OTTOBRE 2018 PAG. 64 - SUEZ Il Canale l’Egitto e l’Italia.
Marco Valle - Historica
Un percorso narrativo che si dipana tra passato, presente e futuro del Mediterraneo. Un secolo e mezzo di studi, progetti, lavori ma anche di sfruttamento, intrighi, battaglie di un’opera-mondo, porta aperta tra Occidente e Oriente, passaggio strategico dell’economia mondiale e nodo geopolitico irriducibile.
Un romanzo, una storia di storie, che ricostruisce in modo puntuale ma serrato gli incontri e gli scontri (più gli scontri, in verità) consumati all’ombra del Canale di Suez, catalizzatore delle trasformazioni di interi cicli politici, storici e culturali: sigillo e garanzia del potere anglo-francese sul Levante e il Mediterraneo nell’epoca dell’imperialismo, rovina e poi riscatto per l’Egitto, espropriato e umiliato nel “great game” delle grandi potenze ottocentesche e poi protagonista, con Nasser, della lunga e controversa stagione della decolonizzazione. Cartina di tornasole per capire anche il ruolo dell’Italia nel fu Mare Nostrum, dove per la “minore tra le potenze maggiori” l’idrovia è stata cruccio, ambizione, obiettivo e, infine, con Enrico Mattei occasione di incontro.
Un racconto che svela da vicino vizi e virtù del “sistema Italia” sempre pronto a sopperire con le indubbie capacità dei singoli la mancanza, quando non la marginalità dell’azione politica. Occasione, anche, per ricordare il fondamentale contributo italiano alla realizzazione del Canale di Luigi Negrelli e Pietro Paleocapa, relegati nel dimenticatoio della storia insieme a quella di “tanti scienziati, tecnocrati, visionari e capitalisti “illuminati” che intravidero nel Canale l’annuncio di un mondo nuovo, aperto ai commerci e all’innovazione, e l’opportunità per un pacifico quanto fruttuoso incontro tra popoli ed economie”.
Un percorso narrativo che si dipana tra passato, presente e futuro del Mediterraneo. Un secolo e mezzo di studi, progetti, lavori ma anche di sfruttamento, intrighi, battaglie di un’opera-mondo, porta aperta tra Occidente e Oriente, passaggio strategico dell’economia mondiale e nodo geopolitico irriducibile.
Un romanzo, una storia di storie, che ricostruisce in modo puntuale ma serrato gli incontri e gli scontri (più gli scontri, in verità) consumati all’ombra del Canale di Suez, catalizzatore delle trasformazioni di interi cicli politici, storici e culturali: sigillo e garanzia del potere anglo-francese sul Levante e il Mediterraneo nell’epoca dell’imperialismo, rovina e poi riscatto per l’Egitto, espropriato e umiliato nel “great game” delle grandi potenze ottocentesche e poi protagonista, con Nasser, della lunga e controversa stagione della decolonizzazione. Cartina di tornasole per capire anche il ruolo dell’Italia nel fu Mare Nostrum, dove per la “minore tra le potenze maggiori” l’idrovia è stata cruccio, ambizione, obiettivo e, infine, con Enrico Mattei occasione di incontro.
Un racconto che svela da vicino vizi e virtù del “sistema Italia” sempre pronto a sopperire con le indubbie capacità dei singoli la mancanza, quando non la marginalità dell’azione politica. Occasione, anche, per ricordare il fondamentale contributo italiano alla realizzazione del Canale di Luigi Negrelli e Pietro Paleocapa, relegati nel dimenticatoio della storia insieme a quella di “tanti scienziati, tecnocrati, visionari e capitalisti “illuminati” che intravidero nel Canale l’annuncio di un mondo nuovo, aperto ai commerci e all’innovazione, e l’opportunità per un pacifico quanto fruttuoso incontro tra popoli ed economie”.