APRILE 2018 PAG. 24 - AdSP del Mar Adriatico Centrale punta sulla intermodalità
L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale
abbraccia la gestione dei porti delle regioni Marche ed Abruzzo, un articolato
sistema marittimo che si sviluppa in 215 km di costa lungo i quali insistono
ben sei infrastrutture portuali.
Di questo sistema il porto di riferimento è quello di Ancona
con i suoi 2.200 approdi annui che generano un transito di oltre un milione di
passeggeri e di 8,7 milioni di tonnellate di merci. Le importanti evoluzioni di
questo Sistema Portuale sono illustrate a PORTO&interporto dal presidente
dell’AdSP Rodolfo Giampieri.
Ancona ed il suo
Sistema rappresenta la naturale porta nazionale per l’importate flusso
passeggeri che interessa l’Adriatico. Qual è l’andamento di questo segmento?
Il 2017 è stato il primo anno di attività dell’Autorità di
sistema portuale del mare Adriatico centrale. Una trasformazione non solo
istituzionale ma che ha segnato la nascita di un ente con una nuova mission,
che ha il compito di mettere a fattore comune e sviluppare le potenzialità di
tutti i sei scali di competenza, Pesaro, Falconara, Ancona, San Benedetto del
Tronto, Pescara e Ortona. Una strategia per favorire prospettive di crescita
non in un’ottica di campanile ma in una visione di cooperazione di sistema. Una
banchina virtuale di 215 chilometri, al centro dell’Adriatico, che crea una
grande opportunità di crescita per il sistema Italia. Il porto di Ancona, in
questo scenario, ha visto crescere il proprio traffico passeggeri dell’8% nel
2017 rispetto all’anno precedente, 1.085.967 passeggeri rispetto ai 1.005.886
del 2016. Dal nostro “Rapporto statistico” emerge che la forte concentrazione
dei passeggeri si è verificata nei mesi di luglio e agosto, con oltre mezzo
milione di persone passate nello scalo. È il collegamento con la Grecia che trascina
l’andamento rappresentando il 73% del traffico totale, con 756.950 passeggeri
(+17%), il miglior risultato degli ultimi cinque anni. Il traffico passeggeri
complessivo su Pesaro, Ancona e Ortona è stato di 1.095.395 persone.
Iniziano gli approdi
delle navi da crociere, come si presenta la stagione turistica e quale
coinvolgimento per i porti minori?
La stagione 2018 delle crociere è appena iniziata in tutto
il sistema portuale. Ad Ancona è stata la Pacific Princess della compagnia
Princess Cruises ad inaugurare a fine marzo il nuovo calendario, che prevede,
fino a novembre, 38 toccate rispetto alle 29 del 2017. Venti saranno quelle di
Msc Sinfonia che arriverà nello scalo dorico per il primo approdo della
stagione il 18 maggio. Da quella data, ad aspettare i crocieristi ci saranno
anche i servizi e le iniziative di “Welcome to Ancona”, il progetto di
accoglienza coordinato dalla Camera di Commercio di Ancona, capofila di un
gruppo di soggetti privati e pubblici, fra cui l’AdSP. Msc Sinfonia sarà in porto
ogni venerdì fino al 21 settembre e poi anche il 5 ottobre. Nei porti di Pesaro
e Ortona, invece, sono arrivate le prime crociere, con le navi Artemis e
Arethusa della compagnia Grand Circle Cruise Line, inserite nell’itinerario che
da Venezia arriva a La Valletta passando per Ravenna, Rimini, Pesaro, Ortona,
Termoli, Monopoli, Otranto e Roccella Ionica. Sono piccole navi da crociera per
un turismo di qualità. L’aumento del numero delle toccate su entrambi gli scali
è un segnale più che positivo dell’interesse per la bellezza di questi luoghi e
per l’apprezzamento dei servizi portuali offerti alle compagnie. Il nostro
obiettivo è continuare ad agevolare la crescita degli approdi, in un’ottica di
sistema, valorizzando il territorio.
Il traffico ro/ro è
la voce di spicco tra i dati statistici, qual è il trend di questo settore e
quali porti del Sistema interessa?
Il traffico delle merci nei tir e trailer su Ancona ammonta
a 2,3 milioni di tonnellate con una crescita del +5%, caratterizzate per il 20%
da prodotti alimentari e per il 18% da prodotti agricoli. Un risultato che
identifica Ancona come “casello” delle autostrade del mare. Il transito di
prodotti freschi richiede, fra l’altro, un’organizzazione del porto altamente
specializzata e una catena logistica veloce, per permettere di mantenere la
qualità dei prodotti. Su Ortona hanno registrato un’ottima performance i
veicoli nuovi in esportazione, con un traffico che, nel corso dell’anno, si è
consolidato attestando una vera e propria autostrada del mare sullo scalo
ortonese. Sono stati 4.707 i veicoli in esportazione, un’attività a sostegno
del distretto dell’automotive abruzzese.
Quali prospettive per
il ruolo del Sistema Adriatico Centrale?
È nostra intenzione continuare a lavorare per l’efficienza
delle infrastrutture, per aumentare la competitività del sistema portuale,
valorizzando le specializzazioni di ogni singolo porto, e poter stimolare così
la crescita economica e occupazionale, in un’ottica di sostenibilità.
I porti del sistema del Mare Adriatico centrale sono nel
cuore della Macroregione Adriatico Ionica, sono dei nodi con la capacità di
favorire l’intermodalità di merci e passeggeri. Sono collegati alla rete viaria
di rilievo internazionale, in fase di potenziamento, autostrade A14, A24 e A25,
Quadrilatero, E78, e alla rete ferroviaria della dorsale adriatica con alta
capacità e alta frequenza di traffico passeggeri e merci. Con queste
potenzialità di carattere internazionale, tutto il sistema portuale rappresenta
un punto di riferimento e un’opportunità per tutto il territorio, per la
crescita dell’economia, del turismo, dell’occupazione.
Questi 215 chilometri di costa rappresentano da soli quanto
sia annoso il problema generale dei dragaggi. Come state affrontando
quest’argomento?
L’accessibilità e la piena funzionalità dei porti è
ovviamente una nostra priorità che deve confrontarsi con situazioni difficili
che abbiamo ereditato come Autorità di sistema sugli scali di nostra
competenza. Nel 2017 è stato effettuato un primo intervento di dragaggio a San
Benedetto del Tronto con un investimento di 600 mila euro. Nei prossimi anni,
l’investimento complessivo per rendere completamente operativi i fondali sarà
di 18 milioni di euro circa in tutto il sistema. L’obiettivo che ci poniamo è
di arrivare ad una programmazione degli interventi di dragaggio senza dover
continuare ad affrontare una gestione dell’emergenza.
Si lavora molto in
tutti i porti sulla Sicurezza del lavoro, nel suo Sistema Portuale cosa propone
la sperimentazione del modello integrato?
L’Autorità di sistema portuale partecipa al progetto
“Sperimentazione di un modello territoriale di intervento integrato in materia
di salute e sicurezza sul lavoro rivolto alle imprese che lavorano in area
portuale”. È un’azione condivisa da tutto il sistema che si occupa della
sicurezza dei lavoratori nel porto, Area Vasta 2 dell’Asur Marche, Inail
Marche, Vigili del fuoco, imprese, rappresentanti dei lavoratori e Autorità di
sistema, per creare un modello standard basato sulle specializzazioni produttive
portuali, che coniughi l’assistenza con la vigilanza. I risultati dello studio,
che ha coinvolto, in una prima fase, 11 aziende che si occupano di servizi
portuali e con 110 dei loro lavoratori in banchina, saranno applicati
nell’operato quotidiano di lavoratori e aziende coinvolgendo Ancona in un
progetto di rete nazionale Inail che interessa anche i porti di Bari,
Civitavecchia, La Spezia, Livorno, Ravenna, Trieste, Venezia. Crediamo,
infatti, che la sicurezza sul lavoro non sia barattabile con niente e che il
miglior piano di sviluppo del porto sia quello che rispetta questa regola
basilare. Sono proprio le aziende, insieme a tutti i loro dipendenti, a dover
essere protagonisti di questo percorso di miglioramento e potenziamento della
sicurezza. Già diverse imprese stanno organizzando corsi di formazione
specifici per il proprio comparto. Ora è il momento di mettere a sistema tutte
le iniziative autonome in un progetto unico e condiviso.
La via della
competitività passa per l’intermodalità unica scelta sostenibile. Quali azioni
avete in campo per rafforzare l’offerta?
Crediamo fortemente nell’intermodalità. Nel porto di Ancona
è in fase di completamento la progettazione di un tratto dei binari, per 550
metri di lunghezza, che arriveranno direttamente in banchina al molo Sud.
Lavoriamo affinché, entro due anni e mezzo, si possa sviluppare il trasporto
intermodale. La rilevanza strategica dell’investimento è testimoniata dal fatto
che questo sia cofinanziato dal programma Autostrade del Mare della Commissione
europea nell’ambito del progetto AdriUp. All’intermodalità, il sistema portuale
sta lavorando anche con altre iniziative come il progetto Newbrain, di cui è
capofila, con cui si vuole potenziare il trasporto intermodale integrato e
migliorare le connessioni tra i principali nodi logistici della Macroregione
Adriatico Ionica. Una scelta che ha l’obiettivo di far diventare strutturato e
strategico il rapporto con la sostenibilità, un fattore che è ormai
fondamentale per la competitività delle imprese e, quindi, per la creazione di
sviluppo e occupazione. Insieme ai porti di Venezia, Bar, Igoumenitsa e Bari
rafforziamo così il percorso dell’Autostrada del mare sul quale vogliamo
correre velocemente.
La connettività è il
punto strategico attraversato da tutte le linee di sviluppo. Quale è la
situazione attuale e quali prospettive?
Ancona è porto “core” della Rete Ten-T e nodo della
Macroregione Adriatico Ionica. Una direttrice in cui s’inserisce in modo
strategico l’accordo che abbiamo sottoscritto con l’Adsp del Mar Tirreno
settentrionale. L’intesa, infatti, unisce trasversalmente Adriatico e Tirreno
centrale creando un corridoio, un percorso privilegiato fra Spagna e Croazia,
Albania, Grecia e Turchia attraverso i porti di Civitavecchia, Gaeta, Ortona ed
Ancona. Una proposta di sviluppo che integra sempre di più i nostri territori
all’interno delle reti logistiche comunitarie favorendo le migliori condizioni
per le imprese per creare lavoro e per la crescita dell’occupazione, che sono
sempre i nostri due principali obiettivi. Il protocollo prevede che le due AdSP,
in cooperazione con le Regioni coinvolte, collaborino per migliorare
l’efficienza dei servizi al trasporto lungo questi assi di comunicazione,
valorizzando il ruolo naturale degli scali come caselli delle Autostrade del
mare mediterranee a servizio del mercato unico europeo.
Sandro Minardo