GENNAIO 2019 PAG. 44 - Propeller di Trieste, una città che si sta affidando al mare
Promuovere e sostenere i traffici marittimi, la comunicazione ma anche le relazioni pubbliche e gli scambi culturali. Che questa sia la “mission” degli International Propeller Clubs è cosa nota, ma la sezione di Trieste, nel corso del 2018, ha voluto applicare in maniera quanto più possibile pratica ciò che viene indicato nello statuto.
Quale strada è stata percorsa per raggiungere l’obiettivo? Sotto la presidenza del Capitano Fabrizio Zerbini, si è deciso ancora una volta di dar voce a tutti quegli aspetti, non necessariamente tecnici, che in qualche modo coinvolgono il mondo della portualità, dello shipping e dell’economia legata al mare.
Trieste è una città che si sta affidando al mare per il suo rilancio economico e, anche grazie al lavoro del Propeller, intenzionato a proseguire nell’anno in corso, i suoi cittadini si stanno rendendo conto di quanto siano articolati gli interessi che ruotano attorno a questo mondo.
Non a caso il 2018 era iniziato con un convegno dedicato ai progetti sul tavolo per mantenere e rafforzare il trend positivo che sta caratterizzando da alcuni anni il Porto del Friuli Venezia Giulia. Dall’incontro era emersa la necessità di sfruttare al meglio le caratteristiche del Porto Franco, aumentare le relazioni internazionali e ribadire che Trieste è il Porto dell’intero Fvg, perché dietro allo scalo c’è la piattaforma logistica della regione. Un mese più tardi, in occasione delle consultazioni elettorali, lo stesso Propeller aveva ospitato un’ampia rappresentanza dei candidati, su temi legati alla portualità. Non erano mancati “scontri” costruttivi su temi di principio ma con ricadute concrete sull’economia del territorio e su quella dei traffici marittimi in particolare.
Un convegno dedicato alle infrastrutture ferroviarie aveva evidenziato, a fine marzo, quanto i risultati positivi dello scalo triestino fossero legati allo sviluppo del sistema di trasporto intermodale: Trieste è il primo porto d’Italia per numero di treni e ci sono a disposizione dell’Autorità portuale circa 113 milioni di euro per nuovi investimenti.
Ma fare attività economica sul mare significa anche confrontarsi con l’ambiente e proprio per questo si è voluto dedicare un incontro – durante il quale si sono confrontati esperti dell’Università di Trieste – al tema delle emissioni delle navi ed allo studio del “cold ironing” per prevenire sforamenti in caso di aumento del traffico.
Ma, come accennato in precedenza, l’economia del mare va osservata da molteplici punti di vista, non ultimo, per quanto riguarda Trieste e il suo territorio, da quello dello sviluppo turistico attraverso le crociere e la trasformazione del Porto Vecchio. Il convegno di giugno sulle ipotesi di convivenza, proprio nell’area dell’antico scalo, tra crociere, maxiyacht e turismo, è servito a dare una panoramica sui progetti futuribili.
Automazione e processi industriali: un futuro inquietante ma forse c’è tempo per rimediare. Questo il messaggio, invece, di un convegno organizzato a ottobre per trattare un argomento di carattere generale, reso intellegibile anche grazie alla preziosa partecipazione del rettore dell’Università degli studi di Trieste, Maurizio Fermeglia. Nuovi mestieri, la necessità di dare maggiore attenzione al mondo del lavoro (con una relazione molto efficace del professor Sergio Bologna), ma anche la necessità di raccogliere la sfida in senso positivo, ricordando come, nei primi anni ‘80, alcuni studiosi ipotizzassero il Mediterraneo come un mare morto entro pochi decenni a seguire.
Degna conclusione dell’attività, a dicembre dello scorso anno, l’assegnazione del Propeller d’Oro 2018 (riconoscimento annuale a personalità, imprese o associazioni che si siano particolarmente distinti nel favorire scambi commerciali e sviluppo economico del territorio) a Zeno D’Agostino e Mario Sommariva, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, che sovrintende ai porti di Trieste e Monfalcone. Al primo, anche presidente di Assoporti, per aver indirizzato la politica dell’Authority verso scelte di campo che hanno posto le basi per lo sviluppo dei prossimi anni e forse decenni. Al secondo per aver trovato applicazione pratica per quegli indirizzi che, nell’ambito pubblico, devono essere sempre tradotti in leggi e regolamenti.
Francesco S. Salieri