MAGGIO 2019 PAG. 6 - News dal Mondo
Nuovo magazzino DHL a Tanger Med
Il Gruppo DHL Global Forwarding ha finalizzato un contratto per l’insediamento del suo nuovo Hub Logistica Africa-Europa nell’area del porto di Tanger Med. Con una superfice di 6mila metri quadri si tratta del più grande magazzino di DHL situato in prossimità dei mercati internazionali tra i due continenti. La struttura, operativa da maggio, prevede semplificazioni nelle procedure di sdoganamento, nella gestione della catena di approvvigionamento, oltre i servizi di trasporto aereo, marittimo e terrestre. Tanger Med è stato scelto per l’ampia capacità in termini di connettività multimodale sia con Casablanca sia verso il Sud, confermando la sua posizione baricentrica per la redistribuzione dei flussi di merci verso Africa, Europa e America.
Nasce l’associazione digitale dei giganti del container
Le società armatoriali A.P. Møller-Mærsk, Hapag-Lloyd, Mediterranean Shipping Company (MSC) e Ocean Network Express (ONE) hanno istituito la Digital Container Shipping Association (DCSA), associazione senza fini di lucro con sede ad Amsterdam, in Olanda, che ha lo scopo di esaminare, sviluppare, adottare e aggiornare standard di information technology per la creazione, trasmissione e immagazzinamento di informazioni e documenti che vengono scambiati tra i partecipanti alla supply chain del trasporto marittimo containerizzato internazionale. Aperta all’adesione di altre compagnie di navigazione l’associazione avrà come Amministratore delegato e direttore statutario Thomas Bagge del gruppo danese A.P. Møller-Mærsk. “Il settore del trasporto marittimo containerizzato si è unito con l’obiettivo comune di portare il comparto nell’era digitale,” ha affermato André Simha, chief information officer del gruppo MSC e presidente del consiglio di sorveglianza della DCSA. Partner nel progetto di creazione della nuova compagine, l’altro gigante del settore, la francese CMA CGA non ha ancora aderito formalmente a DSCA.
Durazzo, l’Ap chiede l’approfondimento dei fondali
Pressione dell’Ap di Durazzo sul governo albanese per l’autorizzazione ad avviare i lavori di escavo dei fondali e dell’ingresso del porto per permettere l’attracco di navi di maggiore dimensione. Secondo l’ente, tale intervento favorirebbe l’aumento dei traffici del porto dove si svolge già il 78 per cento del commercio marittimo del paese. La richiesta è stata avanzata da tempo anche dalle imprese che operano nel settore del cemento e dei minerali, secondo le quali l’attuale situazione ostacolerebbe il loro accesso ai grandi mercati quali gli Stati Uniti o l’Africa occidentale.
Intercargo, nessun incidente a portarinfuse nel 2018
La variazione dell’assetto del carico e la sua liquefazione sono le principali cause di preoccupazione per gli armatori del segmento carichi secchi con ben nove incidenti registrati nel decennio 2009-18 e la perdita complessiva di 101 marittimi (sei rinfusiere che trasportavano minerale di nichel dall’Indonesia, due che trasportavano laterite dal’India ed una bauxite dalla Malaysia). È quanto riportato dall’ultimo studio sugli incidenti accorsi a unità portarinfuse pubblicato da Intercargo. In tutto il decennio si sono verificati 48 incidenti a unità di oltre 10.000 tonnellate di portata lorda che hanno comportato la perdita totale delle navi e che, complessivamente, hanno causato la morte di 188 persone. Di questi in 23 casi gli Stati di bandiera non hanno presentato i relativi rapporti d’indagine all’IMO. La causa segnalata come la più comune per la perdita di navi è l’incaglio delle unità , che ha riguardato 19 dei 48 incidenti complessivi (sei le relazioni non presentate all’IMO). Per la perdita di sei navi, che ha provocato 61 vittime, non è stata individuata la causa (cinque rapporti non presentati) mentre la perdita di altre sei navi è stata attribuita all’allagamento delle stive (nessun rapporto è stato sottoposto). La notizia positiva è il bilancio 2018 in cui non è stata segnalata la perdita di alcuna unità .
ONE chiude il primo anno con 6,6 milioni di Teu
Quasi 6,6 milioni di Teu sono stati trasportati da Ocean Network Express (ONE) nel primo anno d’attività operativa chiuso lo scorso aprile. Sulle rotte transpacifiche tra l’Asia e il Nord America le unità della compagnia nata dalla fusione dei gruppi armatoriali nipponici Kawasaki Kisen Kaisha (“K” Line), Mitsui O.S.K. Lines (MOL) e Nippon Yusen Kaisha (NYK) hanno trasportato un totale di 3,8 milioni di Teu, di cui quasi 2,7 milioni dall’Asia al Nord America ed oltre 1,1 milioni nella direzione opposta. I servizi della ONE che collegano l’Asia con l’Europa hanno trasportato complessivamente 2,8 milioni di Teu, di cui meno di 1,7 milioni dall’Asia all’Europa e 1,1 milioni dai porti europei a quelli asiatici. La flotta di ONE è costituita da 217 navi per una capacità di carico pari a 1,5 milioni di Teu, la sesta maggiore capacità di stiva al mondo. Le portacontainer della compagnia giapponese di capacità superiore a 10mila Teu sono 38, di cui sei da 20.190, 12 da 14.000, dieci da 13.900 e dieci da 10.000.
FONASBA festeggia cinquanta anni dalla sua fondazione
Nata il 23 aprile del 1969 all’Institute of Chartered Shipbrokers, presso il Baltic Exchange, da delegati di Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Norvegia, Olanda, Svezia e Germania Occidentale, FONASBA, Federation of National Associations of Ship Brokers and Agents, unica organizzazione internazionale a rappresentare le agenzie marittime e i broker marittimi, ha festeggiato i suoi primi 50 anni in vista della celebrazione ufficiale della sua istituzione, che si terrà ad ottobre a Miami in occasione dell’Assemblea annuale. Dagli undici associati europei iniziali FONASBA conta oggi sull’adesione di 62 nazioni per un totale di oltre 5.000 aziende associate. La Federazione partecipa attivamente ai lavori dell’International Maritime Organisation (IMO), della World Customs Organisation nonché dell’UNCTAD e dell’UNCITRAL. Inoltre il comitato europeo della Federazione, l’ECASBA, è riconosciuto dalla Commissione europea come organismo di rappresentanza dei professionisti che lavorano come agenti o broker marittimi. Dal 2007 FONASBA ha introdotto un suo Quality Standard (33 nazioni associate e quasi 500 aziende) per assicurare elevati livelli di condotta professionale.
DP World punta ad espandersi in Sud America
Il prossimo anno DP World potrebbe annunciare l’ingresso in 5/7 porti del Sud America. È quanto confermato dallo stesso direttore operativo del gruppo, Mahmood Al Bastaki, secondo cui la compagine con sede a Dubai punta a rafforzare una presenza già consolidata in Perù, Repubblica Dominicana, Argentina, Brasile e Cile, dove lo scorso a gennaio ha acquisito una partecipazione del 71,3% dell’operatore portuale Pulogsa. Secondo Al Bastaki, l’America Latina rappresenta una regione particolarmente attraente per DP World grazie alla sua relativa stabilità rispetto ad altre parti del mondo. Nel 2018, DP World ha investito 3 miliardi di dollari per diversificare il proprio portafoglio commerciale globale. Tra i suoi progetti, l’acquisizione di una partecipazione del 100% in una società di logistica peruviana, Cosmos Agency Maritima SAC, per 315 milioni di dollari. L’operazione ha permesso l’ingresso con una partecipazione del 50% in Terminales Portuarios Euroandinos SA nel porto peruviano di Paita, il secondo terminal per container più grande del paese.
Fiume, attesa per l’assegnazione della concessione di Zagreb Deep Sea
In via di conclusione la fase di invio delle proposte di concessione per il terminal portuale di Fiume “Zagreb Deep Sea”. Per la gestione dell’infrastruttura che supporta l’attracco di grandi navi, grazie al fondale marino profondo 20 metri, la concessione prevede una durata di 50 anni e include la conclusione del già avviato processo di modernizzazione e ampliamento del porto. Si stima che alla fine della prima fase di investimento, prevista per il 2030, il porto avrà una capacità di traffico container per un totale di 800.000 Teu annui.
Valencia, TIL presenta offerta per un nuovo mega terminal
Terminal Investment Limited (TIL), controllata di MSC, è stata l’unica società a presentare un’offerta nell’ambito della gara indetta dall’Ap di Valencia per la costruzione e gestione di un nuovo container terminal nello scalo. La nuova struttura sorgerà su un’area di 1,37 milioni di metri quadri, avrà una linea di banchina di 1.970 metri con a disposizione uno specchio acqueo di 128mila metri quadri con profondità del fondale di -19,2 metri. Il bando prevede che il contratto di concessione abbia una durata di 35 anni estendibile fino ad un massimo di 50 anni. Con una capacità di traffico annuo di 5 milioni di Teu il terminal, la cui realizzazione sarà divisa in due fasi distinte, prevede un investimento di 1,2 miliardi di euro, di cui due terzi a carico dell’operatore privato e, secondo il presidente dell’ente portuale, Aurelio MartÃnez Estévez, genererà circa 7.000 posti di lavoro. TIL è già presente nel porto di Valencia dove gestisce il container terminal MSC Terminal Valencia che ha una capacità di 1,6 milioni di Teu.
L’Iran scommette sul trasporto intermodale di container
Un’esercitazione di trasporto multimodale in Iran per testare i collegamenti ferroviari con lo scalo di Shahid Rajaee, nella provincia meridionale di Hormozgan, il più grande porto container del paese. Scopo della due giorni di sperimentazione, con il coinvolgimento di 130 vagoni che hanno movimentato 200 container, l’aumento della quota di trasporto merci su ferro dall’attuale 10% e la valutazione di vantaggi e criticità della scelta multimodale. Oltre la metà degli scambi commerciali della Repubblica Islamica passa proprio attraverso Shahid Rajaee che, affacciato sullo Stretto di Hormuz, copre l’85% di tutto il traffico container iraniano e rappresenta una fetta del 6% del traffico complessivo della regione. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’amministrazione statale dei porti lo scorso anno sono transitate attraverso i 21 scali principali del paese 129,6 milioni di tonnellate di merci, con un calo del 17,07%. Complici le sanzioni imposte dall’amministrazione Trump le operazioni di carico e scarico dei container sono diminuite del 42,32%, attestandosi a 1,77 milioni di Teu. Secondo i vertici del’agenzia portuale dell’Iran gli 11 principali porti commerciali iraniani hanno fino all’80% di capacità non sfruttata, dato che solo il 20% della loro capacità viene utilizzato. La sperimentazione viene incontro anche alla scelta strategica di Teheran di puntare allo sviluppo della rete ferroviaria del paese. Secondo la Transportation Infrastructure Construction and Development Company dell’Iran, negli ultimi 15 anni sono stati costruiti in media 160 chilometri di ferrovie all’anno.