GIUGNO 2019 PAG. 20 - TL 2019, il cuore logistico dell’Europa
Brezel e involtini primavera. Lasagne e hot dog. Tè di diverse qualità e provenienze, così come cioccolatini e dolci tipici. Tanto parmigiano. Moltissima birra. Anche da ciò che è stato offerto agli innumerevoli stand della Trasport Logistic 2019 s’intuisce la portata globale della manifestazione di Monaco di Baviera. Appuntamento di riferimento per il mercato e gli operatori del Vecchio Continente. Ma, soprattutto, la celebrazione della logistica declinata in tutte le sue sfaccettature tecniche. E in una funzione, sconosciuta ai più, di matrice strutturale del capitalismo prossimo venturo: tessuto connettivo di una mondializzazione irresistibile che riduce le distanze per le merci, mette in comunicazione le persone, alimenta le opportunità di crescita economica e culturale, producendo allo stesso tempo inquietudini e resistenze per lo stravolgimento degli assetti consolidati.
Stupisce, a chi vi mette piede per la prima volta, l’assoluta varietà del panorama espositivo. In linea con lo spirito che anima la storica istituzione delle fiere si alternano senza soluzione di continuità istituzioni e aziende, dal grande player alla start up, tra presentazioni di nuove offerte commerciali e dibattiti sulle problematiche dei singoli settori, dimostrazioni pratiche di nuove soluzioni tecnologiche e momenti ludici a base di musica dal vivo (molto gettonato il jazz) ed esibizioni (soprattutto balli) più legate all’esotismo dei paesi lontani come l’India o gli stand dell’Asia Centrale. Praticamente impossibile da visitare interamente, a meno di non aver predisposto un’accurata programmazione delle aree da seguire (virtù del buon logistico cui aggiungere un paio di scarpe comode), la grandeur di TL2019 emerge in modo chiaro dalle cifre fornite dall’organizzazione. L’edizione di quest’anno ha registrato una crescita del 10% degli espositori (2.374), provenienti da 63 paesi, e del 5% dei visitatori (circa 64mila di cui 30mila provenienti da 125 paesi). I dieci padiglioni su un’area complessiva di 125mila metri quadrati sono stati monopolizzati da Olanda, Italia, Belgio, Francia e Polonia mentre brand di livello mondiale come COSCO e China Asia Shipping si sono affacciati per la prima volta all’evento.
Proprio la Cina è assurta come uno dei protagonisti assoluti della Fiera. Il numero di espositori provenienti dall’ex impero di mezzo è più che raddoppiato, passando da 30 a 64, spinto principalmente dalla ricerca di partner commerciali europei per lo sviluppo ferroviario della BRI. Tra le immagini più iconiche le enormi mappe indicanti i collegamenti già avviati tra Asia ed Europa e l’infittirsi delle ramificazioni prevista dall’iniziativa infrastrutturale di Pechino nei prossimi anni. Nel novero, anche se sul versante mare del progetto, rientra anche il porto di Colombo. Presentato nello stand dello Sri Lanka, insieme all’offerta logistica di un paese che sta cercando di sganciarsi anche se contraddittoriamente dalla “trappola del debito”, è stato indicato recentemente da Alphaliner come lo scalo container più in crescita tra i top 30, con una capacità di movimentazione di 10 milioni di Teu, frutto anche di lavori di approfondimento dei fondali che fanno impallidire l’annoso stallo italiano sui dragaggi.
Mentre nel Bel Paese infuria la speciosa polemica sui minibot e uno “sblocca cantieri” che dovrebbe rimettere in moto i progetti infrastrutturali della penisola a Monaco capita di sentire anche l’elogio della tanto discussa TAV. Alfred Aberer, segretario della Camera di Commercio di Bolzano, sottolinea in uno dei tanti forum tematici, i vantaggi nel trasferire su ferro grazie al collegamento Torino – Lione oltre 600 camion al giorno. Così come Assoporti, tramite il suo presidente, Daniele Rossi, illustra i nuovi progetti di promozione del sistema portuale italiano all’estero e ospita la presentazione del Community Port System di La Spezia. Lontano dal clima da eterna campagna elettorale che paralizza un Paese già di per se incapace di darsi una direzione la nutrita rappresentanza italiana (133 esibitori) mostra talenti e competenze individuali. Stringe relazioni, cerca di non perdere il passo con un mondo che viaggia a velocità sostenuta e non è disposto ad aspettare.
Tralasciando i mille rivoli delle interazioni individuali, essenza stessa di un appuntamento fieristico, s’impongono comunque all’attenzione alcuni temi comuni. La guerra commerciale Usa – Cina incombe. Ma il motto che arriva dall’evento di apertura (“Changing global markets – Is logistics in the driving seat?”) è tutto sommato ottimistico: “le merci troveranno una loro strada nonostante le controversie doganali,” sintetizza Frank Appel, presidente di DHL. Più preoccupazione suscita invece la penuria di autisti, fenomeno già evidenziato da una recente ricerca condotta in ambito europeo. Qui la sfida per il settore consiste nel rendere più attraente la professione, cominciando dalle retribuzioni e dalle condizioni di lavoro, e in una formazione che tenga conto dell’impatto delle nuove tecnologie.
Grande considerazione, forse per la prossimità geografica con il norther range, per la Brexit. Secondo un’indagine condotta su 2.860 partecipanti alla Fiera solo il 12% degli operatori teme effetti negativi mentre un 38% si reputa “preparato ad ogni evenienza” e un 50% si dice “non direttamente interessato”. Di certo interessato è il porto di Rotterdam che sulla base delle ultime previsioni condotte su uno scenario “no deal” – delocalizzazione delle aziende britanniche, crescita del trasporto gomma sull’isola pari al 128%, possibilità della formazione di un “collo di bottiglia” tra Calais e Dover, con 11mila tir al giorno da controllare – sta correndo ai ripari. La Port Authority ha già investito 1,5 milioni di euro per sostenere i costi del personale per affrontare le 10.500 ispezioni di navi previste in più, realizzare un nuovo sistema di reporting digitale e predisporre nuove aree parcheggi per i traghetti.
Ma il topic trend della manifestazione è stato senza dubbio la tecnologia e il modo in cui sta trasformando l’operatività del comparto. Decine di simulazioni offerte ai visitatori, modelli ridotti o in scala reale di dispositivi automatizzati, realtà virtuali ed aumentate annunciano che il futuro è già arrivato. E trasformerà la logistica in pochissimi anni. La rivoluzione maggiore sarà innescata dall’introduzione dell’Intelligenza Artificiale, con gli algoritmi di apprendimento in grado di estrarre modelli regolari dai big data. Non solo una semplice ottimizzazione delle operazioni ma più controllo e trasparenza. “L’AI consente azioni predittive come la gestione delle capacità, la pianificazione dei percorsi, della rete e la gestione del rischio”, ha spiegato Sara Van Gelder, responsabile dello sviluppo del settore merci all’aeroporto di Bruxelles. Inoltre, le offerte possono essere adattate in modo più preciso alle esigenze del cliente, mentre la logistica diventa parte integrante di una produzione industriale automatizzata e altamente flessibile. Ad oggi è il settore del cargo aereo a fare da apripista con lo sviluppo di programmi in grado di apprendere e ottimizzare l’impilaggio dei pallet e pianificare e gestire i possibili ritardi di trasporto nel futuro. Passi avanti arriveranno anche con l’affermazione della guida autonoma. Ne è convinto Wolfgang Inninger, responsabile del centro progetti trasporti, mobilità e ambiente presso il Fraunhofer Institute for Material Flow and Logistics IML. “I sistemi di assistenza controlleranno i veicoli sulle autostrade a medio termine, e molte altre funzioni semplificheranno il lavoro al volante a lungo termine. I camion autonomi negli impianti di manutenzione e stoccaggio offrono un elevato potenziale di risparmio. Se fosse possibile utilizzare il tempo trascorso nei locali dello stabilimento come pause o periodi di riposo per i conducenti di camion, il tempo di guida effettivo del camionista potrebbe essere ottimizzato”.
Ultime notazioni di colore (e non). La dedizione alla causa del personale cinese, l’insospettabile propensione al bon vivre dei tedeschi, la preminenza della cucina italiana anche negli stand degli altri paesi. Soprattutto, i bambini portati in giro come a una fiera delle meraviglie. Sintomo che Tansport Logistic è non solo un evento commerciale di successo (a testimoniarlo la difficoltà a trovare una camera libera negli alberghi della città) ma un’occasione in grado di avvicinare il grande pubblico ad un argomento troppo spesso considerato ostico e di settore. L’augurio, allora, che uno spirito simile possa caratterizzare anche le iniziative che si svolgono in Italia. Affinché un bimbo tricolore, sulle spalle dei genitori, possa rimanere affascinato un giorno dal mondo sconosciuto sui nostri lidi che si chiama logistica.
Giovanni Grande