AGOSTO 2019 PAG. 29 - Laghezza: efficienza dei controlli per competere
“Giustissimo puntare allo sblocco delle infrastrutture e concentrare le energie su grandi opere come il Terzo Valico, la TAV, la Gronda di Genova e la linea ferroviaria Pontremolese, ma dobbiamo sopravvivere e la nostra capacità di farlo dipenderà dall’efficienza dei porti e del sistema dei controlli”. Secondo Alessandro Laghezza, presidente di Confetra Liguria, è venuto il momento di non abbassare la guardia sul tema dei servizi alla merce.
“Almeno fino a quando tutte le infrastrutture non verranno realizzate - sottolinea Laghezza - la competitività della più importante industria italiana, quella logistica, dipenderà dai principali indicatori di efficienza dei porti e del sistema dei controlli, che ne condizionano il funzionamento”.
Secondo il presidente di Confetra Liguria è indispensabile e quanto mai urgente misurarsi con l’efficienza complessiva del ciclo produttivo portuale, affrontando il tema della digitalizzazione dei servizi e della standardizzazione dell’intensità e delle tempistiche nei controlli alle merci. “Negli ultimi due anni - precisa Laghezza - si è abbassato il livello di guardia sul tema dei controlli; il risultato è stato un incremento nei tempi medi delle verifiche, doganali e non, che si è abbinato ad un aumento del numero delle stesse, con conseguente rischio di perdita di attrattività dei nostri scali”.
“Oggi la pubblica amministrazione è in mezzo al guado: la rivoluzione indotta, in primis, dalla cosiddetta quota 100 sta generando un esodo imponente di personale non rimpiazzato adeguatamente da nuove assunzioni e si trova quindi ad affrontare la sfida dell’efficienza con organici ridimensionati. Lo Sportello Unico Doganale ora ribattezzato, a 16 anni di distanza, SUDOKO, al di là del nome e del fatto che sia uno strumento previsto dalla legge di riforma portuale non solo non è mai diventato pienamente operativo, ma è anche divenuto terreno di scontro fra varie amministrazioni pubbliche piuttosto che fattore di efficienza per la nostra portualità . La digitalizzazione, che avrebbe dovuto sostenere ed in un certo qual modo assistere il sistema logistico in questo suo passaggio epocale verso l’automazione dei processi e l’integrazione tra piattaforme informatiche, ha stentato ad affermarsi, lasciando i porti italiani e chi vi opera in un ambito di incertezza. Su questi temi, così come sull’integrazione tra PMIS e Sistema Informatico Doganale, le nostre associazioni sono oggi chiamate a fare fronte comune con le amministrazioni per sbloccare ciò che avrebbe dovuto essere realtà da molto tempo: solo su basi solide si potrà guardare con credibilità al futuro: all’internet delle cose, al 5G, alla blockchain. Anche nei servizi pubblici vi sono cantieri che devono essere conclusi e inaugurati; la logistica li attende tanto quanto le infrastrutture”.
Eugenia De Cesare