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NOVEMBRE 2018 PAG. 6 - NEWS MONDO

ITF all’attacco del sistema delle mega alleanze
Le alleanze strette dalle compagnie marittime nel settore container concentrano eccessivamente il mercato nelle mani di pochissimi operatori. Lo denuncia un rapporto realizzato per conto dell’International Transport Forum, organizzazione intergovernativa dell’OCSE, che evidenza come il 95% della capacità di carico messa in campo dal trasporto di linea sulle principali rotte marittime est-ovest sono coperte da vettori che fanno parte di tre sole organizzazioni: la 2M, costituita da Maersk Line e Mediterranean Shipping Company (MSC), la Ocean Alliance, formata da COSCO (con OOCL), CMA CGM e Evergreen e la THE Alliance, che riunisce Hapag-Lloyd, Ocean Network Express (ONE) e Yang Ming. Secondo lo studio, mettendo insieme circa l’80% del volume globale di traffici marittimi containerizzati, questi accordi hanno consentito alle compagnie di acquisire e gestire, attraverso la riduzione dei costi unitari di trasporto, mega-navi che altrimenti alcuni di questi vettori non sarebbero stati in grado di ordinare. Alimentando una tendenza che ha prodotto, tra l’altro, una sovracapacità dell’offerta che si è ripercossa sull’andamento dei noli. Tra gli impatti negativi del fenomeno l’uniformità dell’offerta, la riduzione della frequenza dei servizi e dei collegamenti diretti tra porto e porto, minore affidabilità delle schedule. Secondo ITF le mega alleanze avrebbero prodotto “un aumento dei tempi complessivi di trasporto e per i caricatori generato un’incertezza delle consegne causando un aumento dei costi determinato dalla necessità di aumentare e gestire le scorte”. Il fattore di maggiore criticità consisterebbe però nell’influenza sull’intero sistema dei trasporti con la concentrazione  del traffico su determinati sistemi portuali, i maggiori spostamenti di volumi, in grado di influenzare massicciamente la programmazione degli scali, la creazione di una “concorrenza distruttiva” tra gli operatori dei terminal e tra gli altri fornitori di servizi portuali, “con una riduzione del ritorno degli investimenti in grado di condurre al declino dei piccoli porti container e alla scomparsa di piccoli terminal operator”. Lo dimostra la quota di mercato dei terminal controllati dalle compagnie di navigazione, passata dal 18% nel 2001 al 38% nel 2017. L’ITF ha inoltre espresso particolare preoccupazione nei confronti delle “forti pressioni affinché vengano intrapresi lavori, finanziati con fondi pubblici, di potenziamento delle infrastrutture portuali”. “Spese che sovente si rivelano antieconomiche sia a causa della variazione della domanda di servizi portuali che del potere monopolistico esercitato dalle alleanze”. Da qui la messa in discussione del sistema di esenzione per categoria per i consorzi tra compagnie di navigazione previsto dalla normativa europea, dispositivo che, consentendo l’evoluzione del fenomeno ha contribuito all’attuale situazione di grande concentrazione del mercato. “Ci si potrebbe chiedere – conclude il rapporto – se possano sussistere ancora vantaggi dal mantenimento delle esenzioni”.

Formazione dei marittimi, ICS vuole riformare la Convenzione STWC
Rivedere la Convenzione internazionale STCW sulla formazione dei marittimi per adeguarla alle nuove sfide tecnologiche. È la richiesta giunta dal presidente dell’associazione armatoriale ICS (International Chamber of Shipping), Esben Poulsson secondo il quale la normativa “dovrebbe fornire una struttura sufficientemente flessibile per adeguarsi alle necessità, in costante mutazione, della flotta mondiale”. “Potrebbe essere necessario sviluppare un approccio più modulare all’acquisizione delle competenze e delle certificazioni. L’avvento di nuove tecnologie sta già cambiando le funzioni che i marittimi svolgono a bordo e le competenze e la formazione di cui hanno bisogno”. Tra le richieste di Poulsson anche la modifica delle cosiddette “white list” sulla conformità di applicazione dei requisiti della STWC: “E’ necessario che ci sia un sistema di monitoraggio più trasparente ed efficace sull’implementazione a livello nazionale per garantire che la Convenzione continui a fornire marittimi competenti ed esperti”. La normativa attuale è stata adottata nel 1978 dall’International Maritime Organization (IMO) ed è stata aggiornata nel 2010 con emendamenti entrati in vigore il 1° gennaio 2012 con un periodo transitorio di cinque anni.

Avanza il programma trilaterale Albania – Montenegro – Italia 
Il parlamento albanese ha ratificato l’accordo raggiunto lo scorso luglio tra il governo di Tirana e quello montenegrino per l’apertura di un nuovo valico di frontiera fra i due paesi. L’intesa prevede oltre alla circolazione via terra anche una linea di trasporto che sfrutti il lago di Scutari, offrendo maggiori potenzialità al settore del turismo. Il ministro degli Esteri ADitmir Bushati ha sottolineato come “nell’ambito del programma trilaterale, Albania – Montenegro - Italia, sostenuto dai fondi dell’Ue, è stato concordato la realizzazione di un progetto per una linea di trasporto multimodale tra il porto di Bari in Italia, quello di Shengjin in Albania e il porto di Bar (Antivari), in Montenegro”.

Giappone, ricorso al WTO contro gli aiuti ai cantieri coreani
Niente di fatto alle recenti consultazioni bilaterali tra Giappone e Corea del Sud rispetto alla richiesta della delegazione nipponica di sospendere gli aiuti pubblici concessi da Seul ai cantieri navali nazionali. Dopo il rifiuto dei rappresentanti del governo sudcoreano, che hanno ribadito la legittimità delle misure, il Giappone potrebbe richiedere l’intervento della World Trade Organization per risolvere la divergenza. Un possibile ricorso al collegio per la risoluzione delle controversie della WTO confermato dal Ministero del Territorio, delle infrastrutture, dei trasporti e del turismo di Tokyo nel caso fallissero le ulteriori trattative bilaterali previste nel prossimo mese.

Ottava portacontainer inserita nel Medgulf/TA6 di 2M
I due partner del consorzio armatoriale 2M, le compagnie di navigazione Maersk Line e Mediterranean Shipping Company (MSC), hanno annunciato la prossima immissione di un’ulteriore portacontainer nel servizio che collega il Mediterraneo occidentale con il Golfo USA denominato rispettivamente dai due vettori TA6 e Medgulf. La rotazione del servizio settimanale, che con l’ulteriore immissione di un’unità sarà operato con otto navi, tocca i porti di Gioia Tauro, Napoli, La Spezia, Barcellona, Valencia, Algeciras, Sines, Freeport, Port Everglades (scalo che le due compagnie hanno in programma di trasferire a Miami), Veracruz, Altamira, Houston, New Orleans, Miami, Freeport, Sines, Algeciras, Barcellona.

Rotterdam vince l’Espo Award
È andato al porto di Rotterdam l’Espo Award 2018, il premio conferito dall’associazione dei porti europei a riconoscimento dell’impegno di uno scalo nei confronti della città e della comunità che lo ospita. L’Autorità Portuale olandese ha vinto la decima edizione del concorso per il suo progetto “Il porto di Rotterdam crea un buon ambiente di lavoro per tutti” il cui obiettivo è quello di massimizzare le sinergie tra il porto, la città di Rotterdam e la regione. La cerimonia di premiazione, tenutasi a Bruxelles, è stata anche l’occasione per celebrare il 25° anniversario della costituzione dell’European Sea Ports Organisation. Intanto, dopo quattro trimestri consecutivi di lieve calo, nel terzo trimestre di quest’anno il traffico delle merci movimentato dallo scalo olandese è tornato a crescere registrando un incremento del 3,2% sullo stesso periodo del 2017. In totale sono state movimentate 117,2 milioni di tonnellate di carichi rispetto a 113,5 milioni nel periodo luglio-settembre dello scorso anno.

Intercargo, problema sicurezza per le norme IMO sui combustibili
Intercargo, l’associazione armatoriale delle società del settore rinfuse secche, ha lanciato un nuovo allarme in vista dell’entrata in vigore dal 2020 delle norme IMO per la riduzione allo 0,5% del limite del tenore di zolfo nei combustibili navali. Pur sostenendo appieno l’introduzione delle nuove misure l’associazione ha denunciato “i problemi relativi alla sicurezza che molto probabilmente si presenteranno con questo nuovo importante regolamento”.  “L’implementazione efficace, corretta e ordinata del regolamento – sottolinea l’associazione – si basa non solo sugli operatori marittimi, ma anche sugli Stati membri dell’IMO e sui fornitori, incluse le raffinerie petrolifere, i fornitori di bunker e i noleggiatori, che devono assicurare la disponibilità a livello mondiale di combustibili conformi sicuri, cosa che costituisce un problema di rilevo per le navi impiegate nei traffici tramp per il trasporto di rinfuse secche”. Tra le richieste di Intercargo una “applicazione coerente del regolamento” nel periodo di transizione. “Un approccio uniforme da parte degli ispettori di Port State Control dovrà essere attuato in egual misura alle navi che fanno affidamento sulla fornitura di fuel conformi e a quelle che si adeguano optando per metodi alternativi come l’installazione di scrubber, tenendo conto del fatto che sarà necessaria un’esperienza operativa notevole riguardante la conformità. È di fondamentale importanza garantire la sicurezza degli equipaggi, delle navi e dei carichi e la protezione dell’ambiente”.

Aumentano gli atti di pirateria
Nei primi nove mesi di quest’anno gli atti di pirateria contro le navi sono aumentati anche se per la prima volta dal 1994 si è registrata l’assenza per due semestri consecutivi di casi di sequestri di navi. Complessivamente gli incidenti sono stati 156 rispetto ai 121 nello stesso periodo dello scorso anno. Le navi abbordate 107 (92 nei primi nove mesi del 2017), 32 quelle oggetto di assalti, 13 quelle contro cui sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco e quattro le navi sequestrate, tutti episodi verificatisi nel primo trimestre di quest’anno. Il numero di marittimi presi in ostaggio è salito a 112 rispetto a 80 nei primi nove mesi del 2017, 39 marittimi sono stati rapiti e sei feriti. “Anche se il minimo record di sequestri nel secondo e terzo trimestre del 2018 va festeggiato - ha spiegato Pottengal Mukundan, direttore dell’International Maritime Bureau (IMB) - gli episodi di pirateria marittima e di rapine con armi da fuoco sono tuttora diffusi”. Nel solo terzo trimestre di quest’anno il numero totale è salito sensibilmente a 49 rispetto a 34 nel corrispondente periodo del 2017.


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