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DICEMBRE 2018 PAG. 20 - Le sfide che aspettano il settore logistico nel 2019


Nell’ultimo anno sono emerse alcune importanti e urgenti sfide - tecnologiche, economiche, ambientali e organizzative – destinate ad incidere profondamente nel percorso di crescita e di sviluppo delle imprese di spedizioni internazionali. Si tratta, infatti, di sfide che nascondono criticità significative, perché comportano scelte strategiche importanti, dalle quali dipende la “sostenibilità” stessa delle nostre attività imprenditoriali, come Brexit, neo-protezionismo e ritorno delle barriere tariffare e doganali, sostenibilità (economica, ambientale e sociale), digitalizzazione, gestione delle risorse umane e organizzazione interna, sicurezza informatica e blockchain, cambiamenti del mercato assicurativo, etc.

Per affrontare queste nuove sfide, Fedespedi ha individuato due vie primarie: la formazione e il sostegno alla digitalizzazione delle imprese.

Per quanto riguarda la formazione, per prima cosa ci è parso fondamentale e urgente un cambio di approccio: nel 2018 le attività di formazione in ambito aziendale non possono più essere considerare né una perdita di tempo o di risorse né, addirittura, una minaccia (nella convinzione che una risorsa umana adeguatamente formata poi sia spinta automaticamente a lasciare la propria impresa di piccole o medie dimensioni per un’azienda più grande e strutturata). Questa è una prospettiva limitata e superata da cui guardare alla formazione e al mercato del lavoro.

Il cambiamento in atto nell’universo delle competenze richieste alle imprese dalla cosiddetta rivoluzione industriale 4.0 impone a chi fa impresa di considerare la formazione quale strumento insostituibile di crescita, di sviluppo e di competitività del proprio business sul mercato (sia quello economico sia quello del lavoro). La formazione fa crescere il capitale umano e, con esso, l’impresa nel suo complesso.

Certamente, condicio sine qua non è che la formazione sia di qualità e calata nell’operatività delle imprese. Fedespedi ha deciso, dunque, di puntare su questi due aspetti, per offrire alle proprie imprese quelle nuove competenze specialistiche (doganali, normative, fiscali e finanziarie, assicurative, digitali, etc.) richieste alle aziende che vogliono rimanere competitive sul mercato. La Federazione ha portato avanti numerose iniziative in questi anni: il nuovo corso di formazione per “Responsabili delle questioni doganali” (che arricchisce una già nutrita offerta di seminari e corsi di formazione professionale dedicata alle nostre imprese associate), la pubblicazione dei Quaderni di Fedespedi, l’organizzazione dei convegni “Le nuove frontiere delle imprese di spedizione: e-commerce, ambiente, lavoro” (18 aprile 2018) e “Il diritto doganale tra competitività e politiche nazionalistiche: quali prospettive per il commercio internazionale?” (11 ottobre 2018), etc.
Per quanto riguarda la seconda via, ossia la digitalizzazione dei processi, è fondamentale che le imprese di spedizioni internazionali comprendano la necessità sempre più urgente di distinguersi assumendo un posizionamento competitivo sul mercato, per sopravvivere a una concorrenza che non è più solo interna alla categoria, ma che si gioca ormai trasversalmente all’interno del settore. Per questo la mia categoria è chiamata ad interrogarsi su quale sia il vero valore aggiunto che può permetterle di mantenere il suo ruolo di mediatore della logistica. In sintesi: qual è la nostra specificità rispetto agli altri attori del mercato? La risposta che mi do è semplice: il valore di uno spedizioniere sta nell’ampiezza e nella trasversalità delle proprie competenze; sta nella capacità di problem solving e di rispondere a domande ed esigenze complesse; sta nella capacità di patrimonializzare nel tempo l’esperienza sul campo, trasformandola in know how d’impresa. È evidente, dunque, l’importanza di mantenere aggiornate tali competenze e capacità, non inseguendo il cambiamento introdotto dal digitale, ma diventandone i protagonisti.

Proprio per questo Fedespedi ha recentemente aderito alla proposta di Confetra dei NetworkingLab e dei Service Point, progetti che vogliono mettere in contatto le imprese del settore della logistica con istituzioni, agenzie pubbliche per gli investimenti (ad es. Invitalia) e soggetti privati top player del mercato nel campo della consulenza. L’obiettivo è permettere alle nostre imprese, anche piccole e medie, di avere accesso alle risorse – economiche e di conoscenza – necessarie per svilupparsi e adeguare il proprio modello di business rispetto ai trend del mercato.

Tuttavia, è sempre più evidente come le risposte alle sfide che ci attendono nel prossimo futuro non possano essere affrontate dai singoli operatori o associazioni di categoria, ma richiedano uno sforzo congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti. In particolare, alla Pubblica Amministrazione è chiesto un cambio di passo e un cambio di pelle. Dovrà continuare – e, se possibile, accelerare – nel suo percorso di efficientamento dei servizi resi agli operatori economici. Dovrà cambiare approccio verso il settore privato, dimostrando una maggiore consapevolezza delle esigenze delle imprese (imposte dal contesto economico in cui operano), pur nel rispetto del suo ruolo di “garante” delle regole. Non dovrà più pensare di poter delegare la competitività agli operatori economici privati: anche il pubblico deve dimostrare di essere competitivo e – nel suo agire e organizzarsi – coerente con la sua mission al servizio di cittadini e imprese. Dall’efficienza della pubblica amministrazione – dalla sua capacità di offrire servizi di qualità – dipendono, infatti, la possibilità di aumentare competitività e produttività delle imprese e lo sviluppo del settore del trasporto e della logistica in Italia.

Roberto Alberti
Presidente Fedespedi
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