NOVEMBRE 2018 PAG. 34 - Analisi costi-benefici i timori della logistica
La scelta del governo di sottoporre anche i progetti infrastrutturali già avviati all’analisi costi-benefici suscita apprensione nel settore della logistica. In un contesto già caratterizzato da ritardi ed inefficienze un ulteriore passaggio amministrativo in grado di sovvertire le opzioni strategiche già impostate potrebbe frenare i timidi segnali di ripresa provenienti dal comparto. Da qui l’esigenza di un dialogo franco con l’esecutivo sulle cose da fare. La necessità di tratteggiare un limite capace di preservare il buono prodotto negli ultimi anni e rilanciare ulteriormente l’iniziativa di cui si è fatta interprete la recente Assemblea pubblica di Confetra Agorà 2018. Appuntamento espressione di 19 associazioni nazionali di categoria, in rappresentanza di una supply chain logistica che mette insieme l’11% del Pil nazionale, un milione di addetti e 110 miliardi di valore, nel corso del quale è stato presentato il position paper “Check Up Log: le infrastrutture strategiche per il trasporto e la logistica”. Documento redatto dal Prof. Vittorio Marzano dell’Università Federico II di Napoli che individua le 15 infrastrutture, materiale e immateriali, che la Confederazione ritiene “non negoziabili”.
Nereo Marcucci (Presidente Confetra). Nel pieno dei fenomeni di reazione alla “globalizzazione mal governata” il sistema logistico italiano sarà chiamato ad affrontare tre grandi fenomeni come la Brexit (con le sue conseguenze), l’ondata montante del protezionismo e le opportunità /rischi legati alla Belt and Road Initiative cinese. Per affrontare al meglio queste sfide non si potrà prescindere dalle infrastrutture immateriali come la banda ultralarga e la digitalizzazione doganale. Così come da una serie di interventi materiali, dal Terzo Valico alla linea ferroviaria A/V Napoli – Bari al progetto Malpensa Cargo District, solo per fare un esempio, “che nessuna poject review potrà scalfire”. “Proseguire negli investimenti infrastrutturali per un Paese trasformatore come l’Italia non è una opzione tra le altre ma è la condizione perché il futuro sia sostenibile socialmente, economicamente e ambientalmente”. Tra le altre proposte: no alla reintroduzione dei costi minimi per l’autotrasporto, abolizione del bollo per i veicoli meno inquinanti, rafforzamento dello sconto pedaggio. Soprattutto, “una Bassanini delle merci per liberare le potenzialità dell’industria logistica da una selva di gravami burocratici e di incagli”. Superamento, anche, della vecchia cultura d’impresa, celebrando il “matrimonio” tra manifattura e logistica, e richiesta di una legge sulla rappresentanza. “Crediamo nel partenariato economico sociale e nella concertazione. Ma così come pretendiamo interlocutori istituzionali stabili, rappresentativi e competenti, di pari passo avvertiamo la necessità che il decisore pubblico abbia ben chiaro quale organizzazione di categoria abbia di fronte, cosa rappresenti, in quali forme agisca”.
Vittorio Marzano (Università degli Studi Federico II). Insieme allo spostamento del baricentro produttivo ad Est si verificano fenomeni legati ai cambiamenti tecnologici. “L’evoluzione dei mezzi è più veloce di quella delle reti: il rischio è il formarsi di colli di bottiglia”. Sotto questo aspetto la rete logistica della penisola è già sotto pressione. Possibili risposte possono consistere nel rafforzamento dell’accessibilità ai mercati esteri (porti e valichi), dell’accessibilità interna, della “valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente, in grado di garantire più sostenibilità e resilienza”. Una strategia che dovrà puntare sull’effetto leva per gli investimenti privati derivante da una incisiva politica di incentivi e dall’introduzione di Sudoco (Sportello unico doganale) e dei controlli e fast corridor, strumenti che possono aumentare la competitività dei servizi alla merce.
Ennio Cascetta (Presidente Anas). L’applicazione di uno strumento come il contratto pluriennale renderà più facile garantire la messa in sicurezza di oltre 30mila chilometri di strade che “rappresentano il tessuto connettivo del Paese”. “Il trasferimento degli assi viari a Regioni e Province è avvenuto in modo troppo frettoloso e oggi molte infrastrutture sono restituite per mancanza di capacità o volontà di gestione. Con un programma quadriennale investiremo 11 miliardi su una dotazione di 23 individuando gli interventi prioritari su ponti, cavalcavia e viadotti”. Si guarderà anche all’innovazione tecnologica con le prime applicazioni in tema di “smart road”. “Sono partite le prime sperimentazioni per i sistemi di connessione: con un investimento di 300 milioni trasformeremo la A2 nella prima autostrada ‘intelligente’ del Paese”.
Cinzia Bricca (Vicedirettore-Direttore vicario Agenzia Dogane e Monopoli). “Ci stiamo attrezzando per uno scenario della Brexit che non preveda accordi. Bisognerà organizzare la filiera dei trasporti per i passeggeri inglesi e riunire una cabina di regia nazionale anche per capire dove collocare i punti per lo sdoganamento. Si provvederà a breve anche a introdurre correttivi nella organizzazione di fast corridor per evitare possibili contestazioni da parte di Bruxelles ”. Per quanto concerne la “Bassanini della merci” essa va considerata come “un punto di arrivo, alla luce di tutto quanto è stato fatto finora per la digitalizzazione, compresa l’introduzione di importanti novità il pre-cleaning”. Importante soprattutto la finalizzazione delle procedure per l’introduzione del Sudoco. “Manca ancora un d.p.c.m poi sarà possibile aggiungere alla single window anche il coordinamento dei controlli, il tassello più delicato per l’abbattimento dei tempi”.
Nereo Marcucci (Presidente Confetra). Nel pieno dei fenomeni di reazione alla “globalizzazione mal governata” il sistema logistico italiano sarà chiamato ad affrontare tre grandi fenomeni come la Brexit (con le sue conseguenze), l’ondata montante del protezionismo e le opportunità /rischi legati alla Belt and Road Initiative cinese. Per affrontare al meglio queste sfide non si potrà prescindere dalle infrastrutture immateriali come la banda ultralarga e la digitalizzazione doganale. Così come da una serie di interventi materiali, dal Terzo Valico alla linea ferroviaria A/V Napoli – Bari al progetto Malpensa Cargo District, solo per fare un esempio, “che nessuna poject review potrà scalfire”. “Proseguire negli investimenti infrastrutturali per un Paese trasformatore come l’Italia non è una opzione tra le altre ma è la condizione perché il futuro sia sostenibile socialmente, economicamente e ambientalmente”. Tra le altre proposte: no alla reintroduzione dei costi minimi per l’autotrasporto, abolizione del bollo per i veicoli meno inquinanti, rafforzamento dello sconto pedaggio. Soprattutto, “una Bassanini delle merci per liberare le potenzialità dell’industria logistica da una selva di gravami burocratici e di incagli”. Superamento, anche, della vecchia cultura d’impresa, celebrando il “matrimonio” tra manifattura e logistica, e richiesta di una legge sulla rappresentanza. “Crediamo nel partenariato economico sociale e nella concertazione. Ma così come pretendiamo interlocutori istituzionali stabili, rappresentativi e competenti, di pari passo avvertiamo la necessità che il decisore pubblico abbia ben chiaro quale organizzazione di categoria abbia di fronte, cosa rappresenti, in quali forme agisca”.
Vittorio Marzano (Università degli Studi Federico II). Insieme allo spostamento del baricentro produttivo ad Est si verificano fenomeni legati ai cambiamenti tecnologici. “L’evoluzione dei mezzi è più veloce di quella delle reti: il rischio è il formarsi di colli di bottiglia”. Sotto questo aspetto la rete logistica della penisola è già sotto pressione. Possibili risposte possono consistere nel rafforzamento dell’accessibilità ai mercati esteri (porti e valichi), dell’accessibilità interna, della “valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente, in grado di garantire più sostenibilità e resilienza”. Una strategia che dovrà puntare sull’effetto leva per gli investimenti privati derivante da una incisiva politica di incentivi e dall’introduzione di Sudoco (Sportello unico doganale) e dei controlli e fast corridor, strumenti che possono aumentare la competitività dei servizi alla merce.
Ennio Cascetta (Presidente Anas). L’applicazione di uno strumento come il contratto pluriennale renderà più facile garantire la messa in sicurezza di oltre 30mila chilometri di strade che “rappresentano il tessuto connettivo del Paese”. “Il trasferimento degli assi viari a Regioni e Province è avvenuto in modo troppo frettoloso e oggi molte infrastrutture sono restituite per mancanza di capacità o volontà di gestione. Con un programma quadriennale investiremo 11 miliardi su una dotazione di 23 individuando gli interventi prioritari su ponti, cavalcavia e viadotti”. Si guarderà anche all’innovazione tecnologica con le prime applicazioni in tema di “smart road”. “Sono partite le prime sperimentazioni per i sistemi di connessione: con un investimento di 300 milioni trasformeremo la A2 nella prima autostrada ‘intelligente’ del Paese”.
Cinzia Bricca (Vicedirettore-Direttore vicario Agenzia Dogane e Monopoli). “Ci stiamo attrezzando per uno scenario della Brexit che non preveda accordi. Bisognerà organizzare la filiera dei trasporti per i passeggeri inglesi e riunire una cabina di regia nazionale anche per capire dove collocare i punti per lo sdoganamento. Si provvederà a breve anche a introdurre correttivi nella organizzazione di fast corridor per evitare possibili contestazioni da parte di Bruxelles ”. Per quanto concerne la “Bassanini della merci” essa va considerata come “un punto di arrivo, alla luce di tutto quanto è stato fatto finora per la digitalizzazione, compresa l’introduzione di importanti novità il pre-cleaning”. Importante soprattutto la finalizzazione delle procedure per l’introduzione del Sudoco. “Manca ancora un d.p.c.m poi sarà possibile aggiungere alla single window anche il coordinamento dei controlli, il tassello più delicato per l’abbattimento dei tempi”.
Giovanni Grande