APRILE 2018 PAG. 30 - Offerta di sistema integrata tra porti, ferrovie e strade
Port Community La Spezia: “Unire le forze per un’offerta
portuale di sistema ligure”
“Uniamo le forze per una grande campagna di marketing che
consenta ai porti liguri di presentarsi sui mercati come sistema e di generare
un’offerta congiunta di tale efficienza e di tale vantaggio che consenta di
attirare crescenti quote di traffico oggi di esclusiva competenza dei porti del
nord Europa”.
A lanciare il guanto di sfida è la Port Community La Spezia,
che respinge al mittente “il vittimismo” che serpeggia sulle banchine spezzine
nei confronti di Genova rilanciando con forza la necessità di un’integrazione
di sistema.
“È grottesco e ridicolo – afferma Andrea Fontana, Presidente
degli Agenti Marittimi di La Spezia -
condurre una campagna contro Genova come se le sorti di La Spezia
dipendessero solo ed esclusivamente dalla capacità competitiva di Genova. Come
operatori - prosegue - sappiamo benissimo che non è così e che il confronto con
altri sistemi portuali si gioca sull’efficienza, sulla rimozione di normative
penalizzanti e sulla produttività”.
“La Spezia - aggiunge Sergio Landolfi, Presidente degli
Spedizionieri Doganali - ha dimostrato di saper raggiungere livelli di
efficienza in banchina e di qualità anche nell’utilizzo della ferrovia che non
hanno rivali. Il problema è oggi diverso. Con la concentrazione del traffico in
non più di sei o sette gruppi, è indispensabile rimodulare l’offerta
trasformandola in un’offerta di sistema che comprenda tutti i porti liguri e
che faccia di ferrovie e strade una componente integrata”.
Secondo la Community l’interruzione della ferrovia a Ranstad
con il conseguente blocco logistico in nord Europa, ma anche il
congestionamento nei servizi di chiatte che in Olanda registra 20 giorni di
attesa, stanno dimostrando che esiste, anche nell’interesse dell’Europa e del
suo sistema economico, la necessità a sud di un sistema portuale alternativo a
quello nord europeo.
E proprio per questo non è il momento di “perdersi in
sterili contrapposizioni locali”, ma di agire compatti su nodi e tematiche che
determinano oggi la massiccia deviazione e concentrazione di traffico sul Nord
Europa. “È sempre più chiaro - afferma Alessandro Laghezza, Presidente
dell’Associazione Spedizionieri di La Spezia - che la riforma portuale abbia
bisogno di maggior respiro e debba concentrare gli sforzi non tanto sulle
strutture burocratiche di governance, quanto sulla capacità dei sistemi
portuali di rispondere alla domanda con un’offerta davvero competitiva, che non
può avere i confini stretti delle attuali Autorità”.
I nodi da sciogliere riguardano in particolare l’ultimo
miglio e quindi capacità di intervenire in modo razionale e rapido sulle
infrastrutture di collegamento da e per i porti, puntando con forza su quel
Terzo Valico che consentirà di realizzare treni container da 750 metri.
Ma sono anche nodi di carattere normativo all’origine oggi
di asimmetrie assurde e anacronistiche a favore della concorrenza. In
particolare la Community chiede l’adeguamento delle norme doganali, uguali in
tutti i porti europei eccezion fatta per quelli italiani, che consentono in
qualsiasi scalo lo sdoganamento di un container indipendentemente dalla
nazionalità del proprietario della merce. In Italia si continua a richiedere
invece, a importatori tedeschi, francesi o di qualsiasi altro paese
comunitario, l’identificazione con una partita Iva e un Codice fiscale in
Italia, oppure la nomina di un rappresentante fiscale italiano. Il che si
traduce in oneri burocratici, rischi fiscali e sovra-costi che penalizzano i
porti italiani.
Carolina Sinnopoli