MAGGIO 2019 PAG. 56 - Il Propeller italiano visita il ”Northern Range”
La portualità diffusa del Mediterraneo e l’assetto logistico di scala del Northern Range. La quinta missione internazionale dell’International Propeller Club si è giocata sul confronto tra i due modelli portuali che caratterizzano l’Europa. La delegazione italiana composta da circa 40 persone – tra gli altri il Direttore Generale per la vigilanza delle Autorità portuali del MIT, Mauro Coletta, i presidenti delle AdSP del Mar di Sardegna (Massimo Deiana), Mar Tirreno Centrale (Pietro Spirito) e il Commissario dell’Ap di Gioia Tauro e Calabria (Andrea Agostinelli) – ha visitato i porti di Anversa e Rotterdam seguendo la formula consolidata di queste iniziative: discussione accademica, confronto tra best practices, esperienza diretta.
Capitanato dal presidente del Propeller, Umberto Masucci, il gruppo ha animato nella prima giornata della missione un convegno, coordinato per la parte scientifica da SRM, sul tema “Northern Range vs. Mediterranean Maritime Cluster, a vision about port & shipping trends and strategies” presso il Dipartimento dei Trasporti e dell’Economia Regionale dell’Università di Anversa. È seguita poi la tappa alla sede dell’Autorità portuale realizzata da Zaha Hadid – nel corso del quale sono state illustrati traffici e modalità operative e gestionali dello scalo fiammingo – e un tour alle infrastrutture del porto situato alla foce del fiume Schelda, dove la delegazione ha potuto anche visitare l’Euroterminal del gruppo Grimaldi, eccellenza portuale italiana in Nord Europa. Trasferimento nella giornata successiva a Rotterdam dove si è svolta una visita al primo scalo europeo per traffici a bordo di un battello messo a disposizione dell’ente portuale olandese. Occasione per conoscere da vicino, lungo gli oltre 50 chilometri che separano il porto “storico” dalla nuovissima area Maasvlakte, infrastrutture all’avanguardia sia dal punto di vista strutturale e sia tecnologico.
Umberto Masucci (presidente, International Propeller Club). Il confronto tra i due modelli di portualità del Mediterraneo e del Northern Range deriva innanzitutto da fattori geografici non riproducibili nei due contesti. “Da una parte gli scali italiani, a ridosso di bellissime città storiche, dall’altra i grandi spazi sottratti al mare, basti pensare che il solo Euroterminal di Grimaldi compete per estensione con lo stesso porto di Napoli, che favoriscono strategie improntate all’economia di scala”. Prerequisito fisico allo sviluppo logistico che viene implementato perseguendo il massimo dell’efficienza sotto l’aspetto burocratico (velocità dei controlli doganali) e dell’applicazione tecnologica. E che non condanna a priori il Mediterraneo. “L’importanza di un’iniziativa come la nostra sta proprio nel poter presentare i punti di forza del sistema nazionale. Nel corso del convegno condotto ad Anversa, ad esempio, abbiamo illustrato la leadership italiana nel settore ro-ro e gli sforzi organizzativi condotti in seguito alla riforma portuale”. Un’analisi tra affinità/divergenze da spendere con profitto anche sui tavoli comunitari. “A livello di governance portuale gli assetti sono diversi e il contesto normativo europeo non può non tenerne conto. È proprio per questo che gli interessi del modello mediterraneo andranno difesi a Strasburgo da un personale politico adeguatamente preparato”.
Riccardo Fuochi (presidente, Propeller Club di Milano). Conoscere e farsi conoscere. Lo scambio d’informazioni come leva per migliorare costantemente la qualità del nostro sistema logistico. “Ciò che colpisce dalla visita ai due principali porti del Northern range è la continua evoluzione: la capacità di rinnovarsi guardando ai mutamenti dei traffici attraverso una programmazione precisa e in tempi certi che garantisce la fluidità della movimentazione, sfruttando tutte le modalità di trasporto per i collegamenti con l’interno”. Obiettivo cui la portualità italiana dovrebbe tendere “favorendo i collegamenti diretti e le integrazioni tra banchine, spazi portuali e attività logistiche, magari sfruttando strumenti di semplificazione come le zone speciali”. Anche per cogliere al meglio le opportunità rappresentate dalla BRI. “Il Nord Europa si sta attrezzando con una serie di collegamenti ferroviari diretti con la Cina. Da parte nostra va sfruttata meglio l’occasione di poter penetrare nei mercati centro asiatici con accordi ad hoc: la modalità scelta da Pechino degli accordi bilaterali non pregiudica la scelta di poter stringere legami con i singoli paesi lungo la Belt and Road”.
Paola Martino