FEBBRAIO 2019 PAG. 46 - Senato, audizione Confetra in Commissione Lavoro
Reddito di cittadinanza e pensioni misure importanti se accompagnate dal rilancio economico
Confetra (Confederazione generale italiana dei Trasporti e della Logistica) “guarda con grande interesse alle due misure-simbolo appena varate dal Governo su reddito di cittadinanza e quota 100 ed auspica che siano in grado di produrre la scossa necessaria a rilanciare l’economia del Paese e a rimettere in moto i consumi”. Questa posizione è stata ribadita durante la recente audizione di Confetra in commissione Lavoro del Senato.
Reddito di cittadinanza
Come giustamente affermato dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, non si può non essere favorevoli all’introduzione di una misura strutturale di contrasto alla povertà assoluta che è già presente in varie forme in quasi tutti i paesi europei ad eccezione di Italia e Grecia. Correttamente il Governo ritiene che il reddito di cittadinanza non debba costituire una misura di natura esclusivamente assistenziale ma debba rappresentare anche un strumento di politica attiva del lavoro.
“Proprio su questo aspetto – commenta il presidente di Confetra Nereo Marcucci - valutiamo che si giochi la scommessa del successo o meno del nuovo istituto che presuppone pertanto grande rigore nell’organizzazione dell’intera filiera volta a favorire il reinserimento lavorativo di chi percepisce il reddito di cittadinanza: dai Centri per l’impiego alla formazione, dall’orientamento all’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.
Molto dipenderà in particolare dalla capacità operativa dei Centri per l’impiego anche se la situazione non è incoraggiante: secondo l’Istat infatti in Italia solo il 2,5% dei giovani tra i 25 e i 34 anni trova lavoro attraverso i Centri per l’impiego mentre, per quanto concerne i canali di ricerca del lavoro, l’intermediazione più diffusa continua ad essere quella “informale” (ossia tramite passaparola di parenti, amici e conoscenti) utilizzata dall’87,5% dei disoccupati, seguita a strettissima distanza dal canale “formale non istituzionale” (ossia tramite consultazione di annunci sulla stampa e su internet e invio di curriculum) con l’85,3%, mentre solamente all’ultimo posto figura il canale “canale formale istituzionale” (ossia tramite Centri per l’impiego, agenzie di somministrazione e concorsi pubblici) con il 38%.
“Da ultimo – aggiunge Confetra - non si può non sottolineare come, anche realizzando il miglior modello possibile, non ci potrà essere creazione di nuovi posti di lavoro senza crescita economica e una politica capace di rendere il Paese più attrattivo per gli investimenti attraverso la riduzione della pressione fiscale su impresa e lavoro e una robusta sburocratizzazione”.
Pensioni
Poche osservazioni sulle disposizioni del decreto legge in materia di pensioni. In particolare per quanto riguarda Quota 100, secondo Confetra sarebbe opportuno, al fine di favorire il ricorso alla misura e renderla più incisiva, apportare due correzioni. La prima consiste nella rimozione del divieto di cumulo con redditi di lavoro dipendente o autonomo. La seconda consiste nell’elevazione della soglia di età per usufruire del riscatto laurea agevolato che dovrebbe interessare non già soggetti giovani (under 45 anni come previsto attualmente) bensì soggetti anagraficamente vicini (ad esempio over 55) alla maturazione dei requisiti per quota 100. Infine il funzionamento di quota 100 non può in alcun modo coinvolgere i Fondi di formazione interprofessionale che finanziano la formazione continua con reciproca soddisfazione di aziende e lavoratori.
Brexit
Cosa succederà in materia doganale in scadenza della Brexit il prossimo 29 marzo, quali saranno le novità legislative e giurisprudenziali? Quali vantaggi e rischi comporterà il nuovo accordo Unione europea/Giappone del prossimo inizio di febbraio? Questi i temi centrali del seminario organizzato a Roma, presso Confetra (via Panama 62) il prossimo 4 marzo (la prima data fissata era il 23 gennaio, poi spostata per concomitanza con altri eventi). Relatrice del seminario l’avvocato Sara Armella dello Studio Armella&Associati.
“Molte imprese - spiega l’avvocato Armella - non sanno se, con la Brexit, si troveranno di fronte a nuove normative, tariffe o controlli doganali. Non hanno chiaro se avranno la possibilità di trasferire personale tra l’Unione europea e il Regno Unito, né se saranno costrette a pagare nuove tasse. In questo momento la confusione è massima e, nel caso non si raggiunga un accordo entro il 29 marzo, anche solo per concordare un rinvio, ci troveremo di fronte allo scenario peggiore, la “hard Brexit”. Questo significherebbe un’uscita del Regno Unito senza nessun paracadute: tutte le merci da e verso l’Inghilterra sarebbero soggette a procedure doganali e a dazi. Questo significa nuove tasse per le imprese e per i consumatori e tempi più lunghi per le forniture, oltre a restrizioni per le persone e per gli spostamenti o i permessi di soggiorno. ‘La scelta migliore – aggiunge - sarebbe un rinvio, visto che accordi così complessi richiedono il consenso non soltanto del lacerato Parlamento inglese, ma anche dell’Unione europea, che non può fare troppe concessioni se non vuole rischiare che l’esempio inglese sia seguito da altri. La hard Brexit pone molti problemi, anche considerando altri settori, come la finanza e le assicurazioni. Quello che è accaduto in queste ultime settimane era purtroppo prevedibile, Londra non ha voluto guardare in faccia la realtà e soltanto ora riflette sul vicolo cieco in cui si è messa”.
Francesco S. Salieri