OTTOBRE 2019 PAG. 28 - Da Venezia un coro unanime: Zes e porto accessibile
“Zona economica Speciale, ZES, avanti tutta! La chiede il Veneto con forza facendo squadra: Autorità Portuale, Confindustria Venezia/Rovigo, Città Metropolitana di Venezia, moltissimi sindaci dell’area polesana, l’ORSA, sindacato ferrovieri, Il Propeller Club Port of Venice. Una task force impegnata a far rivalutare la vastissima area industriale di Portomarghera e il Polesine, area sulla quale ad oggi si sono registrate molte promesse ma pochi fatti.
L’ultimo “appello” – ma solo in ordine di tempo - al quale ha risposto con una sua nota il sottosegretario all’economia Pierpaolo Barretta, viene dal convegno promosso ed organizzato recentemente dall’ORSA all’hotel Bologna di Mestre.
“Diversamente dalle altre aree portuali europee, ormai sature, il nodo di Mestre possiede un’area industriale e portuale di oltre 2mila ettari con immense aree disponibili per potenziali investitori: qui le attività possono svilupparsi in una logica di sostenibilità ambientale senza consumo di suolo coniugando economia con ecologia e col presupposto di bonifica del territorio – ha dichiarato Ezio Ordigoni segretario confederale dell’ORSA - Non v’è alcun dubbio che l’istituzione di una zona economica speciale, la ZES, porterebbe benefici all’intera regione sia in termini occupazionali che per l’insediamento di nuove attività produttive e come attrattore di nuovi investimenti. Il tutto concretamente funzionale allo sviluppo della nostra portualità che necessariamente, proprio per il suo ulteriore sviluppo, dovrà essere dotata di infrastrutture adeguate alla sua crescita. Mi riferisco in particolare al trasporto su rotaia, come affermato più volte dal sindacato ORSA, col riposizionamento dello scalo ferroviario del porto bypassando la stazione di Mestre”. Ovviamente il Propeller Club Port of Venice non può che sostenere quanto previsto per la realizzazione di infrastrutture e di nuove concrete sinergie che possano agevolare lo sviluppo del porto e della vasta economia che con un effetto domino potrà generarsi nell’intera regione e di tutto il nord Italia.
“Ritengo però che a monte di questo processo dovrebbe esserci maggiore collaborazione e meno individualismi anche nella pianificazione di un moderno sistema trasportistico funzionale allo sviluppo del range portuale dell’alto adriatico. Quel “range” ancora mai nato ma insistentemente auspicato dall’U.E. che proprio nell’interscambio commerciale tra l’Eurasia e l’Unione Europea assegna al nostro mare e ai nostri porti un ruolo fondamentale. E’ dunque chiarissimo – ha affermato il presidente del Propeller Massimo Bernardo - che se questi porti non saranno dotati di adeguate infrastrutture e di efficienti retroporti, indispensabili segmenti di interconnessione coi propri hinterland, sarebbe come costruire aeroporti senza pista di atterraggio e di decollo o treni superveloci senza binari”.
“Notiamo invece con rammarico che gli investimenti previsti per la portualità veneziana, comprese le infrastrutture connesse – aggiunge Ordigoni - sono di assoluta modesta entità a differenza di quanto avvenuto per il vicino Porto di Trieste, dove mirate scelte politiche, hanno consentito addirittura di costruire un retro porto in montagna, con tutti gli inconvenienti anche economici che ne derivano, ma favorendo comunque l’incremento dei trasporti, beneficiando di posizioni di favore relative alle politiche dei trasporti e attratto investimenti”. Come sindacato abbiamo la missione di tutelare il lavoro, l’occupazione, garantire la sicurezza, ribadiamo quindi la priorità di sviluppare prioritariamente l’intermodalità tra ferro e acqua, soprattutto considerando che il flusso delle merci via nave si sta progressivamente spostando da ovest verso est favorendo così i porti veneto-friulani e sloveni: un’opportunità che non possiamo perdere per canalizzare il traffico su vettori meno inquinanti ed invasivi delle migliaia di TIR che giornalmente attraversano la Regione e tutto il Nord Est.
Inoltre la ZES diviene indispensabile per la portualità veneziana anche per le opportunità derivanti dagli accordi della “Via della Seta”. Anche l’interesse cinese per un nuovo hub portuale logistico e intermodale nell’Adriatico, unito alla necessità di rivedere le modalità di ingresso al terminale crocieristico di Venezia, alla necessità di bonificare l’ex area industriale di Porto Marghera e l’avvicinarsi delle olimpiadi invernali del 2026, rappresentano un’occasione irripetibile per lo sviluppo del Porto e l’ammodernamento delle infrastrutture”.
“La situazione dell’accessibilità acquea a Venezia e Chioggia è ormai emergenziale – dichiara il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Pino Musolino – e le limitazioni recentemente imposte dalla Capitaneria finiscono, purtroppo, per colpire principalmente il traffico container su cui l’Autorità sta puntando fortemente e che rappresenta il sostegno primario per le esportazioni dell’industria veneta e nordestina, oltre che uno dei settori più interessanti per l’attrazione di investimenti nel quadro della nuova Via della Seta”.
Certo è che la realizzazione della ZES, elemento attrattivo di nuovi investimenti italiani ed esteri, non può prescindere dalla piena operatività del porto e, prioritariamente dai suoi accessi via terra e via acquea con la manutenzione ordinaria dei suoi canali di grande navigazione.
“Oggi – chiarisce il presidente dell’APDS, Musolino – ci sono circa 300 mila metri cubi di sedimenti da scavare per risolvere i problemi immediati di navigabilità del Malamocco-Marghera, di cui 70 mila solo per risolvere le criticità individuate dalla recente ordinanza della Capitaneria. Oltre alle esigenze contingenti, l’Autorità ritiene che sia urgente dare soluzione ai nodi burocratici e normativi che bloccano l’implementazione di un piano a medio e lungo termine per la manutenzione delle vie navigabili all’interno della Laguna. Tra questi, risulta prioritario definire un protocollo sedimenti aggiornato (il cosiddetto “protocollo fanghi”), aggiornare il piano morfologico della Laguna, individuare siti di conferimento adeguati, procedere con la manutenzione delle casse di colmata”.
Massimo Bernardo