APRILE 2018 PAG. 8 - Brevi dall'Europa
Via
libera della Commissione europea alla tonnage tax del Portogallo
Nulla osta da parte di Bruxelles alle misure
adottate in Portogallo per favorire la competitività del settore marittimo. Si
tratta, in particolare, dell’introduzione del regime della tonnage tax e di un
programma di sostegno per la gente di mare. Norme che a detta del commissario
alla Concorrenza, Margrethe Vestager, “aiuteranno
il settore dei trasporti marittimi dell’Ue a rimanere competitivo sul mercato
mondiale, salvaguardando nel contempo le competenze e l’occupazione”. Il nuovo
sistema fiscale adottato prevede che la tassazione forfetaria parametrata al
tonnellaggio della flotta venga applicato “ai ricavi di una compagnia di
navigazione generati direttamente dalle attività di trasporto marittimo e agli
introiti accessori strettamente connessi con le attività di navigazione nonché
ai ricavi derivanti da attività di rimorchio e di dragaggio”. Inoltre, per le
unità più rispettose dell’ambiente, è contemplata la possibilità di
un’ulteriore riduzione del 10-20% della base imponibile nell’ambito del regime
di tonnage tax. In merito al sostegno alla gente di mare il governo lusitano ha
introdotto l’esenzione dal pagamento dell’imposta sul reddito delle persone
fisiche per i marittimi impiegati su navi che possono beneficiare del regime
della tonnage tax e il versamento di contributi di previdenza sociale ridotti.
Guida
italiana per il progetto Ocean2020
Si chiama Ocean2020 il progetto per la
sorveglianza marittima e le missioni di interdizioni in mare che vedrà il
gruppo italiano Leonardo a capo di un consorzio formato da 42 partner di
15 Paesi europei con un finanziamento di circa 35 milioni di euro. Caratteristica
dell’iniziativa è l’integrazione nelle attività della flotta marittima di droni
e sottomarini senza equipaggio che forniranno informazioni aggiuntive a quelle
ricavate con i sistemi convenzionali: in questo modo sarà possibile fornire ai
comandanti militari un quadro completo e aggiornato della situazione. Due le
dimostrazioni reali di operazioni previste nel 2019-2020, una nel Mediterraneo
a guida italiana, l’altra nel mar Baltico coordinata dalla marina svedese. Dal
punto di vista tecnologico Ocean2020 consentirà di potenziare e integrare
piattaforme a pilotaggio remoto di diverso tipo (ala fissa, ala rotante, di
superficie e subacquee) con il centro di comando e controllo delle unitÃ
navali, prevedendo lo scambio dati via satellite con centri di comando e
controllo a terra. “Il nostro team – ha
spiegato l’Ad di Leonardo, Alessandro Profumo – si è imposto in una procedura
competitiva grazie a una proposta tecnologicamente innovativa e di grande
valenza strategica, frutto di un’intensa ed efficace collaborazione tra tutti i
partner del consorzio”. Nel dettaglio, le due dimostrazioni reali previste da
Ocean2020 saranno condotte da flotte europee con impiego di sistemi “unmanned”
aerei, di superficie e subacquei. La prima, in programma per il 2019, sarÃ
coordinata dalla Marina Militare Italiana, e prevede l’impiego degli elicotteri
senza pilota di Leonardo – Hero e Solo – sia per le operazioni condotte da
unità navali italiane sia per attività in collaborazione con i sistemi di altri
partner europei. La seconda dimostrazione, che si svolgerà nel 2020 nel
Baltico, sarà coordinata dalla Marina Militare svedese. Le informazioni e i
dati ottenuti dai diversi sistemi nell’ambito di queste due dimostrazioni
verranno elaborati e inviati ad un prototipo di centro di comando e controllo
europeo dislocato a Bruxelles.
Resistenze europee nella riduzione delle
emissioni
C’è anche l’Italia tra le nazione dell’Ue che meno si sono impegnate nel
sostenere l’adozione di misure per ridurre le emissioni di gas serra prodotte
dallo shipping. È quanto sostiene Tansport & Enviroment, organizzazione non
governativa con sede a Bruxelles che riunisce 50 organizzazioni con l’obiettivo
di promuovere una politica globale dei trasporti più sostenibile. T&E, in
particolare, ha condotto una classificazione degli Stati comunitari in base al
loro impegno in ambito ambientale. Ne è emerso che i Paesi più virtuosi
sarebbero Germania, Belgio e Francia seguite da Olanda,
Spagna, Svezia, e poi Regno Unito, Danimarca, Lussemburgo e Finlandia. La
ricerca evidenzia la netta divisione tra un’Europa settentrionale, più
impegnata verso il raggiungimento di un accordo per la riduzione delle
emissioni dello shipping, e gli Stati dell’Europa meridionale ed orientale, ad
eccezione della Spagna, meno propensi ad impegnarsi. “Quando nel 2017 il
Parlamento europeo ha chiesto iniziative sulle emissioni dello shipping – ha commentato
Faig Abbasov, ufficiale marittimo di T&E – le principali potenze marittime
europee si sono espresse perché la questione venisse affrontata in sede IMO.
Ora questi stessi paesi stanno lavorando per far naufragare un possibile
accordo sul clima. Lo shipping non può più trarre vantaggio dagli sforzi
compiuti da altri settori. O i governi europei si impegnano seriamente a
conseguire un buon risultato in sede IMO oppure dovranno accettare soluzioni al
di fuori di quest’ambito”.