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MARZO 2019 PAG. 58 - Il sistema logistico italiano e connessioni porti-interporti


Nella grande partita della rappresentanza anche Confcommercio vuole giocare un ruolo attivo nel pungolare e proporre soluzioni per il rilancio del Paese. Soprattutto in un settore nevralgico come la logistica e in un territorio come la Campania dove all’abbondanza infrastrutturale (due porti e due interporti) non corrisponde ancora un concreto e coerente sistema di movimentazione merci pienamente integrato ed efficiente. Alla luce delle sfide poste dalla BRI, dell’insediamento delle ZES e dalla necessità di rilanciare l’economia meridionale la sezione campana della confederazione ha tenuto alla Stazione Marittima di Napoli il convegno “Il sistema logistico italiano e le connessioni tra porti e interporti”. Lavorare concretamente ad un tavolo che coinvolga tutti gli stakeholders, insieme alla introduzione di fast corridors e strumenti di semplificazione burocratica,  le proposte operative lanciate per superare l’attuale separazione tra i principali centri logistici regionali. 

Pasquale Russo (Direttore Generale, Confcommercio Campania). “La crescita dei traffici mette a serio rischio di saturazione i porti di Napoli e Salerno. Nasce da questa considerazione la proposta, l’unica in grado di ottenere risultati sul brevissimo tempo, di agevolare al meglio i collegamenti su gomma verso gli interporti. Puntando anche a strumenti di semplificazione come i fast corridor per rendere più convenienti i costi di trasferimento”. Un piano che conferma l’attenzione crescente di Confcommercio Campania per la logistica e “la necessità per le imprese che aderiscono di proporre soluzioni fattive”. “L’associazione coinvolge di fatto tutto il cluster e la recente nomina di un nostro rappresentate come Pasquale Legora De Feo nella cabina di regia per l’insediamento della ZES dimostra da una parte la nostra capacità di rappresentanza, dall’altra l’attenzione verso un elemento che consideriamo centrale per lo sviluppo delle attività portuali e logistiche”.

Marco Di Stefano (Società italiana Studi e Progetti di ingegneria). I quattro poli logistici della Campania sono cresciuti indipendentemente. “E’ arrivato il momento di riallacciare un dialogo anche per dare una risposta attrattiva alla crescita dei traffici nel Mediterraneo”. Una opportunità che può essere colta solo rendendo più efficiente il sistema nel suo complesso e “facendo il punto su una riforma portuale che sotto vari aspetti è stata tradita”. “Manca il coordinamento nazionale e i tempi di realizzazione delle infrastrutture non vanno nella direzione auspicata dagli operatori”. Paradossale la situazione in cui si trovano ad operare i presidenti di AdSP: “considerati come dei manager devono tuttavia confrontarsi con un sistema burocratico elefantiaco e una diminuzione delle risorse cresciuta di anno in anno”.

Giancarlo Cangiano (Direttore marketing e comunicazione, Interporto Sud Europa). È arrivato il momento di riscoprire la naturale vocazione degli interporti come infrastrutture retroportuali. “Finalmente ci si è resi conto che il sistema logistico campano non può prescindere dai due poli di Marcianise-Maddaloni e Nola che comunque sono cresciuti in proprio nel sistema nazionale e internazionale conseguendo specializzazioni proprie. Il surplus che ci aspetta e che interesserà i porti di Napoli e Salerno necessiterà inevitabilmente di uno sbocco”. Per rendere più semplice ed efficiente il servizio accessorio ai terminalisti bisognerà però rendere più facile l’invio su gomma verso le due infrastrutture, puntando sul ferro nei tempi lunghi. Con due obiettivi da perseguire: “abbattimento dell’impatto ambientale e creazione di valore aggiunto con l’apertura dei container presso le strutture dei nostri 33 operatori intermodali”. “L’ISE è a pronta a fare sistema e a sfruttare l’altra grande occasione di rilancio dell’economia: entro il nostro perimetro sono disponibili 350 ettari di ZES. Le misure di semplificazione che le caratterizzeranno, con i collegamenti garantiti dal nostro network, potranno rendere più attrattivo il nostro territorio”.

Claudio Ricci (Ad, Interporto di Nola). Cooperare per competere. “La risoluzione delle criticità va affrontato sul breve e sul lungo periodo. Essenziale partire velocemente con i fast corridor per evitare ulteriori rallentamenti nel flusso dei traffici puntando ad un coordinamento tra gli attori della filiera per ottimizzare transiti e migliorare l’impatto sul tessuto urbano. Sul lungo periodo è giusto sviluppare le connessioni ferroviarie e guardare con attenzione alle evoluzioni delle tecnologie: tra qualche anno le modalità di trasporto potrebbero subire radicali evoluzioni e noi dobbiamo farci trovare pronti”.

Pasquale Legora De Feo (responsabile logistica e infrastrutture, Confcommercio Napoli). “Troppa burocrazia e carenza di infrastrutture bloccano i porti della Campania. Attualmente i due interporti pur offrendo degli spazi infiniti non sono collegati allo scalo di Napoli. Vorremmo cercare di lanciare un tavolo concreto che parta da un modello virtuale su gomma per arrivare poi al ferro e collegare i due interporti, altrimenti ci troveremo nella condizione di rifiutare i traffici”. Sulla BRI va fatta attenzione agli obiettivi degli attori in campo. “USA e Cina mirano a monopolizzare il mercato, appetibile, rappresentato dall’Europa”. Da una parte con il “depotenziamento dei trattati” dall’altro con una “iniziativa di riconfigurazione, attraverso la logistica, dell’economia”. In un contesto di ritardo infrastrutturale al paese non rimane che la strada di “mettere a sistema le risorse infrastrutturali esistenti”. “Fare squadra non significa perdere la propria identità”.

Pietro Spirito (presidente, AdSP Mar Tirreno Centrale). “La proposta di un tavolo di confronto, al di fuori delle liturgie e concentrato sulle cose da fare nell’immediato, va nella giusta direzione. L’avvio del dragaggio, con tutte le difficoltà connesse, apre comunque un’opportunità per attrarre nuovi traffici che va governata attentamente”. Di positivo c’è la dimostrazione “che i porti di Napoli e Salerno possono crescere insieme, senza competizione interna”. Per il futuro non si potrà non vagliare l’opzione del collegamento ferroviario con le banchine. “Scartata qualsiasi ipotesi di adeguamento di Napoli-Traccia stiamo ragionando con RFI su una progettualità che punta ad abbattere i costi di manovra attraverso un collegamento diretto con la Darsena di Levante e ad un’ulteriore espansione dello scalo verso la parte orientale della città. Ad ogni buon conto per favorire lo split intermodale servirà un ferrobonus regionale”.   

Edoardo Rixi (viceministro, MIT). “Ci sono 300 opere da realizzare nel nostro paese. Dobbiamo lavorare su ciò che di buono ci dà l’assetto portuale stabilito con la riforma dei porti del 2016. Ma per essere efficaci dobbiamo adeguarci al flusso sempre maggiore di tonnellaggio via mare. Per questo, contiamo di realizzare presto un decreto ‘sblocca-cantieri’ per risolvere l’inadeguatezza dei tempi delle opere rispetto al mercato”. Tra i temi da affrontare, dunque, la “velocità di erogazione delle risorse”, attraverso una “revisione della contabilità pubblica” e una modifica della riforma portuale in tema di governance. “Rilasciare una concessione pluriennale e un permesso per una bancarella sono due cose differenti. Senza far cadere l’attenzione sulla vigilanza delle regole, i comitati portuali vanno sgravati dalla gestione ordinaria per occuparsi delle visioni di lungo periodo”. Così come andrebbe concessa più flessibilità operativa alle AdSP. “L’ente portuale dovrebbe occuparsi di obiettivi strategici, affiancato da enti complementari per ogni regione, evitando inutili conflitti di competenze”.
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