480mila metri cubi annui di LNG nel Mediterraneo, al deposito costiero di Ionio Fuel di Crotone, compensando le emissioni di CO2 fossile”. “Il deposito di Crotone potrà diventare polo attrattivo della portualità del Sud Italia e riferimento delle rotte del Mediterraneo centrale, in grado di alimentare un sistema di rifornimento per navi e veicoli pesanti lungo uno degli assi principali delle rete Ten-T, facendo rientrare la città di Crotone nella centralità della strategia energetica nazionale e dando slancio all’economia territoriale di una città che è stata culla della civiltà del Mediterraneo”.