GIUGNO 2019 PAG. 24 - Presentati i 18 progetti strategici della logistica
Mettere a fattore comune le risorse del sistema logistico italiano per promuoverlo all’estero “là dove si raccolgono i flussi di traffico”. La parola d’ordine lanciata a Monaco dal presidente di Assoporti, Daniele Rossi, trova la sua applicazione nel recente accordo stipulato dall’associazione che riunisce i porti della penisola, UIR e Ice. Un veicolo di promozione del sistema Paese che è stato presentato nell’ambito di Transport Logistic 2019 all’evento “Why Invest in Italian ports and freight villages. A country which is a natural hb in the Med”.
“Riuniamo e presentiamo per la prima volta i 18 progetti strategici della filiera logistica nazionale in un momento non semplice a livello internazionale ma, allo stesso tempo, pieno di opportunità da cogliere. Si pensi, ad esempio, alla BRI che non dobbiamo concepire solo come collegamento per i mercati di consumo ma occasione per le nostre attività di trasformazione”.
Marco Spinedi (Interporto di Bologna, Presidente). La crescita economica di paesi come Turchia, Egitto, Marocco, Algeria, Israele e Tunisia ha modificato il peso specifico della supply chain del Mediterraneo, aprendo nuove occasioni di sviluppo per l’Italia. “La partita va giocata da Sud e per la prima volta le criticità geografiche della penisola, con la sua struttura lunga e stretta, può rappresentare un vantaggio: integrando porti e ferrovie è possibile scuotere in profondità i flussi attuali creando una situazione di concorrenza sul tuttomare, così come stiamo dimostratto dal successo del servizio Bologna – Bari”. Per centrare l’obiettivo bisognerà puntare su servizi combinati (“treni misti, in grado di supportare la crescita del tessuto produttivo”) ed evitare la rotture di carico. “Sotto questo aspetto la tecnologia apre nuovi orizzonti. Stante l’eccessiva dispersione dei nostri porti e interporti l’automatizzazione può controbilanciare i maggiori costi del ferro”.
Franceso Maria di Majo (Adsp Mar Tirreno Centro Settentrionale, Presidente). Alla luce della crescita di presenze (2,5 milioni) stimate nei prossimi anni bisognerà guardare alla logistica, e alle relazioni con il retroporto, anche nelle sue implicazioni con il settore delle crociere. “Civitavecchia si sta sempre più affermando come home port e l’auspicio è quello di poter incrementare e migliorare i servizi di ship chandling grazie anche alla collaborazione con l’interporto”. L’obiettivo è sfruttare le piattaforme logistiche di prossimità per potenziare la catena di approvigionamento al settore turistico con corridoi intermodali che arrivino direttamente in banchina. “E’ evidente, quindi, quanto sia, oggi, necessario che i porti italiani raccolgano queste nuove sfide imposte dal settore crocieristico adeguandosi non solo con infrastrutture idonee ad accogliere navi da crociera di grandi dimensioni, nuovi terminal crociere e un’attenzione particolare all’ambiente ma anche attraverso una maggiore offerta di servizi di trasporto sia lato passeggeri che lato merci”.
Lorenzo Cardo (Interporto di Orte, CEO). Con una disciplina regolatoria che risale agli anni novanta, risulta necessario un adeguamento del quadro di riferimento per gli interporti. Da qui la proposta di UIR al parlamento e alle commissioni competenti che mette sul tavolo una proposta per la rioganizzazione della rete italiana degli interporti che tenga conto dei cambiamenti nei ruoli e nell’operatività stessa di queste strutture. Tra gli obiettivi della riforma “disporre di un quadro programmatico ampio, in coerenza con i corridoi transeuropei di trasporto”. “E’ necessaria una qualche forma di indirizzo, programmazione e coordinamento dello sviluppo e del miglioramento qualitativo delle piattaforme normative”. Punto cardine: “l’identificazione della manovra ferroviaria come elemento di interesse economico generale al fine di valorizzare l’efficienza, l’economicità , l’ottimizzazione, la sicurezza d’esercizio ma anche il rispetto degli interessi di tutti i fruitori dei servizi”.
Stefania Vergani