GENNAIO 2019 PAG. 27 - Obiettivo 2019 per Spediporto upgrade logistico del Paese
La prima industria mondiale, dopo quella generata dall’E-commerce, è senza dubbio quella Logistica. A dirlo sono i numerosi dati, ormai a disposizione di ogni commentatore, che mostrano come questo settore, con 150mila imprese ed oltre un milione di lavoratori, insieme ad IT ed Infrastrutture, sia un asset strategico per lo sviluppo di qualsiasi Paese. Si può affermare, senza timore di smentita, che il “Futuro” risieda nella volontà di un territorio di unire, attraverso la logistica, infrastrutture materiali ed immateriali.
La maggior parte dei paesi industriali, ma anche quelli in via di sviluppo non sono da meno, hanno assunto profonda consapevolezza sulle necessità di investire in infrastrutture, tecnologia e logistico per poter sostenere la crescita occupazionale e produttiva dei propri contesti economici.
Ciononostante, in Italia, questa convinzione stenta ad affermarsi e, conseguentemente, ad entrare nei programmi di sviluppo di aziende ed amministrazioni. “I danni legati ad una errata programmazione di aggiornamento logistico del Paese, afferma Giampaolo Botta Direttore Generale di Spediporto, sono all’evidenza di molti dei problemi di questi ultimi mesi. Senza andare troppo lontano, ma superando il facile esempio legato al dramma del Morandi, basterebbero le reiterate proteste di autotrasporto per i tempi di attesa ai terminals, sia quelli portuali che quelli retroportuali, per capire che questo settore necessita di urgenti updates. Nei principali porti europei si sono consolidati negli anni strumenti di programmazione degli arrivi e delle partenze dei camion dai terminals, così come esistono strumenti di digitalizzazione della documentazione di scorta alle merci e di semplificazioni amministrative per le operazioni di importazione ed esportazione”.
Anche qui, senza stare a citare i super inflazionati porti del North Range, gli esempi virtuosi hanno saputo svilupparsi non troppo lontano dai confini italiani. È il caso, ad esempio, del Porto di Barcellona. “Per noi genovesi - osserva Giampaolo Botta - il Porto di Barcellona rappresenta un significativo esempio di una realtà portuale che in tempi tutto sommato brevi ha saputo aggiornare il proprio modello organizzativo facendo della certificazione dei suoi standard operativi un marchio di qualità di cui si possono fregiare nel mondo tutte le aziende che vi operano”
Entrare nel Porto di Barcellona significa immergersi in una realtà che ha fatto della data tecnology e della digitalizzazione dei processi strumenti di certificazione qualitativa, prima ancora che di ottimizzazione dei procedi operativi. Li deve andare l’Italia: “Noi di SPEDIPORTO ne siamo convintissimi. Insieme ed in accordo con la comunità degli operatori genovesi, stiamo studiando i modelli portuali più avanzati al mondo per poter trovare soluzioni operative e digitali ottimali per i nostri operatori - dice Botta - questo aspetto di studio ci ha riportato ad una consapevolezza. A cambiare non può essere solo un attore della supply chain, perché i benefici siano consistenti è necessario che siano tutti gli attori della filiera logistica a modificare parte dei propri modelli organizzativi. Ecco perché è fondamentale dialogare con le aziende di produzione e distribuzione.
Dobbiamo partire da qui per aggiornare i tempi della logistica globale del Paese. Non possono più esistere ordini tassativi di carico e scarico delle merci in soli due momenti della giornata (08.00 e 14.30) così come, di presa o ritiro di pieni e fuori, sempre e solo nelle medesime fasce orarie. Ciò che sta a monte del trasporto (la committenza industriale) deve mettersi nella condizione, come fanno e faranno tutti gli altri attori, di lavorare 24/7, il nastro operativo dei magazzini deve servire l’autotrasporto su fasce orarie più ampie consentendo di spalmare carichi ed arrivi nei terminal su tutto l’arco della giornata. Programmando gli arrivi ai magazzini di riempimento, sarà possibile pianificare la fase successiva di arrivo ai terminal portuali (pre-arrival) dei camion per lo scarico e ricarico dei contenitori; sarà possibile anticipare dati ed informazioni utili all’imbarco (esempio VGM, certificati di fumigazione, schede tecniche, etc) e inviare digitalmente polizze di carico e autorizzazioni ADR. Sarà possibile evitare il congestionamento dei Varchi portuali ed dei Gates così abbattendo i tempi di attesa dei trasportatori e restituendo redditività alle imprese di autotrasporto e di tutta la filiera.
La programmazione di interventi infrastrutturali e tecnologici sono parte integrante dei programmi di governo di sviluppo dei principali porti al mondo, ora è il nostro turno, ma prima di tutto sarà necessario modificare la nostra cultura logistica, il nostro mondo di operare mettendo tutti gli attori, partendo dal primo, nella condizione di lavorare al meglio ed il più celermente possibile”.
RedMar