OTTOBRE 2018 PAG.18 - Agenti marittimi denunciano morte “di” Venezia
Due ministri ipotizzano la chiusura del porto. A rischio non solo 18.000 posti di lavoro e più di
un miliardo di fatturato: in pericolo la sopravvivenza della città.
Non solo imbarazzo e preoccupazione, ma una denuncia pubblica di follia governativa. L’Associazione Agenti Marittimi del Veneto, presieduta da Alessandro Santi, scende in campo insieme con la Federazione nazionale, Federagenti, dopo le dichiarazioni pubblicate sui ‘social’ dal Ministro alla Cultura Bonisoli e avallate dal Ministro alle Infrastrutture Toninelli, sul tema delle Grandi navi a Venezia e della gestione del porto lagunare. “Siamo di fronte a una condanna a morte del porto, di una delle attività economiche principali di Venezia e del Veneto, ma anche della ragione d’essere, storica e attuale, della città”.
“La storia di Venezia dovrebbe insegnare – prosegue Santi - quanto sia inscindibile il legame tra il porto e la città; ma questo insegnamento non è neppure percepito: due ministri dimostrano di non avere la benché minima idea della realtà veneziana, scegliendo la strada dei facili proclami di propaganda, affidandosi a messaggi su piattaforme social, e ponendosi a fianco di chi vuole condannare Venezia all’immobilismo, frutto maturo di una totale mancanza di una politica efficace sulla residenzialità con la conseguente necrotizzazione del suo tessuto sociale”.
“Gli operatori marittimi non possono assistere passivamente a un omicidio in diretta: una scure calata dall’alto che rischia di tagliare in modo netto un settore economico fondamentale come quello delle attività portuali, azzerando un comparto che – secondo autorevoli e non contestabili studi pubblicati - costituisce più del 20 % della ricchezza generata nell’area metropolitana (1,1 miliardi di euro, ottava città italiana)”.
“Da anni – ricorda Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti – gli agenti marittimi sono impegnati in prima linea, con studi, ricerche, analisi, sempre condivise con tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti in questo settore, dimostrando ampiamente la compatibilità delle attività portuali e di una filiera di lavoro e reddito irrinunciabile con la salvaguardia e la tutela non soltanto di Venezia e della sua laguna. Oggi ci troviamo di fronte, sostenute da ministri sui social, e ribadisco sui social, a una ipotesi folle di decrescita…felice. Progetti e innovazioni concrete finalizzati a garantire una prospettiva di sviluppo e non di declino al futuro della città, ma anche studi redatti in sei anni da parte delle autorità locali competenti….tutto inutile, tutto vano; ad avere il sopravvento è solo un’ipotesi di pura propaganda: quella della morte di Venezia.”
Secondo gli agenti marittimi una scelta drastica, come quella ventilata dai Ministri, porta come intrinseca conseguenza l’acuirsi del fenomeno di ‘museizzazione’ di Venezia, soffocando di fatto le attività alternative alla monocultura turistica. E ciò quando ormai anche nel mondo che guarda a Venezia, è ben chiaro che la tutela della bellezza di questa città unica dovrebbe basarsi sulla gestione e soluzione dei reali problemi della città, che non sono, come non lo sono mai state, le navi.
“Ci siamo sempre resi disponibili – conclude Santi - al confronto e al dialogo e continueremo a farlo, se questo significa garantire un futuro alla nostra città. Ma di fronte a affermazioni come queste non possiamo che esprimere il nostro totale disaccordo e preannunciare una ponderata ma ferma opposizione, a tutela delle attività produttive, dei lavoratori e delle loro famiglie e anche della nostra storia e eredità comune”.
Carolina Sinnopoli
un miliardo di fatturato: in pericolo la sopravvivenza della città.
Non solo imbarazzo e preoccupazione, ma una denuncia pubblica di follia governativa. L’Associazione Agenti Marittimi del Veneto, presieduta da Alessandro Santi, scende in campo insieme con la Federazione nazionale, Federagenti, dopo le dichiarazioni pubblicate sui ‘social’ dal Ministro alla Cultura Bonisoli e avallate dal Ministro alle Infrastrutture Toninelli, sul tema delle Grandi navi a Venezia e della gestione del porto lagunare. “Siamo di fronte a una condanna a morte del porto, di una delle attività economiche principali di Venezia e del Veneto, ma anche della ragione d’essere, storica e attuale, della città”.
“La storia di Venezia dovrebbe insegnare – prosegue Santi - quanto sia inscindibile il legame tra il porto e la città; ma questo insegnamento non è neppure percepito: due ministri dimostrano di non avere la benché minima idea della realtà veneziana, scegliendo la strada dei facili proclami di propaganda, affidandosi a messaggi su piattaforme social, e ponendosi a fianco di chi vuole condannare Venezia all’immobilismo, frutto maturo di una totale mancanza di una politica efficace sulla residenzialità con la conseguente necrotizzazione del suo tessuto sociale”.
“Gli operatori marittimi non possono assistere passivamente a un omicidio in diretta: una scure calata dall’alto che rischia di tagliare in modo netto un settore economico fondamentale come quello delle attività portuali, azzerando un comparto che – secondo autorevoli e non contestabili studi pubblicati - costituisce più del 20 % della ricchezza generata nell’area metropolitana (1,1 miliardi di euro, ottava città italiana)”.
“Da anni – ricorda Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti – gli agenti marittimi sono impegnati in prima linea, con studi, ricerche, analisi, sempre condivise con tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti in questo settore, dimostrando ampiamente la compatibilità delle attività portuali e di una filiera di lavoro e reddito irrinunciabile con la salvaguardia e la tutela non soltanto di Venezia e della sua laguna. Oggi ci troviamo di fronte, sostenute da ministri sui social, e ribadisco sui social, a una ipotesi folle di decrescita…felice. Progetti e innovazioni concrete finalizzati a garantire una prospettiva di sviluppo e non di declino al futuro della città, ma anche studi redatti in sei anni da parte delle autorità locali competenti….tutto inutile, tutto vano; ad avere il sopravvento è solo un’ipotesi di pura propaganda: quella della morte di Venezia.”
Secondo gli agenti marittimi una scelta drastica, come quella ventilata dai Ministri, porta come intrinseca conseguenza l’acuirsi del fenomeno di ‘museizzazione’ di Venezia, soffocando di fatto le attività alternative alla monocultura turistica. E ciò quando ormai anche nel mondo che guarda a Venezia, è ben chiaro che la tutela della bellezza di questa città unica dovrebbe basarsi sulla gestione e soluzione dei reali problemi della città, che non sono, come non lo sono mai state, le navi.
“Ci siamo sempre resi disponibili – conclude Santi - al confronto e al dialogo e continueremo a farlo, se questo significa garantire un futuro alla nostra città. Ma di fronte a affermazioni come queste non possiamo che esprimere il nostro totale disaccordo e preannunciare una ponderata ma ferma opposizione, a tutela delle attività produttive, dei lavoratori e delle loro famiglie e anche della nostra storia e eredità comune”.
Carolina Sinnopoli