APRILE 2018 PAG. 12 - Le ZES nel Mediterraneo: il caso della Suez Canal Zone
L’espansione del Canale di Suez in Egitto, realizzato nell’agosto
2015, ha rappresentato specie in prospettiva, un importante momento per
l’economia del Paese e un cambiamento di rilievo, in termini di ridefinizione
strategica, per le rotte ed i traffici marittimi delle merci in transito nel
Mediterraneo. Da premettere che per Suez già transita ogni anno poco più
dell’8% delle merci del mondo che viaggiano via mare, rappresentato da oltre
17.000 navi.
Dopo un anno di stabilità del traffico, quale è stato il
2016, il dato del 2017 mostra una crescita su base annua di quasi l’11% con
oltre 900 milioni di tonnellate transitate; ciò può essere dovuto agli sconti
tariffari praticati dalle Autorità di gestione del canale (ad esempio la
recente la riduzione del pedaggio per le portarinfuse in viaggio tra
Subcontinente indiano e East Coast americana), ma anche al fatto che via Suez
possono passare navi di ogni dimensione e questo è in perfetta linea con il
fenomeno del gigantismo navale che continua il suo trend senza sosta.
Il traffico delle merci potrebbe, inoltre, subire ancora
incrementi quando vi sarà la piena accelerazione del grande progetto cinese
Belt & Road Initiative che vedrà un importante numero di mezzi impiegati
per trasportare merci in container da parte del Dragone che sta incrementando
le sue relazioni commerciali con l’Asia.
Il Canale va si visto per la sua valenza finanziaria (i
ricavi dovuti ai transiti, secondo le stime, dovrebbero attestarsi ad oltre
13,2 miliardi di dollari al 2023), ma anche per quella infrastrutturale e
strategica; a ridosso dello stesso, l’Egitto ha previsto un grande piano di
investimenti rivolti ad attrarre imprese manifatturiere, logistiche e di
servizi, nonché un piano di potenziamento dei porti vicini al canale,
affidandone la gestione dei terminal a grandi player.
Il progetto che qui prenderemo in considerazione è
denominato SCZ-Suez Canal Zone (o anche conosciuto come SCZone) che è molto
articolato, con un mix di operatori ed infrastrutture interessate in modo
integrato allo sviluppo dell’area. Giova ricordare che Suez è una Free Zone
collegata ad aree logistiche e portuali, simile al caso italiano.
Essa è situata strategicamente sulla principale “strada
commerciale” tra l'Europa e l'Asia, si estende per 461 kmq; è composta da due
aree integrate, due aree di sviluppo e quattro porti.
Le due aree integrate sono:
1) Ain Sokhna con Ain Sokhna Port;
2) East Port Said.
Le due aree di sviluppo sono:
1) Qantara West;
2) Ismailia orientale.
I quattro porti sono:
1) West
Port Said; 2) Adabiya; 3) Al Tor; 4) Al Arish.
Ogni area integrata e di sviluppo offre opportunità di
investimento per le imprese industriali e commerciali, infrastrutture e
sviluppo immobiliare, logistica e tecnologie all'avanguardia. Le espansioni
portuali progettate aumenteranno, dal canto loro, la capacità di gestire il
traffico marittimo e offriranno servizi correlati come la cantieristica navale,
lo stivaggio, il bunkeraggio, la demolizione e il riciclaggio di navi.
Tutti gli investitori della SCZone sono assistiti
dall'inizio alla fine attraverso un processo economico-sostenibile che
semplifica la registrazione, l’ottenimento di licenze e di permessi per la
creazione di nuove imprese.
Le aziende che scelgono la SCZ possono fruire ad esempio di:
possibilità di essere partecipate da una società estera al 100% (non viene
imposta partecipazione locale); controllo estero al 100% delle attività di
importazione/esportazione; importazioni esenti da dazi doganali e da imposta
sulle vendite; dazi doganali sulle esportazioni verso l'Egitto esistenti solo
su materie prime importate, non sul prodotto finale; servizi di visti rapidi.
Particolarità è rappresentata dal fatto che la percentuale
di dipendenti stranieri che lavorano per una società nella SCZone non può
superare il 10%, inoltre, non sono previste restrizioni sulle transazioni
finanziarie in qualsiasi valuta all'interno della Zona e il 100% dei profitti
può essere rimpatriato.
Di seguito una breve analisi delle aree:
1) La prima area integrata comprende Ain Sokhna con Sokhna
Port
E’ un importante centro industriale e logistico a sud del
Canale di Suez, che unisce impianti portuali, zone industriali, aree
residenziali e collegamenti stradali e ferroviari alla capitale Il Cairo. Una
gran parte dell’area, circa 370 kmq, è destinata alla produzione. La zona è
progettata per ospitare ogni tipo di attività industriale, nonché strutture
commerciali. Le opportunità di sviluppo immobiliare esistono specie per la
costruzione di unità residenziali. La zona prevede anche la presenza di
attività marittime come servizi di costruzione e riparazione, bunkeraggio e
riciclaggio di navi.
L’area produttiva va ad integrarsi con un porto
internazionale quale Ain Sokhna che si
trova sulla costa ovest del Golfo di Suez, a 43 km a sud dalla città di Suez.
Esso copre una superficie di oltre 22 kmq ed ha una profondità di 18 m. A causa
dell'ampio territorio circostante, il porto sta rapidamente diventando un
importante hub industriale che serve i mercati internazionali e nazionali. I
piani di espansione includono nuovi terminal container e rinfuse liquide;
logistica, magazzinaggio e centri di distribuzione. Ulteriori investimenti sono
rivolti verso l'automazione e le attrezzature all'avanguardia per la
movimentazione dei contenitori. Il porto, giova ricordare, vanta la presenza
del terminalista di caratura mondiale DP World che fa capo agli Emirati Arabi
Uniti.
2)
La seconda area integrata comprende East Port Said
E’ un territorio attualmente in via di sviluppo e vanta la
presenza di un importante centro di trasbordo con un centro logistico
multimodale; occupa circa 75 kmq adiacente a Port Said. Approssimativamente 40
kmq sono destinati alle attività industriali medie e leggere e alle attivitÃ
commerciali. L'espansione ad Est di Port Said sta spingendo allo sviluppo
industriale e creando opportunità connesse alla desalinizzazione dell'acqua e
alle centrali elettriche, nonché per l'espansione della rete stradale. Le
opportunità di sviluppo immobiliare includono progetti residenziali a East Port
Said e Bardawil, alcuni situati sul mare.
East Port Said è conosciuto per le sue acque profonde che
gli consentono di ospitare megaship, rendendolo tra i 40 porti più importanti e
più trafficati del mondo. L’ampliamento dello scalo verrà portato a 70 kmq
dagli attuali 26 e offrirà altre possibilità di grande crescita.
A seguire, come illustrato vi sono due aree di sviluppo.
1)
La prima development area è Qantara West
Un complesso con industrie leggere e centri logistici facilmente
accessibili dal Canale di Suez. Situata vicino a un terreno agricolo a 30 km a
nord di Ismailia sulla strada per Port Said, Qantara West beneficia della
vicinanza del fertile Delta ed è l'ideale per lo sviluppo del settore
agroalimentare. Attualmente, circa 13 kmq sono destinati alla crescita di
un'area con infrastrutture idriche, elettricità e fognature. Le imprese
logistiche hanno servizi di magazzinaggio di lavorazione industriale, trasporto
e distribuzione, spedizioni di merci, impacchettamento.
2)
La seconda development area è Ismailia Orientale
Si tratta di un nuovo centro per le industrie hi-tech,
nonché per centri di istruzione e formazione, East Ismailia si trova 10 km ad
est del Canale e copre una superficie di oltre 70 kmq. Vi sono infrastrutture
idriche ed elettriche e il territorio offre servizi per l'industria leggera e
media, strutture di ricerca e sviluppo, nonché imprese di servizi e
commerciali. E’ in costruzione anche un tunnel per collegare Ismailia Orientale
con il lato est egiziano, che diminuirà i tempi di trasporto delle merci da est
a ovest.
A concludere il piano di sviluppo della SCZ vi è la presenza
dei quattro porti: West Port Said, Adabiya, Al Tor, Al Arish.
Il primo è parte di un grande porto di transhipment situato
sul percorso principale tra l'Europa e l'Asia meridionale; si estende per 2 kmq
all'ingresso nord del Golfo di Suez sul Mar Mediterraneo.
Adabiya Port è invece situato sulla sponda occidentale del
Golfo di Suez, a circa 10 km a sud del canale, questo impianto portuale copre
un'area di 1,8 kmq, ha nove banchine, con una lunghezza totale di 1,8 Km, che
possono gestire ogni tipologia di merci alla rinfusa e ospitare navi fino a
60.000 tonnellate. Saranno qui realizzati ulteriori investimenti nei terminal
che saranno in grado a regime di gestire tutte le tipologie di merci.
Il porto di Al Tor è situato a sud del Sinai ed occupa tre
ettari sulla sponda orientale del Golfo di Suez, a sud di Abu Zenima. La
maggior parte delle merci riguardano rinfuse secche e minerali ma sono presenti
anche contenitori, nonché pescherecci e una marina per la nautica da diporto.
Al Arish, infine, è uno scalo situato nella costa egiziana
del Mar Mediterraneo orientale ed è operativo per le merci, la pesca e anche
come porto turistico, svolge un ruolo importante come porto industriale e
commerciale per il Sinai del Nord e Gaza.
Dunque SCZ è una free zone molto somigliante alla logica
italiana di mettere a sistema la fase produttiva con le aree logistiche e
portuali ed è questo uno dei capisaldi delle ricerche di SRM. I dati ed i casi
illustrati hanno dunque avuto il duplice obiettivo di analizzare e porre
l’attenzione sull’importanza e su ciò che può generare la Zona Economica
Speciale; è questo uno strumento dalle numerose sfaccettature che può essere
concepito in modi molteplici con diverse tipologie di agevolazioni, sia
burocratiche, sia fiscali, sia sul costo del lavoro.
Porre il Porto e quindi la logistica al centro di comando di
un progetto territoriale è una scelta mai fatta in precedenza nella nostra
storia, o fatta non sempre in chiave strategica.
Rimane però ferma un’altra convinzione che è quella di non
commettere l’errore di considerare la ZES il rimedio di tutti i mali della
crescita. Essa è solo il martello di una cassetta degli attrezzi che deve
altresì contenere chiodi solidi (le imprese), l’incudine (un porto efficiente
ed efficace con terminalisti di eccellenza ed interporti e/o aree retroportuali
ben strutturati), la chiave inglese (un sistema burocratico fluido), l’olio
lubrificante (un sistema logistico di prim’ordine), un giravite (il sistema
degli incentivi) e la tenaglia (il supporto delle istituzioni). Sono questi i
tools che devono girare tutti insieme per poter far valere sul territorio di
riferimento la Zona Economica Speciale.
Ultimo, ma non meno importante, occorre un’incisiva, intensa
e permanente politica di promozione della Zona Speciale; essendo essa
considerata un strumento di Marketing Territoriale non si può, appunto,
trascurare l’aspetto marketing. L’investitore internazionale non arriva se non
conosce la ZES in tutte le sue certezze e non conosce quali sono i vantaggi
localizzativi e finanziari di un territorio, ed adesso, cosa in più, deve anche
conoscere bene il Porto che, in quanto protagonista, deve essere il primo a
guadagnarsi la fiducia dell’operatore. Per approfondire www.srm-maritimeconomy.com
A cura di Alessandro Panaro
SRM Intesa San Paolo