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feb 2018 pag 26 - La logistica deve supportare la ripresa e la crescita del Pil





Cogliere i frutti della ripresa. Ottimizzare gli sforzi cominciati con la riforma dei porti favorendo una nuova alleanza tra i protagonisti dell’industria, dei trasporti e della logistica. La seconda edizione di Shipping, Forwarding & Logistic meet Industry ha rappresentato un indiscusso passo avanti in questa direzione. Due giorni di lavoro, otto sessioni, spazi espositivi e un discorso approfondito e coerente sui cambiamenti che stanno modificando il funzionamento e la struttura dei mercati. Svariate le suggestioni e i punti di vista da cui sono stati analizzate gli impatti della nuova tecnologia su un settore come la logistica che conta più di 95mila aziende, con attività (committenti) per un valore di 110,8 miliardi di euro e un fatturato di 77,5 miliardi. Di seguito, una carrellata dagli interventi.
Marco Bucci (Sindaco di Genova). “La BRI rappresenta un’occasione unica per il settore della portualità: basta osservare i volumi del Pireo passati da 600mila a 3,5 milioni di Teu. Una crescita che però sconta inaspettate difficoltà logistiche al trasferimento verso il cuore dell’Europa”. Ed è qui che Genova “può candidarsi a porto d’ingresso del continente per la nuova Via della Seta insieme a Trieste”. “Ci sono a disposizione i finanziamenti che andranno a completare da qui al 2021 le infrastrutture a terra e a mare: Terzo valico, la Gronda di ponente, il molo ferroviario e la nuova diga che ci permetterà di accogliere le unità a 22mila Teu. È il momento di presentare un sistema-paese basato su un’offerta tecnologica e infrastrutturale all’altezza delle sfide”.
Betty Schiavoni (Alsea). “La ripresa c’è. La crescita del Pil dell’1,5% e l’export che nei primi mesi del 2017 ha raggiunto i 331 miliardi fa emergere ancora di più l’esigenza di un rafforzamento delle supply chain nazionali”. Nei rapporti commerciali “la conflittualità diffusa non paga”. “Si cresce non rosicchiando i margini dei fornitori ma guardando a un’ottica di sistema. Storicamente il Paese ha dato uno scarso rilievo alla logistica e paghiamo un eccessiva lentezza nelle decisioni”. Atteggiamenti che vanno corretti per tutelare al meglio i prodotti italiani “famosi nel mondo per il loro appeal, per il design ed anche per la loro qualità”. “E’ rischiosa l’idea che si sta facendo strada con la crescita dell’e-commerce che il trasporto non ha costi: c’è una corsa al miglior prezzo che si sta inasprendo ma il miglior prezzo non è il prezzo più basso. È sull’infrastrutturazione che l’Italia deve cercare la competitività”.
Andrea Gentile (Presidente Assologistica). “L’Italia è uscita da una delle recessioni più drammatiche con un gap logistico da colmare. Ci sono ancora opera da completare e per le nuove ci sarà bisogno di un approccio mirato. Anche il mondo industriale ha compreso la strategicità del nostro settore, prendendo lentamente, ma sempre più progressivamente le distanze dall'Ex works o Franco fabbrica. Adesso però andrà affrontata la rivoluzione della digitalizzazione perché una buona logistica è determinante per il successo della nostra industria attraverso il rinnovamento delle funzioni e dei processi. Si pensi, ad esempio, alle materie prime: magazzini, camion, applicazioni. Tutti fattori da mettere a sistema per far arrivare la merce nei tempi più brevi possibili”.
Carlo Licciardi (Presidente Anacer). “Il settore vale 7 miliardi e soddisfa un fabbisogno di 40 milioni di tonnellate di cereali di cui la metà è importato dal Nord - Sud America e dall’area del Mar Nero. Per entrambi le origini scontiamo le criticità dei pescaggi nei porti di Ravenna e Venezia. Ormai Koper ci ha “rubato” traffico con una crescita del 400% negli ultimi 8-10 anni: i prodotti che arrivano da oltre oceano si fermano prima lì”. Con un aggravio di costi che fa lievitare la quota spesa in servizi logistici al 15% del valore intero del settore. “Nel momento in cui si alzeranno i noli subiremo un contraccolpo almeno di non ottimizzare un sistema di distribuzione che sconta anche la frammentazione sul territorio delle industrie, fattore che impedisce un uso della modalità ferroviaria.
Luca Sisto (Direttore generale Confitarma). “C’è una miopia strategica circa i trasporti marittimi che va superata per capire meglio le sfide che abbiamo avanti: non esistono solo i container. Nel Mediterraneo i traffici ro-ro hanno raggiunto la preminenza creando collegamenti e sviluppando mercati con la sponda Sud. In quest’ottica non si può fare l’errore di guardare solo al prezzo dei servizi. Ci sono fattori altrettanto importanti per il rilancio di un settore che ha raggiunto la soglia dei 20 miliardi di euro: la sicurezza, perché un mare insicuro è un mare più costoso, e la burocrazia, che costringe le navi a rimanere ferme per troppo tempo. C’è bisogno di un approccio intelligente a questo problema”.
Michele Paruzzi (Vicepresidente Federchimica). “In tutta Europa questo particolare e delicato segmento della logistica soffre una carenza di autisti. Uno studio della Commissione Europea del 2009 ha evidenziato una mancanza di circa 75mila autisti ma oggi questo numero è raddoppiato e nei prossimi dieci anni si stima che saranno 400mila i conducenti in meno rispetto alla domanda del mercato”. I fattori sono di ordine culturale, “bassa considerazione da parte dell’industria nei confronti della figura del consulente” e operativi: “orari di lavoro difficili, apparente limitazione di libertà per il monitoraggio telematico delle attività del conducente, la massimizzazione dell’utilizzo della flotta veicoli con conseguente impatto negativo sulle condizioni di lavoro dei conducenti”.
Flavio Colombini (Head of logistic, Pirelli). “Ci sono investimenti da fare? Va bene, facciamoli insieme. Però mi aspetto tre cose: affidabilità, nuove tecnologie, soprattutto tracciabilità delle merci e collaborazione. Nell’era di Amazon la gente è abituata a consegne rapide, puntuali e chiede la tracciabilità della spedizione. Chi non saprà rispondere a queste nuove esigenze rischia di finire fuori mercato”.
Gianfranco Ranieri (Vice presidente di Assogiocattoli). “Sono d’accordo con chi sostiene che produzione e logistica devono ragionare in termini di collaborazione. Nel mercato dei giocattoli il 75% delle vendite si concentra fra ottobre e Natale e un ritardo anche solo di una settimana nelle  forniture rischia di avere ripercussioni determinanti”.
Riccardo Fuochi (Presidente International Propeller Club Milano). “In questa seconda edizione siamo riusciti ad una avere una buona presenza di aziende industriali e commerciali, elemento essenziale per perseguire la stretta collaborazione tra logistica e industria che auspichiamo. Sta venendo meno la diffidenza tra questi due mondi che invece devono guardare avanti e affrontare le trasformazioni che stanno cambiando da una parte le abitudini dei clienti e dall’altra i cicli produttivi e di trasferimento delle merci. Giunti a questo snodo sarà fondamentale il ruolo della politica: segnali positivi sono arrivati dalla riforma Delrio e dall’investimento in digitalizzazione delle dogane. La vera sfida da vincere riguarderà la dematerializzazione dei consumi e la sburocratizzazione delle procedure. In questo modo la logistica riuscirà a diventare un valore aggiunto”.

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