GEN 2018 PAG 44 - Rinasce Masuccio Salernitano storico scalo cittadino
L’AdSP del Mar Tirreno Centrale realizzerà almeno due
interventi di messa in sicurezza del porto Masuccio Salernitano, storico scalo
cittadino che ospita oltre al diporto una sempre più cospicua attività di
trasporto passeggeri turistico con Capri e i centri della Costiera Amalfitana.
L’obiettivo è quello di porre rimedio ai deficit infrastrutturali di un porto
che il Segretario Generale dell’ente, Francesco Messineo, ha definito, durante
la presentazione pubblica dei progetti presso l’Istituto Nautico di Salerno,
“un’opera incompiuta, incompleta, che necessitava sin dall’inizio di interventi
per il raggiungimento degli standard minimi di sicurezza”. Un ritardo dovuto
principalmente “alla mancata attenzione in tema di infrastrutturazione della
portualità turistica che nei primi anni duemila è stata sostanzialmente
demandata ai privati attraverso lo strumento del project financing”.
L’intenzione dell’AdSP è colmare questo gap attraverso opere
compatibili con le strutture già previste dal progetto preliminare di
ampliamento del Comune di Salerno, volte a mitigare quanto più possibile le
condizioni di agitazione ondosa all’interno dello specchio acqueo. In questo
modo si ridurrebbe la possibilità di eventi rischiosi per le persone e le cose
lungo i moli e le banchine di riva (come nel caso della disastrosa mareggiata
del 2009) che in misura variabile interessano l’area ogni anno.
Basandosi su un modello matematico è stato realizzato uno
studio in cui sono state svolte diverse simulazioni dello stato attuale del
porto. Attraverso il programma SWASH (Simulating WAve till Shore) sono stati
poi rappresentati i fenomeni di rifrazione e diffrazione delle onde passando in
rassegna ben dodici soluzioni migliorative. “La criticità nel bacino – queste
le conclusioni – è dovuta a due meccanismi di propagazione e concentrazione
delle ondazioni: il primo vede le onde propagarsi per diffrazione attraverso la
bocca del porto e poi concentrarsi nell’angolo tra la banchina di riva e la
radice del molo sopraflutto; il secondo vede le onde aggirare la testata del
molo sopraflutto e quindi ridossarsi al lato interno del molo sopraflutto e
concentrarsi lungo la propagazione lungo il molo stesso”.
Due le soluzioni migliorative individuate dall’ente portuale
in base al rapporto costi-benefici: la realizzazione di un pennello radicato al
molo sopraflutto in prossimità della testata e l’adeguamento della banchina di
riva rendendola parzialmente riflettente. Il primo progetto prevede, in
particolare, il restringimento dell’imboccatura attraverso la costruzione di
una struttura di 45 metri di lunghezza posta trasversalmente al sovraflutto a
75 metri dalla testata, con lo scopo di rompere l’onda incidente; il secondo
consiste nella demolizione e ricostruzione della parte superiore della banchina
in cemento armato e la realizzazione di cassoni, che saranno parzialmente
riempiti da scogli, al fine di produrre un effetto dissipatore del moto ondoso
impattante sulla banchina stessa. “Un terzo intervento – ha spiegato Messineo –
consisterebbe nell’allungamento della testata del molo di sovraflutto: opera
che però a differenza delle due precedenti, ha il limite di costare diversi
milioni di euro: 6-7 milioni di euro che potremmo impegnare ma solo dopo una
verifica degli effetti dei primi due interventi”.
Tra i vantaggi delle due opzioni scelte dall’AdSP, dunque,
la relativa economicità (i costi sarebbero coperti con fondi dell’ente) e i
tempi di realizzazione. Il restringimento dell’imboccatura tramite pennello
ammonta a circa 750mila euro e sono già stati acquisiti tutti i pareri
necessari: “la gara partirà quest’anno e i tempi di realizzazione sono stimati
in sei mesi,” conferma il Segretario Generale. Entro la fine del 2018 dovrebbe
invece essere conclusa la progettazione della nuova banchina. Costo stimato: 3
milioni.
Giovanni Grande