APRILE 2018 PAG. 18 - Palermo, riqualificazione del porto e dei servizi
Dal giorno della sua nomina alla guida dell’AdSP del Mare
di Sicilia Occidentale ha avuto modo di percorrere e conoscere un territorio
che è riuscito ad entusiasmarlo con la sua carica unica di bellezza, storia e
cultura. “A poco meno di un anno dal mio arrivo in Sicilia mi sono imbattuto in
una moltitudine di luoghi semplicemente straordinari: gli stessi che se fossi
un turista vorrei assolutamente visitare”. Pasqualino Monti ha cercato di
trasmettere questo trasporto anche oltreoceano, dove a Fort Lauderdale, in
occasione del Seatrade Cruise Global, si è sottoposto ad un tour de force tra
armatori e operatori del settore crociere per promuovere un sistema portuale
che “ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano nel
Mediterraneo”.
Cosa ha illustrato
agli ospiti del Salone a Miami?
Abbiamo posto l’accento sulla grande opera di
riqualificazione avviata nel porto di Palermo e spiegato come la Sicilia
Occidentale possa contare su un network costituito anche da scali come Porto
Empedocle, Termini Imerese e Trapani in grado di offrire una svariata gamma di
mete, sia sotto il profilo meramente turistico sia dal punto di vista dei
servizi. Agli armatori, sulla scorta di una consuetudine che risale alla mia
esperienza a Civitavecchia, ho cercato di indicare le cose concrete che stiamo
mettendo in atto facendo capire quali sono i progetti a breve e medio periodo
per rendere più appetibile la nostra offerta.
Quali sono gli
interventi principali?
Attraverso incontri “one to one” abbiamo voluto far
passare un messaggio preciso: le crociere sono un settore su cui vogliamo costruire
il futuro dei nostri scali e tutti i vantaggi che possono derivare quando si
mettono in moto, come abbiamo fatto, importanti investimenti per migliorare le
strutture. In particolare, è stato presentato il progetto per la demolizione
dei sili del grano presenti a Palermo, l’approfondimento dei fondali, la
costruzione del futuro terminal sul molo Vittorio Veneto. Senza dimenticare gli
scali “minori” come nel caso della realizzazione di un piccolo terminal a
Trapani e della riqualificazione della stazione marittima.
Come è andata?
È stata una trasferta proficua, abbiamo posto le basi per
il biennio 2019-2020 riuscendo già ad attrarre navi più grandi e in maggior
numero. Un consolidamento dei risultati positivi che ci aspettiamo a partire da
questo 2018: da 460mila passeggeri a 550mila, con un incremento a doppia cifra
che ci fa ben sperare; in attesa del 2021 che rappresenterà il vero punto di
svolta. Per allora il piano di riqualificazione sarà portato a termine e con
tutte le strutture a disposizione lanceremo sul mercato un’offerta di servizi
nel cuore del Mediterraneo.
È partita anche
una interlocuzione con il territorio?
Per creare il network che abbiamo in mente è essenziale
il dialogo con tutti le istituzioni dell’area di competenza. Da questo punto di
vista si è creata una proficua sinergia con il Comune di Palermo che ha
rinunciato ad un ricorso pendente sull’approvazione del Piano regolatore per
favorire un percorso condiviso. L’obiettivo, ambizioso, è adeguare le strutture
del porto alla bellezza della città . Discorso simile anche con la Regione, che
ha dato il via libera al Vas in tempi strettissimi, e con tutti i sindaci del
comprensorio su cui insiste l’AdSP. Un importante rapporto si è creato anche
con l’Autorità Marittima: nell’ottica di considerare il porto, anzi i porti del
sistema, come un bene comune di cui occuparsi.
Quale ruolo
avranno gli scali cosiddetti “minori”?
I servizi che offre il sistema devono essere considerati
complementari. Si pensi, ad esempio, a Porto Empedocle o Trapani e all’effetto
moltiplicatore, in termini di attrazione, che possono avere siti come la Valle
dei Templi o la Scala dei Turchi anche su una nave da 600 passeggeri. Sono
luoghi che offrono feedback fantastici: a noi la capacità di metterli a frutto.
Dal punto di vista
logistico, qual è la vocazione della Sicilia Occidentale?
Anche sotto questo aspetto si deve guardare alla
complementarietà . Lavoreremo molto sul settore Ro-ro e sulla condivisione dei
flussi: abbiamo a disposizione le banchine di 4 scali e si può lavorare bene
sfruttando la varietà delle economie di scala. Per quanto concerne il settore
container ci concentreremo su Palermo e Trapani consci che siamo un gateway al
servizio di un bacino di utenza da 2,2 milioni di persone. Non punteremo alla
quantità a tutti i costi ma sulla resa e sui servizi per gli armatori per creare
buona occupazione, senza alcun tipo di assistenzialismo.
Come nasce la
partnership associativa con Catania e Messina?
È stata il naturale sbocco delle esperienze condivise in
Assoporti con il presidente Annunziata e il Commissario straordinario de
Simone. Il filo conduttore, fatto salvo il rispetto delle relative specificitÃ
e della sana competizione tra i nostri scali, è quello di presentarci uniti per
essere appetibili, come Sicilia, presso il mercato logistico. Un fattore che
può rappresentare un elemento di straordinaria forza, specie in sede di
discussione europea e, in termini generali, nei rapporti istituzionali.
Giovanni Grande