Marzo 2018 Pag.59 - Responsabilità sociale per l’ecosistema economico
Le sfide della contemporaneità chiamano l’ecosistema
economico a interpretare il proprio ruolo secondo nuovi paradigmi. Il mondo
emerso dalla crisi economica, sottoposto alle radicali trasformazioni della
rivoluzione tecnologica, con tutte le conseguenze del caso in termini di nuovi
assetti produttivi, organizzazione del lavoro e rapporto con l’ambiente,
impongono alle imprese un inedito confronto con le comunità con cui si
relazionano. Un dialogo non più incentrato sulla mera produzione di merci e
servizi ma articolato secondo i principi di una maggiore apertura alle
tematiche sociali. È il caso della recente intesa tra l’AdSP del Mar Tirreno
Centrale e l’associazione Spazio alla Responsabilità che ha celebrato alla
Stazione Marittima la prima tappa (“Responsabilità Sociale e Sostenibilità – Il
rating di legalità per la qualificazione delle imprese del sistema dei
trasporti”) di una serie di iniziative ed incontri per promuovere la cultura
della responsabilità sociale come modello di sviluppo delle imprese e del
territorio. “Un percorso che si propone di diffondere i principi e i valori che
devono guidare una gestione responsabile dell’impresa ma anche gli strumenti e
gli incentivi ad oggi disponibili per accedere a nuove opportunità di mercato”,
ha spiegato Raffaella Papa, presidente dell’associazione.
Al centro della tavola rotonda il Rating di Legalità, con
la presentazione dei dati sugli accreditamenti 2017, triplicati rispetto al
2015, e dei diversi bandi di finanziamento che lo adottano come criterio di
premialità al fine di stimolare il confronto tra i soggetti in campo e
promuovere i vantaggi collegati alla sua diffusione anche nel comparto portuale
e nel sistema dei trasporti in generale. “Uno strumento incentrato
essenzialmente sul concetto di reputazione,” ha sottolineato Papa. “Un indice
che attesta ciò che si fa e indica allo stesso tempo la strada per innescare
processi virtuosi: l’impresa, in pratica, è chiamata a rileggere le proprie
performance alla luce dei nuovi indicatori, con conseguenze nell’introduzione
di nuovi modelli organizzativi e di gestione delle relazioni con gli
stakeholder”.
Quale unico indicatore non finanziario riconosciuto dalla
legislazione italiana il Rating di Legalità si configura quindi come chiave di qualificazione
delle imprese, nei rapporti con il mercato e lungo la supply chain. Suo scopo è
valutare l’affidabilità di un’impresa oltre il dovuto rispetto delle leggi, in
virtù delle performance ambientali e sociali e nella capacità di generare
valore non solo per gli azionisti.
È partendo da questi presupposti (al 31 dicembre 2017
sono 4.793 le imprese italiane, 334 in Campania, che hanno ottenuto il Rating e
dunque sono presenti nell’elenco ufficiale riconosciuto dall’AGCM) che
l’Associazione Spazio alla Responsabilità ha rilanciato il progetto
PReSS4SupplyChain, iniziativa che si propone di rafforzare il ruolo delle
grandi imprese, con particolare riferimento ai big player attivi sul territorio
campano, come driver verso lo sviluppo sostenibile. “Le esigenze della grande
committenza rispetto alle PMI – ha affermato Papa – può giocare un ruolo di
stimolo per un cambiamento che è innanzitutto culturale”.
Un percorso che come ha rilevato il presidente dell’AdSP,
Pietro Spirito, è “tutto da costruire” anche sul versante pubblico. “In questi
anni è venuta a mancare la capacità di guardare all’interesse generale. È
venuta meno soprattutto l’unità profonda delle classi dirigenti che ha permesso
nel dopoguerra il decollo economico del Paese”. Da qui l’esigenza di riprendere
un “ragionamento sull’interesse collettivo che nella ricerca di un minimo comun
denominatore tra pubblico e privato mantenga comunque una netta distinzione di
ruoli”. “Strumenti come il Rating di legalità possono risultare utili anche nel
processo di costituzione delle ZES: studieremo le modalità di un loro
inserimento nelle linee guida che il Comitato di indirizzo dovrà redigere”.
Giovanni Grande